Mi sono basata su dati della mia scuola - Liceo Scientifico - ma credo che il discorso possa essere esteso anche ad altre tipologie di istituti. Se ho sbagliato nel calcolo, sicuramente è per difetto, ma almeno è un punto di partenza.
Prospetto attuale delle ore lavorative di un docente
Nel preparare le tabelle in allegato ho preso in considerazione varie tipologie di cattedre e alla fine fatto una media delle ore.
Ho considerato la situazione ottimale di una classe con 20 studenti (nella realtà il numero di studenti è maggiore specialmente al biennio, dove si arriva anche a 28 studenti).
Prospetto attuale delle ore lavorative di un docente
Nel preparare le tabelle in allegato ho preso in considerazione varie tipologie di cattedre e alla fine fatto una media delle ore.
Ho considerato la situazione ottimale di una classe con 20 studenti (nella realtà il numero di studenti è maggiore specialmente al biennio, dove si arriva anche a 28 studenti).
Ho considerato che il numero di verifiche scritte sia il minimo previsto, cioè 6 all’anno per le materie che prevedono la valutazione dello scritto in pagella; nella realtà il numero di verifiche è notevolmente maggiore, specialmente per alcune discipline.
Ho considerato due valutazioni scritte per le materie che non prevedono lo scritto in pagella (una al quadrimestre).
Ho considerato due valutazioni scritte per le materie che non prevedono lo scritto in pagella (una al quadrimestre).
I docenti di materie che non prevedono lo scritto obbligatorio, in genere hanno un maggior numero di classi e compensano con un maggior impegno di partecipazione a consigli di classe, udienze.
La parte di impegni comune a tutti i docenti è facilmente documentabile.
La parte difficile da calcolare è il tempo che ciascun docente dedica alla preparazione delle verifiche, alla correzione e alla valutazione.
La parte difficile da calcolare è il tempo che ciascun docente dedica alla preparazione delle verifiche, alla correzione e alla valutazione.
Per tutte le materie ho considerato in 1 ora e 30 minuti la predisposizione di una verifica. Tanti docenti non lasciano il testo delle verifiche ai ragazzi perché intendono riciclare la verifica negli anni. Il tempo dedicato alla predisposizione di una prova è quindi difficilmente quantificabile.
Per la correzione, la valutazione e la registrazione dei voti ho calcolato in media 15 minuti per studente; nel caso di 20 studenti il tempo diventa 300 minuti, pari a 5 ore.
Sono consapevole che correggere un tema di italiano comporta tempi più lunghi di quelli di altri temi e che la correzione di una verifica a risposta multipla è sicuramente più veloce. Per contro preparare una verifica o un test a risposta multipla, specialmente se lo si carica in rete richiede veramente molto tempo.
In un anno scolastico, cioè in 46 settimane lavorative (52 settimane in un anno meno le 6 settimane di ferie) le ore lavorate sono 1908.
Settimanalmente risultano 41,3 ore pari a 8.29 ore al giorno.
Da quanto emerso, si evince che gran parte del lavoro, quello riguardante la preparazione delle lezioni, la predisposizione e la correzione delle verifiche avviene per la maggioranza dei docenti dopo cena, di sabato e/o di domenica.
Perché?
Perché durante i pomeriggi che restano liberi dalle varie riunioni (collegi, consigli, aggiornamento, dipartimenti, recuperi, sportelli) svolgiamo altre attività che la società e le famiglie richiedono alla scuola: dai corsi in preparazione alle certificazioni linguistiche, informatiche, ai corsi di recupero, agli approfondimenti, alle olimpiadi varie ecc…
Al docente si chiede, giustamente, che le verifiche vengano riconsegnate corrette agli studenti in tempi brevi quindi si lavora di sera.
L’orario di cattedra portato a 24, ma anche a 20 o 21, oltre al gravissimo drastico taglio di posti di lavoro, comporterà un aumento “non solo” di 6 ore frontali (comunque di un terzo dell’attuale orario di cattedra), ma soprattutto del lavoro sommerso legato alla funzione docente.
Poiché il Ministro e gran parte della società non vede o non vuole vedere questo, barricandosi dietro alla ormai scontata battuta “gli insegnanti lavorano solo 18 ore”, mi chiedo se non sia il caso di chiedere con forza di avere anche noi, come gli altri lavoratori, il cartellino da timbrare e 36 ore settimanali come tutti gli impiegati.
Questo comporterebbe:
- avere degli spazi a scuola dove lavorare al pomeriggio (preparare lezioni e materiale didattico – usando finalmente computer, stampanti, carta, cartucce della scuola e non personali - correggere);
- sabato libero per tutti;
- orario flessibile;
- 7 ½ ore dal lunedì al venerdì;
- 6 ore il sabato;
- non portarsi lavoro a casa;
- poter usufruire tutti i giorni del buono pasto
La mia vuole essere solo una provocazione, perché mi rendo perfettamente conto che tutti i punti che ho elencato non sono realizzabili a meno di un investimento consistente, che va contro lo spirito che guida la mano del Ministro in questo momento.
Ma anche se, per miracolo, tutte le scuole si dotassero di una cinquantina di studi muniti di PC, riusciremmo a fare comunque un lavoro didatticamente pessimo.
Ma è così difficile da capire?
In ogni settore lavorativo ci sono persone che non fanno il proprio dovere, che tirano a campare lavorando il minimo indispensabile e a volte neanche quello. Anche nella scuola ci sono i “fancazzisti”, ma sono pochi. Sono però questi pochi che fanno mal vedere la categoria e lo stereotipo dell’insegnante fannullone è duro da cancellare dalla testa della gente.
