lunedì 14 novembre 2016

Sù la testa

Pubblichiamo qui sotto l'articolo apparso recentemente sulla rivista UCT.
Racconta di noi e della nostra storia.


Sù la testa

A Marco Iacomino, 
insegnante amatissimo, insostituibile amico e compagno di lotta". 


Ci abbiamo creduto. E abbiamo lottato a lungo per continuare a crederci. Volevamo «essere parte di tutte le cose», come recitava il nostro motto. Dentro la scuola, innanzitutto; ma non solo. Ci sembrava la stagione giusta, e per tanti versi lo era: dopo anni di narcosi collettiva, saltuariamente interrotta da qualche velleitario tentativo di protesta sotto forma di scioperi (per altro sistematicamente ignorati), finalmente tra insegnanti e studenti si respirava un’aria frizzante, un fermento che prometteva bene. L’occasione, assai propizia e da cogliere al volo, ci venne dal “nuovo corso” della politica scolastica trentina, incarnata dall’allora Presidente della Giunta Provinciale, Lorenzo Dellai, e dalla sua fedelissima scudiera, l’Assessora all’Istruzione Marta Dalmaso, che vantava un passato di insegnante nelle scuole private confessionali. Una ragione in più, per noi affezionati alla scuola pubblica, laica e democratica, per affilare le armi.
Al principio, la nostra lotta aveva un sapore carbonaro: incontri quasi clandestini, tra pochi insegnanti combattivi, nei corridoi delle scuole o nelle aule docenti; scambi di opinioni via mail e lunghe telefonate; appuntamenti improvvisati con gli studenti del Collettivo studentesco. Poi, a poco a poco e quasi senza che ce ne rendessimo conto, cominciammo ad essere ascoltati, e seguiti. Le nostre idee per una riforma della scuola che partisse dal basso, pensata e voluta da chi tra i banchi vive e lavora ogni giorno, anziché imposta dalle logiche neoaziendaliste del Palazzo, trovavano un consenso crescente. Così, sull’onda di un entusiasmo che, a pensarci oggi, mette una gran nostalgia, decidemmo di darci un nome: Stati Generali della Scuola Trentina, in omaggio ai rivoluzionari francesi. Senza enfasi né presunzione, ma spinti soltanto da una convinzione: bisognava reagire al tentativo di trasformare la scuola in un’azienda, gli insegnanti in impiegati del sapere, gli studenti in automi da avviare senza indugi, come amavano dire i Sacerdoti della Nuova Pedagogia, verso il promettente (a loro dire) “mondo del lavoro”.
Nel giro di un anno o poco più, tra assemblee sempre più partecipate, interventi infuocati da parte dei “nostri” nei collegi docenti, iniziative che puntavano, forse per la prima volta, anche sull’originalità – la più indimenticabile, la “biciclettata” organizzata per dar voce alla protesta, rallentando il traffico con giri ripetuti attorno alla fontana del Nettuno e poi lungo le vie di Trento, sotto gli sguardi un po’ inferociti e un po’ curiosi degli automobilisti – la voce degli Stati Generali cominciò a diventare un punto di riferimento per molti: non solo per i tanti insegnanti precari, prime vittime di un Sistema che li sfrutta(va) sistematicamente per anni senza da loro alcuna prospettiva, ma anche per tutti quelli che, sebbene ormai di ruolo, erano stanchi delle promesse e degli accordi sottoscritti da Sindacati che con quel Sistema andavano a braccetto, e cercavano un nuovo punto di riferimento.
 Gli organi di stampa ci davano uno spazio e una visibilità inimmaginabili, forse sproporzionati alla reale consistenza, in termini di numeri, del nostro movimento; e noi – a volte anche bluffando, ora lo possiamo confessare – ne approfittavamo, facendo leva su quella che, probabilmente, è stata la nostra grande forza ma, alla fine, anche la nostra condanna: il coraggio – e l’ingenua sfrontatezza – di lanciare una proposta radicale, senza compromessi, tesa a raggiungere un solo, chiaro obiettivo: una scuola più giusta, più equa, che sapesse rinnovarsi senza lasciare per strada i sacrosanti diritti acquisiti in anni ormai lontani e desse spazio al merito, alla fantasia, alla partecipazione.
Il fantasma degli Stati Generali si aggirava per il Trentino. I rappresentanti dei Sindacati confederali – in particolare di Cgil e Cisl – ci guardavamo con disprezzo, ma sotto sotto – e il loro nervosismo nelle occasioni in cui ci si incrociava era lì a dimostrarlo – ci temevano, perché sapevamo raccontare le cose come stavano davvero; i giornalisti ci telefonavano quasi ogni giorno per conoscere la nostra opinione su questo o quell’aspetto della riforma della scuola in salsa trentina e gli studenti ci invitavano alle loro assemblee. L’unica a ignorarci era l’Assessora. «Per me - ci disse una volta senza mezzi termini, incalzata (e irritata) dalle nostre domande – voi non rappresentate nessuno, io parlo soltanto con le organizzazioni sindacali ufficialmente riconosciute. Arrivederci».
