lunedì 20 dicembre 2010

appuntamento

ricordiamo l'appuntamento di domani sera:

l'orario è confermato: le 17.00
MA IL LUOGO è CAMBIATO: 
non più al Bruno, ma a Sociologia 
(primo piano, a dx)


ricapitolando: 
ore 17.00 
a Sociologia

vi aspettiamo!

giovedì 16 dicembre 2010

che fare?

che fare?
Come stanno gli Stati Generali? e soprattutto... quale futuro possono immaginare?
Come leggere la situazione attuale della scuola trentina? e soprattutto... cosa possiamo fare per continuare l'impegno a costruire una scuola migliore?

Febbraio è alle porte. L'iniziativa innovativa, che ha stabilito le regole per l'anno scolastico in corso, rischia di diventare il nostro futuro.
che facciamo? stiamo ad aspettare il prevedibile responso?

ci riuniremo per parlarne
Martedì 21 dicembre,
(ore 17.00 al Centro Sociale Bruno)
 siete tutti invitati.

mercoledì 17 novembre 2010

La lezione delle maestre

Ci sono momenti in cui bisogna avere il coraggio di fare un bagno di umiltà e ammettere che abbiamo ancora tanto da imparare. Questo è uno di quei momenti: a farcelo capire in modo luminoso sono state le maestre delle scuole materne, capaci, nei giorni scorsi, di scendere in piazza con compattezza e determinazione per gridare la loro rabbia contro i tagli ai posti di lavoro decisi da un governo provinciale sempre più miope e ottuso.
L'unità dimostrata dalle maestre ha messo in subbuglio il Palazzo, ha stanato l'assessore Dalmaso dal letargo a cui già si stava preparando, ha costretto i sindacati a far la voce grossa, ha facilmente suscitato il consenso dell'opinione pubblica... di fatto ha aperto lo spazio di una trattativa.
E noi? cosa facciamo noi insegnanti delle scuole superiori? investiti, nostro malgrado, da quell'"iniziativa innovativa" contro cui, a più riprese, abbiamo provato a opporci: lettere sui giornali, assemblee, riunioni, appelli, raccolte di firme... ma che cosa abbiamo ottenuto in un anno di mobilitazione? Quale idea della nostra categoria abbiamo legittimato agli occhi delle famiglie e degli studenti?
L'"iniziativa innovativa" marcia a pieno ritmo: questa è la sola, incontestabile, amara verità. Un esito che, forse, non era così scontato, se avessimo dimostrato anche soltanto un decimo della compattezza e dell'unità mostrate dalle maestre. Quel che abbiamo mostrato, invece, è la nostra incapacità di essere uniti nella rivendicazione dei più elementari diritti, la nostra cronica tendenza a dividerci al grido di "si salvi chi può", la nostra pigrizia, la nostra disinformazione, la nostra tendenza all'autoreferenzialità... la nostra disponibilità a farci calpestare, ignorare, escludere, in cambio di comodi e vergognosi compromessi individuali...
Un esempio lampante della nostra debolezza è l'iniziativa di "boicottaggio" delle gite: un'ottima idea, sulla carta, che però non siamo riusciti a spiegare nel suo autentico significato e a divulgare in modo capillare nemmeno tra i colleghi e che, a conti fatti, ha finito per ritorcersi contro di noi. "Già lavorano poco, adesso neanche più in gita, pagati e rimborsati, hanno voglia di andare!": questa, alla fine, è l'idea che buona parte della gente si è fatta di noi e della forma di protesta che abbiamo ideato. E la colpa, spiace doverlo ammettere, è soltanto nostra: ancora una volta, ci siamo rivelati incapaci di marciare tutti insieme nella stessa direzione, di lottare per la stessa causa, cadendo nella trappola di quell'antico, ma sempre attuale, "Divide et impera".
Ancora una volta, ci siamo scoperti inconcludenti, poco concreti, sempre pronti a delegare.  Invisibili.