Se la proposta delle 24 ore settimanali di cattedra sarà applicato, le conseguenze dal punto di vista della didattica saranno catastrofiche; saremmo costretti a:
- assegnare il minor numero di verifiche possibili;
- assegnare sempre test a risposta multipla, con correzione automatica, magari prendendoli già belli e pronti da Internet (non voglio demonizzare questo tipo di verifica, ma non può essere esaustiva e per alcune discipline non si presta proprio);
- riconsegnare le verifiche corrette dopo molto tempo, vanificando il momento del recupero;
- non avere più tempo da dedicare ai mille progetti che la scuola offre ai suoi studenti
In questo scritto ho solo accennato all’altra gravissima conseguenza che seguirebbe al passaggio a cattedre di 24 ore: il calo dei posti di lavoro.
Su questo punto lascio lo spazio ad altri più informati di me sull’argomento.
Per la correzione, la valutazione e la registrazione dei voti ho calcolato in media 15 minuti per studente; nel caso di 20 studenti il tempo diventa 300 minuti, pari a 5 ore.
Sono consapevole che correggere un tema di italiano comporta tempi più lunghi di quelli di altri temi e che la correzione di una verifica a risposta multipla è sicuramente più veloce. Per contro preparare una verifica o un test a risposta multipla, specialmente se lo si carica in rete richiede veramente molto tempo.
In un anno scolastico, cioè in 46 settimane lavorative (52 settimane in un anno meno le 6 settimane di ferie) le ore lavorate sono 1908.
Settimanalmente risultano 41,3 ore pari a 8.29 ore al giorno.
Da quanto emerso, si evince che gran parte del lavoro, quello riguardante la preparazione delle lezioni, la predisposizione e la correzione delle verifiche avviene per la maggioranza dei docenti dopo cena, di sabato e/o di domenica.
Perché?
Perché durante i pomeriggi che restano liberi dalle varie riunioni (collegi, consigli, aggiornamento, dipartimenti, recuperi, sportelli) svolgiamo altre attività che la società e le famiglie richiedono alla scuola: dai corsi in preparazione alle certificazioni linguistiche, informatiche, ai corsi di recupero, agli approfondimenti, alle olimpiadi varie ecc…
Al docente si chiede, giustamente, che le verifiche vengano riconsegnate corrette agli studenti in tempi brevi quindi si lavora di sera.
L’orario di cattedra portato a 24, ma anche a 20 o 21, oltre al gravissimo drastico taglio di posti di lavoro, comporterà un aumento “non solo” di 6 ore frontali (comunque di un terzo dell’attuale orario di cattedra), ma soprattutto del lavoro sommerso legato alla funzione docente.
Poiché il Ministro e gran parte della società non vede o non vuole vedere questo, barricandosi dietro alla ormai scontata battuta “gli insegnanti lavorano solo 18 ore”, mi chiedo se non sia il caso di chiedere con forza di avere anche noi, come gli altri lavoratori, il cartellino da timbrare e 36 ore settimanali come tutti gli impiegati.
Questo comporterebbe:
- avere degli spazi a scuola dove lavorare al pomeriggio (preparare lezioni e materiale didattico – usando finalmente computer, stampanti, carta, cartucce della scuola e non personali - correggere);
- sabato libero per tutti;
- orario flessibile;
- 7 ½ ore dal lunedì al venerdì;
- 6 ore il sabato;
- non portarsi lavoro a casa;
- poter usufruire tutti i giorni del buono pasto
La mia vuole essere solo una provocazione, perché mi rendo perfettamente conto che tutti i punti che ho elencato non sono realizzabili a meno di un investimento consistente, che va contro lo spirito che guida la mano del Ministro in questo momento.
Ma anche se, per miracolo, tutte le scuole si dotassero di una cinquantina di studi muniti di PC, riusciremmo a fare comunque un lavoro didatticamente pessimo.
Ma è così difficile da capire?
In ogni settore lavorativo ci sono persone che non fanno il proprio dovere, che tirano a campare lavorando il minimo indispensabile e a volte neanche quello. Anche nella scuola ci sono i “fancazzisti”, ma sono pochi. Sono però questi pochi che fanno mal vedere la categoria e lo stereotipo dell’insegnante fannullone è duro da cancellare dalla testa della gente.
Se la proposta delle 24 ore settimanali di cattedra sarà applicato, le conseguenze dal punto di vista della didattica saranno catastrofiche; saremmo costretti a:
- assegnare il minor numero di verifiche possibili;
- assegnare sempre test a risposta multipla, con correzione automatica, magari prendendoli già belli e pronti da Internet (non voglio demonizzare questo tipo di verifica, ma non può essere esaustiva e per alcune discipline non si presta proprio);
- riconsegnare le verifiche corrette dopo molto tempo, vanificando il momento del recupero;
- non avere più tempo da dedicare ai mille progetti che la scuola offre ai suoi studenti
In questo scritto ho solo accennato all’altra gravissima conseguenza che seguirebbe al passaggio a cattedre di 24 ore: il calo dei posti di lavoro.
Su questo punto lascio lo spazio ad altri più informati di me sull’argomento.
1 commento:
Gent.ma Prof.ssa Gabriella Armani,
concordo pienamente, sul puntuale articolo pubblicato sul blog ! In qualità di non docente Assistente di laboratorio Scolstico area Informatica, avrei molto da dire anche del nostro apporto per lo svolgimento della didattica in favore di " tutti " i Docenti, ma forse non è questo il luogo virtuale adatto; non si riesce a far sentire " la nostra voce " perchè non si è uniti, e si ha paura ad esporsi ! Le sono, vi sono vicini !
Ass. Lab. Scol. area informatica
dott. Benedetto Colangelo
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