E noi, anziché desistere, raccogliemmo la sfida, e alzammo l’asticella: “se per degnarci della sua attenzione dobbiamo diventare un sindacato vero, con tanto di iscritti e di tessere, allora che sindacato sia!”, proclamammo durante una conferenza stampa improvvisata e subito amplificata da giornali e tv locali. Era il giugno del 2012. Era il nostro più grande bluff. 
“E ora che si fa?”, ci chiedemmo davanti a due birre fresche, seduti al tavolino di un bar del centro. La risposta arrivò sola, come qualche volta accade nella vita: Maurizio Valentinotti, segretario generale di Fenalt, il sindacato autonomo dei dipendenti pubblici con fama di grande combattività, ci telefonò per chiederci di entrare nella sua organizzazione, mantenendo però il nostro nome, la nostra identità e, soprattutto, totale autonomia di movimento. Fenalt avrebbe avuto la possibilità di avere una rappresentanza nel mondo della scuola; noi, il diritto di poter parlare con l’Assessora e l’opportunità, se nel giro di tre anni avessimo ottenuto il numero di iscritti sufficienti, di «sederci al tavolo» delle trattative, assieme agli altri sindacati. Un modo per concretizzare due anni di battaglie e, soprattutto, per poter incidere concretamente sulle decisioni relative alla scuola trentina.
Per quanto consapevoli del rischio che quella proposta comportava – nessuno di noi aveva alcuna esperienza sindacale, né l’ambizione o il desiderio di lasciare il mestiere di insegnante per dedicarsi a tempo pieno a quell’attività –  decidemmo di sottoporla al giudizio dell’assemblea, come era nostra abitudine. E la risposta fu un sì netto e inequivocabile. Era iniziata la “fase 2” degli Stati Generali. 
La generosa struttura e l’esperienza di Fenalt ci consentirono un notevole salto di qualità nell’organizzazione delle nostre iniziative. Ci rendemmo presto conto, però, che fare il sindacato implica anche occuparsi dei problemi dei singoli iscritti, supportarli nelle innumerevoli situazioni di conflitto coi presidi o l’amministrazione, offrire costante assistenza e consulenza. Tanto più che quel fermento e quella voglia di partecipare e di costruire «una scuola migliore» cominciarono all’improvviso a scemare dai corridoi delle scuole, sostituiti da un atteggiamento più arrendevole e quasi rinunciatario. Il movimento studentesco faticava a ritrovare spinta e coordinazione, mentre anche il fronte degli insegnanti si sgretolava nei mille rivoli delle rivendicazioni particolari, preferendo la lamentela alla discussione e le aule dei tribunali alle assemblee. Anche il dibattito pubblico e l’attenzione dei media disertavano volentieri i temi della scuola, se non per recitare in coro i nuovi mantra del trilinguismo e dell’alternanza scuola-lavoro, imposti dalla nuova amministrazione. Nel frattempo, infatti, Ugo Rossi aveva riassunto nella sua persona i ruoli del principe e della scudiera, rendendo, se possibile, ancora più impenetrabile il muro che separa le stanze del potere dalle aule della scuola. 
Ancora un sussulto di protesta l’ha provocato la cosiddetta Buona Scuola di Renzi: tutta la retorica nuovista che l’aveva accompagnata non era riuscita a nascondere, agli occhi di chi la scuola la conosce bene, la sua sostanza reazionaria e pericolosa. Ma l’arroganza con cui, prima il governo di Roma e poi quello di Trento, hanno tirato dritto di fronte alle plateali manifestazioni di insegnanti, studenti e cittadini, ha sferrato il colpo di grazia al cuore di chi ancora sperava di poter difendere la scuola della costituzione e del pensiero critico.
In un contesto così mutato, un sindacato di lotta aveva evidentemente minori attrattive e, nonostante i colleghi ci riconoscessero sempre la bontà delle idee e l’audacia dell’azione, gli iscritti faticarono ad aumentare, così che, alla scadenza del triennio, - sebbene di poco - non avevamo raggiunto i numeri sufficienti per ottenere la rappresentatività. Fedeli al nostro DNA, rifiutammo i compromessi al ribasso che avrebbero comportato le nozze all’ultimo minuto con altri sindacati e a maggior ragione non ci aggrappammo alle cordate avvelenate di transfughi in cerca di comode poltrone. 
Avevamo fallito l’obiettivo di arrivare al tavolo delle trattative, ma a questo eravamo pronti: coltivare le idee è sempre un lavoro lungo e richiede di mettere in conto anche qualche sconfitta e delusione. In questo caso, però, avevamo visto svanire il sogno di una scuola che alza la testa e non si lascia calpestare. 