Tuttavia, forse non tutto è (ancora) perduto. Da qui a febbraio si gioca il futuro della nostra scuola, del nostro lavoro, della nostra dignità. Il tempo c'è. E non siamo soli: gli studenti, l'università, il mondo della ricerca, i movimenti... tutte realtà che oggi, 17 novembre 2010, hanno deciso di marciare insieme per provare a cambiare se non il mondo, almeno il modo di starci. Per provare a dire NO alla mercificazione della cultura e alla precarizzazione di chi dovrebbe essere messo nelle migliori condizioni per poterla diffondere.
Da che parte vogliamo stare? Vogliamo essere della partita? Allora, per una volta, non sprechiamo quest'ultima occasione: uniamo le nostre forze, facciamo sentire che esistiamo... impariamo dalle maestre!

martedì 16 novembre 2010

cara assessora

(pubblichiamo qui la lettera aperta all'Assessore che abbiamo spedito all'Adige venerdì scorso, ma che l'Adige non ha ritenuto di pubblicare)

Gentile Assessore Dalmaso,


gli Stati Generali della Scuola Trentina hanno aderito all'iniziativa promossa dai colleghi del Galilei e rapidamente diffusasi in molte scuole della nostra provincia, perché è perfettamente in linea con i principi e le proposte, che da mesi ispirano i nostri tentativi di contribuire alla costruzione una scuola migliore.

Ridotta in estrema sintesi, essa consiste nel tentativo di rendere evidenti le tante contraddizioni create dalla Sua “iniziativa innovativa”, facendo leva su uno degli aspetti più sensibili di tutto l'impianto. Siamo lontanissimi dalla mera rivendicazione salariale.

Nello specifico, come Lei sa bene, i viaggi di istruzione con pernottamento non costituiscono alcun diritto per gli studenti e tanto meno alcun obbligo per i docenti: sono solo una delle possibili attività che un consiglio di classe può valutare utili alla crescita degli studenti. Questo va detto a chiare lettere, per sgombrare il campo da ogni illazione sull'irresponsabilità dei docenti e sulla loro inadempienza. Da sempre si approfitta, invece, della disponibilità e dell'incoscienza dei docenti, per dare seguito a una tradizione ormai consolidata, ma sempre più spesso messa in discussione proprio sul piano della sua valenza didattica, oltre che dell'opportunità economica e sociale. Se è vero, come Lei ha affermato su queste pagine, che i fondi per i viaggi di istruzione non sono diminuiti, le chiediamo quanta parte, di questi fondi, serve a remunerare il lavoro degli accompagnatori e a coprire i rischi connessi alla grande responsabilità che essi si assumono. I soldi non sono cambiati, ma è cambiato tutto il resto: non si possono usare due pesi e due misure. Chi ne fa una questione di soldi non sono i docenti, che chiedono semplicemente e doverosamente il riconoscimento di tutto il lavoro prestato: è invece l'Amministrazione, con la complicità dei sindacati, a voler conteggiare a proprio vantaggio il singolo minuto delle prestazioni dei docenti, salvo poi arrotondare forfettariamente a quattro su ventiquattro, le ore impiegate per accompagnare gli studenti in gita.

Come Lei ha prontamente intuito, l'iniziativa delle gite ha lo scopo di rimettere in discussione, fin dalle premesse, una “iniziativa innovativa” che la Giunta Provinciale ha voluto imporre alla scuola trentina senza farla discutere in Consiglio Provinciale, senza voler ascoltare le critiche costruttive che la scuola ha avanzato, senza valutare le conseguenze concrete che le scelte politiche avrebbero prodotto sul funzionamento delle nostre scuole.