Un’ultima assemblea, gli ultimi giorni di scuola, ha deliberato la fine degli Stati Generali. Almeno fino a quando, magari oggi stesso, non sentiremo di nuovo quell’aria frizzante levarsi e aprire le finestre delle nostre aule.
(Alessandro Genovese e Nicola Zuin)

giovedì 7 luglio 2016

avviso alle maestre dell'Infanzia

ci comunicano che la chiamata unica per gli incarichi a tempo determinato si svolgerà tra il 20 e il 24 agosto. 
Il 17 agosto dalla fpsm e il 18 agosto dalla pat saranno chiamate le insegnanti specializzate per il sostegno. 
Non c'é ancora la sicurezza totale ma sembra che già qualche giorno prima del 20 agosto si possa accedere al sistema della pat da vivoscuola per accreditarsi (accesso per ricevere codice personale) e solo dal 20 però sarà possibile scegliere gli incarichi. 
Il consiglio é quindi quello di tenere controllate le circolari pubblicate su vivoscuola attorno a ferragosto. 
La conferma dell'incarico arriverà successivamente, sembra intorno al 25/26 agosto. 
Il 29 e 30 agosto, po,i le insegnanti che scelgono un contratto in pat dovranno andare a sottoscrivete il contratto. 
Non ci sono indicazioni per la fpsm.

giovedì 9 giugno 2016

NO ALLA SCUOLA DEL PRESIDENTE


Il Presidente Ugo Rossi, 
visti i numerosi emendamenti al disegno di legge sulla scuola
presentati in aula dalle opposizioni, 
ha deciso di proseguire ad oltranza
con i lavori del Consiglio Provinciale.

FACCIAMOGLI SAPERE CHE LA SCUOLA 
NON VUOLE LA SUA LEGGE

DA PIU' PARTI CI ARRIVA 
L'INVITOA PARTECIPARE

 VENERDÌ 10 GIUGNO  
DALLE 20.00 ALLE 22.30

TUTTE/I SOTTO IL PALAZZO DELLA REGIONE 
CON I LUMUINI ACCESI 
PER ILLUMINARE I CONSIGLIERI.

E’ un momento fondamentale 
per il futuro della Scuola in Trentino:

NESSUNO PUO' MANCARE!

Firma per il referendum Contro la Buona Scuola



martedì 24 maggio 2016

assemblea

Lunedì 30 maggio 
dalle ore 15.00 
presso la nostra sede di Via Pergher, a Trento

è convocata 

L'ASSEMBLEA GENERALE 



discuteremo di: 

1. Ricezione in Trentino della "buona scuola": ambiti territoriali, superdirigenti, pagelle ai docenti, scuola/lavoro, e altre novità: che posizione prendere? come muoverci?

2. SGST: analisi della situazione, proposte e iniziative, elezione nuovi portavoce

3. Varie ed eventuali

E' evidente a tutti che stiamo per attraversare un momento decisamente critico per la scuola trentina e Gli Stati Generali devono scegliere che ruolo giocare. 
Per questo TUTTI GLI ISCRITTI e i simpatizzanti sono caldamente invitati a partecipare.

grazie,
saluti,

nz e ag

mercoledì 27 aprile 2016

la buonascuola trentina

salta l'assemblea, lavoriamo via mail!


ciao a tutti,

visto che troppe persone sarebbero impossibilitate a partecipare, abbiamo pensato che forse è meglio rimandare  l’assemblea che era stata programmata per venerdì 29. 

Nel frattempo, però, vi chiediamo di andare a vedere a questo link: https://www.vivoscuola.it/scuola-trentina-alpassocoitempi 
è disponibile il materiale, relativo al disegno di legge della giunta provinciale per il recepimento della Buona Scuola in Trentino.

Fino al 20 maggio sarà possibile presentare critiche e proposte.

Anche senza farsi troppe illusioni, è importante che gli Stati Generali dicano la loro in questo passaggio.

L’idea, perciò è di raccogliere tutte le nostre considerazioni e di scambiarcele e discuterle intanto via mail: vedremo di trovare nei prossimi giorni una data utile per l’assemblea. 
In quell’occasione daremo forma definitiva alla proposta da inviare in provincia.

Tentiamo per quanto possibile di coinvolgere anche i colleghi nelle nostre scuole.

Sarebbe bene anche trovare dei modi efficaci per dare alla nostra proposta (quando sarà pronta) la massima visibilità possibile, per cui ben vengano le idee di tutti anche per questo aspetto.

a presto,
nz e ag

lunedì 25 aprile 2016

Venerdì 29 aprile: assemblea SGST



Venerdì 29 aprile 2016

dalle ore 15.00 
presso la nostra sede di Via Pergher, a Trento

è convocata 

L'ASSEMBLEA GENERALE 



discuteremo di: 

1. Ricezione in Trentino della "buona scuola": ambiti territoriali, superdirigenti, pagelle ai docenti, scuola/lavoro, e altre novità: che posizione prendere? come muoverci?

2. SGST: analisi della situazione, proposte e iniziative, elezione nuovi portavoce

3. Varie ed eventuali

E' evidente a tutti che stiamo per attraversare un momento decisamente critico per la scuola trentina e Gli Stati Generali devono scegliere che ruolo giocare. 
Per questo TUTTI GLI ISCRITTI e i simpatizzanti sono caldamente invitati a partecipare o a comunicare tempestivamente l'eventuale impossibilità.

grazie,
saluti,

nz e ag

mercoledì 6 aprile 2016

Sanifonds? No grazie. Non Così.


SANIFONDS?
NO GRAZIE!
NON COSì 

l'idea di un fondo sanitario complementare Può ESSERE buona, 
ma SANIFONDS è una SOLUZIONE inaccettabile

non è accettabile che si sperperino enormi risorse, spalmandole su miriadi di interventi di poche decine di euro per prestazioni banali. 
non è accettabile l’altissimo costo di gestione della società a fronte di benefici inconsistenti per i lavoratori.

COSA VOGLIAMO?
La Fenalt, raccogliendo la voce dei lavoratori, vuole che il nomenclatore di Sanifonds sia radicalmente cambiato (coinvolgendo tutti i sindacati rappresentativi del comparto pubblico trentino), destinando la maggior parte delle risorse alle patologie gravi (cura ed integrazione reddito) e alla non autosufficienza dei lavoratori e dei loro familiari, destinando una quota anche all'indennizzo dei familiari superstiti in caso di premorienza del lavoratore.

COME CERCHIAMO DI OTTENERLO?
Fenalt invita i lavoratori a dimostrare la propria critica a Sanifonds compilando il modulo di non adesione, scaricandolo dal sito www.fenalt.it o richiedendolo al delegato sindacale (oppure compilando il modulo proposto dall’Ente di appartenenza).

per cambiare SANIFONDS serve alzare la voce:
COMPILIAMO TUTTI LA NON ADESIONE!

Più lavoratori presenteranno il modulo di NON ADESIONE 
e maggiori saranno le possibilità di ottenere la disponibilità di SANIFONDS a discutere le nuove condizioni con tutti i sindacati dei comparti pubblici del Trentino.


SCARICA QUI LA LOCANDINA DA AFFIGGERE ALL'ALBO SINDACALE DELLA TUA SCUOLA


FENALT
TRENTO Via Leopoldo Pergher, 16
Tel. 0461-40.21.41 - Fax 0461-82.24.30 

Mail: segreteria@fenalt.it   -    web: www.fenalt.it

mercoledì 30 marzo 2016

Sanifonds: no grazie!

COMUNICATO FENALT

SANIFONDS: 
per cambiarlo serve alzare la voce!!
COMPILIAMO LA NON ADESIONE!

Lo sottolineiamo ancora: 
l'idea di un fondo sanitario complementare è di per sé buona, 
ma SANIFONDS è una traduzione pratica inaccettabile.

In particolare non è accettabile che si sperperino risorse con interventi di poche decine di euro generalizzati per miriadi di prestazioni banali (45 euro all'anno per il dentista, 60 euro per visite mediche... ecc) , con produzione di altissimi costi di gestione e benefici inconsistenti.
Abbiamo più volte evidenziato le criticità e purtroppo abbiamo constatato che da parte di Sanifonds e dei suoi fondatori, non è mai stato fatto un minimo cenno di apertura sulle nostre sollecitazioni.
Ora non ci resta che cercare di farci sentire alzando la voce.

COSA VOGLIAMO?
La Fenalt, raccogliendo l'input dei lavoratori sentiti in numerose assemblee, vuole che il nomenclatore del Sanifonds sia radicalmente cambiato, insieme a tutti i sindacati rappresentativi del comparto pubblico trentino, destinando la maggior parte delle risorse alle gravi patologie (cura ed integrazione reddito) e alla non autosufficienza degli iscritti e dei loro famigliari, destinando una quota anche all'indennizzo dei famigliari superstiti in caso di premorienza dell'iscritto.