Non c'è nessuna strumentalizzazione degli studenti, da parte nostra. Chi strumentalizza i ragazzi è chi da un lato continua a ripetere di voler “mettere lo studente al centro”, ma dall'altro livella verso il basso la qualità della didattica in cambio di una minor selettività (leggi "meritocrazia") dei percorsi formativi, sposta importanti quote dei finanziamenti dalla scuola pubblica verso l'istruzione privata, riduce il tempo scuola e aumenta il numero di studenti per classe, affrontando così il problema dei precari, semplicemente tagliando il numero delle cattedre. Chi strumentalizza i ragazzi è chi accusa i docenti di essere interessati solo ai soldi, cercando demagogicamente il facile consenso della vulgata che giudica gli insegnanti privilegiati, strapagati, fannulloni, con tre mesi di ferie e le gite gratis.

E' bastata una lettera degli studenti Perché Lei mostrasse subito la Sua disponibilità ad incontrarli, mentre è da un anno che rifiuta sistematicamente di incontrare noi docenti: vogliamo fissare un appuntamento?

Cordialmente,

Gli Stati Generali della Scuola Trentina

venerdì 12 novembre 2010

la protesta delle gite

Con la delibera n.  533 del 16 marzo 2010, la Giunta Provinciale ha prodotto una “iniziativa innovativa” che 
  • fissa il monte ore annuale medio 
  • articola il monte ore annuale in unità orarie di lezione di cinquanta minuti, al fine di aumentare la possibilità di distribuire le discipline
  • stabilisce l'insegnamento della lingua inglese e di quella tedesca nel primo anno di tutti i percorsi del secondo ciclo di istruzione
  • struttura un’area comune nel primo biennio
  • stabilisce per il triennio quadri orari che prevedono da due a quattro lezioni settimanali lasciate a disposizione delle istituzioni scolastiche per la sua caratterizzazione
Tutto questo è stato imposto dalla Giunta Provinciale, 
  • senza alcuna discussione in Consiglio Provinciale, 
  • senza consultare in nessuna occasione gli insegnanti  
  • ignorando sistematicamente le voci di dissenso che numerose si sono levate dalla scuola e dalla società trentina, mettendo in discussione la forma e i contenuti dell'iniziativa innovativa.

Per questo protestiamo, perchè vogliamo una scuola qualitativamente migliore, più libera, più democratica, più autonoma.
Visto che la Delibera n. 533 del 16 marzo 2010 configura i percorsi del secondo ciclo di istruzione solo per l’anno scolastico 2010-2011, in attesa di una verifica della sperimentazione prodotta e della stesura di un Regolamento che fissi le coordinate della Riforma trentina:


CHIEDIAMO
  • Che quel Regolamento garantisca una reale sperimentazione di modelli formativi diversificati, ripristinando quelle uguali condizioni di partenza e quelle analoghe dotazioni di risorse che sole possono permettere di valutare correttamente i risultati.Solo a queste condizioni sarà possibile parlare di “sperimentazione”
  • Che vengano coerentemente promosse, come risorse imprescindibili, l’autonomia delle scuole e la sovranità dei Collegi docenti 
  • Che risulti centrale, nella politica provinciale, la scommessa sulla formazione, in controtendenza rispetto ad una politica di tagliChe si preveda una razionalizzazione delle risorse non creando meccanismi rigidi, ma puntando sulla valorizzazione della qualità e sul riconoscimento della quantità del lavoro garantito dagli insegnanti.  


per difendere la qualità della scuola trentina e la dignità del nostro lavoro di insegnanti abbiamo scelto di impegnarci a non proporre per quest’anno nei consigli di classe viaggi di istruzione con pernottamento, ma solo visite guidate e comunque iniziative che non superino i tetti orari che ci vengono riconosciuti