COME CERCHIAMO DI OTTENERLO?
L'unico modo a questo punto rimane chiedere ai lavoratori che condividono la nostra idea, di compilare il modulo di non adesione allegato o scaricabile dal nostro sito (www.fenalt.it) o disponibile presso il delegato sindacale (ma in alternativa va bene anche quello proposto dall'Ente).

Più lavoratori presenteranno il modulo di NON ADESIONE e più ci saranno possibilità di avere quanto prima la disponibilità di SANIFONDS a discutere le nuove condizioni con tutti i sindacati dei comparti pubblici del Trentino.

 29 marzo 2016 Il Segretario Generale
Maurizio Valentinotti





Spettabile Servizio per il personale 
dell'Ente: 

Oggetto: rinuncia iscrizione Sanifonds prevista entro il 15 aprile 2016

Il/la sottoscritto/a_______________________________________matricola___________________

nato/a il_______________________________qualifica___________________________________

dipendente del comparto autonomie locali

in servizio presso__________________________________________________________________

dipendente a tempo: 
indeterminato                  determinato                 (sottolineare la scelta) 

comunica la propria 

NON ADESIONE 

al fondo sanitario integrativo SANIFONDS 

Comunica inoltre che si riserva di aderire se verrà modificato il nomenclatore insieme a tutti i sindacati rappresentativi dei comparti pubblici.

data__________________ firma__________________________ 

domenica 6 marzo 2016

Giovedì 10 marzo: Assemblea SGST

giovedì 10 marzo: assemblea SGST

Giovedì 10 marzo 2016

dalle ore 14.30 alle ore 16.30
presso la nostra sede di Via Pergher, a Trento

è convocata 

L'ASSEMBLEA GENERALE 

DEGLI ISCRITTI

discuteremo di: 

1. SGST: analisi della situazione, proposte e iniziative, elezione nuovi portavoce

2. Ricezione in Trentino della "buona scuola": assunzioni, concorso, scuola/lavoro, e altre novità: che posizione prendere? come muoverci? 

3. Varie ed eventuali


TUTTI GLI ISCRITTI e i simpatizzanti sono caldamente invitati a partecipare o a comunicare tempestivamente l'eventuale impossibilità.

grazie,
saluti,

nz e ag

giovedì 3 marzo 2016

Scuola-Lavoro. Piccola rassegna stampa.





Scuola-Lavoro? No grazie! Il documento dei docenti del Da Vinci

Un saluto a tutti
tenendo fede a quanto stabilito nell'ultima riunione collettiva , di mantenere cioè  attivo questo spazio di discussione  per confrontarci quando si profilano all'orizzonte  problematiche legate al mondo scolastico di particolare rilevanza , 
vorrei  condividere con voi un documento scaturito dalle riflessioni che  alcuni  docenti del liceo da Vinci  hanno fatto a proposito dei percorsi di Alternanza Scuola-lavoro ,previsti dalla legge 107/15,  (cd.“La Buona Scuola”), in questo periodo all’attenzione dei collegi docenti di  molti istituti superiori del Trentino e approvati dalla Giunta Provinciale con delibera 211/2016, dd. 26 febbraio 2016.
Il progetto, che prevede piani formativi obbligatori di alternanza scuola-lavoro nell’ultimo triennio per almeno 400 ore negli istituti tecnici e professionali e almeno 200 ore nei licei, ha suscitato ovunque  vivaci discussioni,  soprattutto riguardo il rapporto tra costi (sia dal punto di vista strettamente economico, per le ingenti risorse  investite, che in termini di  ricadute negative  a livello  didattico-organizzativo, per  le conseguenze  sul monte ore curricolare, sui programmi,  sulla preparazione disciplinare degli studenti ) e ipotetici vantaggi (acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro).

Il documento  in allegato è frutto dell’analisi di quanto contenuto nella Guida operativa redatta dal Miur, di  articoli e dossier  reperiti  nella rete e dello scambio di informazioni avuto con colleghi di altri istituti.

Questo lavoro di analisi e confronto ha evidenziato una serie di criticità del progetto , sintetizzate nel documento in allegato, sottoscritto da 72 docenti del da Vinci. 
Se  ne condividete i presupposti e le conclusioni, vi chiedo di farlo conoscere nei vostri istituti.
Grazie 

Massimo Pellegrini



I sottoscritti docenti del Liceo “Leonardo da Vinci” di Trento esprimono disagio e preoccupazione per  l’avvenuto recepimento della Legge 107/2015, cosiddetta della “Buona scuola”. Tra i suoi molti punti critici, già sottolineati dall’ampio movimento di contestazione che nel luglio scorso ha accompagnato la sua approvazione, vorremmo richiamare l’attenzione su quello relativo ai “Progetti di alternanza scuola-lavoro”, resi obbligatori per tutti gli alunni del triennio di tutti gli Istituti d’Istruzione secondaria superiore, per un monte ore complessivo di  almeno 400 ore negli indirizzi tecnici e di  almeno 200 in quelli liceali. 
La nostra assoluta contrarietà è motivata dai presupposti culturali della norma e dalla sua oggettiva inapplicabilità.
Per quel che riguarda i primi, il fatto di rendere obbligatoria l’alternanza scuola/lavoro, lungi dal promuovere un serio e fruttuoso avvicinamento degli alunni alla cultura del lavoro, ci sembra mirare ad altri obiettivi:
  1. snaturare l’impostazione liceale, che non è quella di avviare alla professione, ma di dare agli alunni gli strumenti per diventare cittadini istruiti e consapevoli
  2. snaturare la funzione docente,  che rischia di essere ridotta a puro compito di tutoraggio/monitoraggio e svolgimento delle varie incombenze organizzative e burocratiche richieste dai progetti 
  3. proporre esperienze che forniscono competenze già obsolete in un mercato del lavoro in continuo e veloce cambiamento, impoverendo parallelamente l’insegnamento disciplinare
  4. proporre un sapere così settoriale da risultare spendibile solo per breve durata ed in contesti limitati
  5. causare la perdita di quella capacità di imparare, che, una volta acquisita, è strumento spendibile in qualsiasi contesto e nella quale rientrano conoscenze, cultura, pensiero critico, capacità analitiche e relazionali, capacità di decidere, di comunicare, di inventare soluzioni
  6. consentire, soprattutto attraverso la costituzione del Comitato scientifico, il condizionamento da parte di soggetti privati della didattica e dell’organizzazione della scuola pubblica 
  7. subordinare l’attività scolastica alle esigenze della realtà aziendale e produttiva, spesso interessata ad impiegare lavoratori precari e a basso costo e dunque anche a diffondere il modello della precarietà contrattuale, con il rischio di esporre alunni minorenni a contesti che non hanno alcuna finalità educativa
 
Per quel che riguarda poi l’effettiva applicabilità della legge, poniamo i seguenti interrogativi:
  1. Visto l’elevato numero di studenti coinvolti, come potrà il territorio assorbire tutte le richieste delle Istituzioni scolastiche e come si potrà garantire in modo uguale: 
  1. qualità del Progetto
  2. coerenza del Progetto rispetto all’indirizzo di studio
  3. correttezza della valutazione, che incide sulla valutazione dell’Esame di Stato
  1. Visto che il monte ore previsto incide in maniera anche quantitativamente significativa sulle attività didattiche programmate, come potrà essere garantita:
  1. un’adeguata preparazione degli alunni all’Esame di Stato
  2. la libera programmazione didattica degli insegnamenti disciplinari

La norma dunque lede il diritto allo studio e alla libertà d’insegnamento, anche se dovesse essere applicata nella “modalità dell'impresa formativa simulata”; quest’ultima, infatti, anche se in alcune formulazioni potrebbe apparire simile a progetti già attuati nelle scuole, ne varia radicalmente la sostanza, proprio per l'incidenza oraria e la necessità di costose consulenze esterne.
Per questo esprimiamo con forza la nostra contrarietà rispetto alla ratio e all’intero impianto della legge e quindi anche al suo recepimento e rifiutiamo ogni forma di collaborazione alla sua attuazione.

 (seguono 72 firme)


ps-Il Collegio docenti del da Vinci nella seduta del 29 febbraio ha bocciato la proposta di attuazione dell’alternanza scuola lavoro come proposta dalla dirigente. 

Ricorso magistrali: raccolta documentazione 2

A tutti gli interessati al ricorso per l'inserimento in graduatoria dei diplomati magistrali ante 2001/2002:

Lunedì 7 marzo dalle 16 alle 18, 30

presso la nostra sede di via Perger, sarà possibile consegnare la documentazione necessaria e avere maggiori informazioni.

(Ricordiamo che si tratta di un ricorso nuovo - completamente ripensato - e non della continuazione del precedente ricorso. Il ricorso avviato nella scorsa primavera infatti è stato ritirato, in quanto sono già stati rigettati altri ricorsi paralleli, promossi da altre sigle sindacali. Sarebbe stato sciocco andare a sbattere contro lo stesso muro.
Si è valutato perciò di percorrere una strada diversa e più promettente).

mercoledì 17 febbraio 2016

Magistrali ante 2001/2. Raccolta documentazione

A tutti gli interessati al ricorso per l'inserimento in graduatoria dei diplomati magistrali ante 2001/2002:

LUNEDì 29 febbraio, DALLE 9.30 ALLE 11.00

presso la nostra sede di via Perger, sarà possibile consegnare la documentazione necessaria e avere maggiori informazioni.


lunedì 8 febbraio 2016

maestre: il prossimo passo

Questa primavera Fenalt aveva promosso un ricorso per l'annullamento della IV fascia istituita dalla PAT in quanto escludeva ingiustamente alcune categorie di insegnanti, tra cui gli insegnanti con diploma  magistrale ante 2001/2002.

Ora per questa categoria, i nostri avvocati stanno valutando una nuova azione legale che faccia riferimento alla recente sentenza del Consiglio di Stato che riconosce il valore abilitante di quel titolo.

Per chi fosse interessato a partecipare è necessario predisporre, entro il 20 febbraio la seguente documentazione.

1. fotocopia carta d'identità
2. fotocopia codice fiscale
3. fotocopia Diploma magistrale ante 2001/2002
4. Stato di Servizio
5. Documentazione su posizione in graduatoria d'Istituto e classe di concorso
6. ricevuta RR e copia identica della domanda di iscrizione in quarta fascia
7. ricevuta RR e copia identica dell'impugnativa contro esclusione da quarta fascia
8. ricevuta RR e copia identica della diffida a PAT

Per quanto riguarda i punti 6. 7. e 8., se siete in possesso delle RR, è possibile chiedere copia dei documenti presso l'ufficio Protocollo della PAT, scrivendo alla mail: reclutamento mobilita.perscuola@provincia.tn.it

A breve vi comunicheremo l'appuntamento per maggiori chiarimenti e raccolta della documentazione.

saluti

venerdì 5 febbraio 2016

Fenalt e Sanifonds


In molti ci chiedono informazioni sulla recente attivazione di SANIFONDS e sul perchè Fenalt non ha sottoscritto questa opzione.
Il FONDO SANIFONDS ha lo scopo di intervenire a favore del lavoratore per spese sanitarie non coperte dal servizio pubblico.

SANIFONDS, per quanto riguarda il comparto pubblico, è finanaziato interamente con risorse extracontratuali che, qualora il lavoratore non aderisse, restano nelle casse della PAT. 
Quindi nessun contributo è richiesto ai lavoratori. 

Sul banco ci sono più di 5 milioni di euro pubblici: poteva essere l'occasione di fare un fondo che garantisse i lavoratori nei casi di reale gravità (invalidità permanente, morte, interventi costosi) ma i sindacati confederali hanno sottoscritto un accordo per un utilizzo a dir poco dispersivo: Una distribuzione a pioggia per una miriade di prestazionie lo sconto sul ticket delle visite con la regola di "fin che ce n'è... poi si chiude la cassa". 

PER QUESTO NON HA SENSO SCEGLIERE DI NON ADERIRE (vedi sotto).
ALLORA PERCHE' la FENALT non ha sottoscritto l'accordo?

Semplice: non è stata accettata la nostra proposta (peraltro già formulata più di 10 anni fa in sede contrattuale) di fare un fondo che servisse a coprire le reali gravi necessità del lavoratore e della sua famiglia in caso di importanti e costosi interventi, o grave invalidità o decesso, e si è preferito invece sperdere tante risorse in piccoli contributi per interventi minimali e a pioggia. 
Abbiamo potuto constatare tristemente come i gravi problemi di salute o il decesso di qualche collega giovane abbia fatto piombare nel baratro le famiglie, oltre che prsicologicamente  anche economicamente: a questo noi volevamo dare soluzione.
La filosofia della PAT è stata invece quella di far rientrare la maggior parte di questi soldi direttamente in una miriade di prestazioni con contributi irrisori ed indistinti e talvolta antipatici: che senso ha dare 45 euro per una prestazione dentistica ad un Dirigente? Serviva proprio abbassarci i ticket mentre a tutti gli altri cittadini lo stanno aumentando?
INFINE, ed è una schifezza, quasi il 10% del fondo se ne va in costi di funzionamento: oltre 400.000 euro!

Ora qualche indicazione pratica: 
1. nonostante tutto e soprattutto sperando di poter modificare la situazione in futuro, NON HA SENSO NON ADERIRE (ma può essere più che legittimo per motivi di principio).  

2. L'adesione è in realtà automatica, secondo il principio del silenzio-assenso: serve eventualmente comunicare l'intenzione di non aderire.

2. NON PREOCCUPIAMOCI DELLE SCADENZE: non possono aver effetto fintanto che non ci sono comunicazioni ufficiali.
3. Pubblicheremo nei prossimi giorni il nomenclatore sul nostro sito (purtroppo il sito di Sanifonds, come evidentemente tutta la comunicazione di Sanifodns, sono assolutamente carenti). 

IL NOSTRO OBIETTIVO è arrivare a far modificare il nomenclatore degli interventi, rendendoli più rispondenti alle reali gravi situazioni: CI RIUSCIREMO SE RACCOGLIEREMO LE FIREME DI TANTI, TANTI e ANCORA TANTI ADERENTI. Quindi dipende da voi.TANTI AUGURI A TUTTI
Il Segretario generale
Maurizio Valentinotti



mercoledì 20 gennaio 2016

Gli abilitati siano inseriti in graduatoria!

Cari amici e colleghi,
vi scrivo per chiedere, a chi di voi se la sente, di partecipare ad un'azione di protesta per sostenere la causa di noi insegnanti precari ma abilitati che, pur lavorando da anni nella scuola trentina (spesso su posti vacanti) e pur avendo conseguito tutti i titoli necessari per esercitare la nostra professione, non abbiamo alcuna certezza di venire assunti stabilmente ma nemmeno di poter continuare a svolgere il nostro lavoro.
Per accedere a qualsiasi posto di lavoro, oltre ai titoli, si richiede esperienza in quel settore o quantomeno un tirocinio. Noi abbiamo tutto questo ma non si vuole tenerne conto.
Chiediamo con forza a sindacati e consiglieri provinciali di lavorare unitariamente per inserirci nelle Graduatorie Provinciali per Titoli senza ulteriori selezioni.
L'azione a cui abbiamo pensato è semplice ma, se portata avanti da molti, secondo noi efficace. Vi chiediamo di inviare a consiglieri provinciali, sindacati e giornali la stessa sintetica email con il seguente testo:

OGGETTO: io sto con gli insegnanti abilitati
TESTO: Io sto con gli insegnanti abilitati e chiedo che entrino nelle Graduatorie Provinciali per Titoli senza ulteriori concorsi
NOME:
COGNOME:
PAESE DI RESIDENZA /DOMICILIO:

 
Gli indirizzi sono i seguenti:

INDIRIZZI: lettere@ladige.ittrentino@cgil.tn.it; usr.trentino@cisl.ituiltrento@uiltn.itinfoscuola@uilscuolatn.itlorenzo.baratter@consiglio.provincia.tn.it; avanzo.chiara@consiglio.provincia.tn.it; giacomo.bezzi@consiglio.provincia.tn.it; rodolfo.borga@consiglio.provincia.tn.it; donata.borgonovore@consiglio.provincia.tn.itmanuela.bottamedi@consiglio.provincia.tn.it; claudio.cia@consiglio.provincia.tn.it; claudio.civettini@consiglio.provincia.tn.it; mattia.civico@consiglio.provincia.tn.it; michele.dallapiccola@consiglio.provincia.tn.it; pietro.degodenz@consiglio.provincia.tn.it; giuseppe.detomas@consiglio.provincia.tn.it; bruno.dorigatti@consiglio.provincia.tn.it; massimo.fasanelli@consiglio.provincia.tn.it; sara.ferrari@consiglio.provincia.tn.it; maurizio.fugatti@consiglio.provincia.tn.it; mauro.gilmozzi@consiglio.provincia.tn.it; nerio.giovanazzi@consiglio.provincia.tn.it; luca.giuliani@consiglio.provincia.tn.it; walter.kaswalder@consiglio.provincia.tn.it; graziano.lozzer@consiglio.provincia.tn.itinfo@grazianolozzer.itlucia.maestri@consiglio.provincia.tn.it; alessio.manica@consiglio.provincia.tn.it; tiziano.mellarini@consiglio.provincia.tn.itinfo@tizianomellarini.italessandro.olivi@consiglio.provincia.tn.it; lorenzo.ossanna@consiglio.provincia.tn.it; gianpiero.passamani@consiglio.provincia.tn.itinfo@patt.tn.it; violetta.plotegher@consiglio.provincia.tn.itviolettaplotegher@gmail.com; ugo.rossi@consiglio.provincia.tn.it; marino.simoni@consiglio.provincia.tn.it; mario.tonina@consiglio.provincia.tn.itupt@consiglio.provincia.tn.itviolaw@consiglio.provincia.tn.it gianfranzo.zanon@consiglio.provincia.tn.it; luca.zeni@consiglio.provincia.tn.itinfo@lucazeni.it

L'azione parte oggi e ci auguriamo che possa continuare, grazie alle numerose adesioni, almeno per dieci giorni.
Ringrazio fin d'ora chi di voi vorrà darci una mano.

Un caro saluto.
Neva