  • Perché in una situazione di tagli che riducono i servizi essenziali (ad esempio nel sostegno ai BES) è doveroso risparmiare su ciò che essenziale non è, pur potendo rappresentare un'ottima chance educativa;
  • Perché gli insegnanti “risparmiano” già, loro malgrado, con i mancati aumenti di stipendio, il blocco degli scatti di anzianità, la riduzione delle disponibilità del fondo di istituto per circa 600 euro a testa: dobbiamo dare di più?
  • Perché proprio sull'accompagnamento nei viaggi di istruzione possiamo individuare la massima contraddizione di una amministrazione che da una parte chiede si renda conto fino all'ultimo minuto, dall’altra "arrotonda" grossolanamente a suo vantaggioNell’art. 2 dell’Accordo tra PAT e Organizzazioni Sindacali si dispone in merito alle modalità di recupero del tempo lavoro; viene precisato che esso dovrà essere realizzato per almeno 70 ore nell’anno scolastico. Si elencano varie possibilità, e tra le altre “l’attività, prestata oltre l’orario di sevizio del docente, di accompagnamento e vigilanza degli studenti in occasione delle iniziative extra e parascolastiche”. Per i viaggi di istruzione vengono conteggiate solo 4 ore di recupero al giorno, a fronte delle 24 ore di servizio: l’amministrazione da una parte conteggia con pignoleria ragionieristica il lavoro dei docenti soppesandolo fino al minuto secondo quando si tratta delle ore di lezione, dall’altra lo calcola solo forfettariamente quando sono in gioco i viaggi di istruzione. Riteniamo sia una grave penalizzazione per gli insegnanti, da subito riconosciuti come inadempienti indebitati nei confronti dell’Amministrazione (con la ricattabilità che questo comporta) e poi misconosciuti in un loro importante (e sovraesposto) adempimento professionale.
  • Perchè sebbene questa nostra scelta possa sembrare penalizzante per gli studenti e risultare cosa poco gradita alle famiglie, pensiamo di incontrare la solidarietà di genitori e studenti, sensibili e interessati al futuro della scuola trentina.
  • Perché questo non è sicuramente il principale problema tra quelli legati all’”iniziativa innovativa”, ma ci vediamo nostro malgrado costretti a colpire là dove sappiamo di poter suscitare una reazione nell’opinione pubblica, pur rispettando appieno i nostri doveri professionali.

I docenti amano il loro lavoro e non sono soliti sottrarsi alle attese dell’utenza: tuttavia la nuova situazione normativa ha reso le cose talmente penalizzanti per gli insegnanti e così palesemente contrarie ad ogni elementare sentimento di giustizia che non possiamo più tacere e tollerare.





Il viaggio non è un diritto né un obbligo per nessuno, ma un’opportunità didattica proposta al consiglio di classe e gestita in ogni sua fase dai docenti.

Se vi sarà un mutamento di rotta da parte dell’amministrazione, saremo ben felici di ritornare alle precedenti consuetudini, desiderosi di migliorare ulteriormente la qualità della nostra offerta.

allegati:


venerdì 29 ottobre 2010

... perchè io valgo!

Sai quanto vale il tuo lavoro?

Stipendio: voci fisse continuative (dipendono dall’anzianità del docente dai gradoni, se è di ruolo o supplente)
Assegno colonna B ex 40 ore, ora obbligatorie, retribuite 194,14€ al mese (non ne viene tenuto conto ai fini della tredicesima).
194,14€ x 12 = 2329,68€ in un anno, pari a 58,25 € l’ora
Viaggio di istruzione con pernottamento: pagato 61,97 € al giorno pari a 2.59 € l’ora più rimborso spese vive (pranzo, cena, ingressi a musei…)
Viaggio di istruzione senza pernottamento: pagato 41,32 € al giorno più rimborso spese vive (pranzo, cena, ingressi a musei…)
Sul Fondo di Istituto sono previste per:
  • Attività funzionali: 17,50€ l’ora (aggiornamento… voci concordate in Collegio docenti, ma attività non con gli studenti)
  • Attività di insegnamento: 35,00€ l’ora (recuperi, attività con gli studenti..)
  • Recupero carenze: 50€ l’ora

Per quest’ultima voce NON SONO STATI DATI FONDI !!!
I presidi possono chiedere un fondo aggiuntivo solo se dimostrano che tutti i docenti hanno esaurito le loro 70 ore.

Fondo qualità pari al 15% del Fondo di Istituto destinato, a discrezione del Dirigente, per progetti che riguardano lingue straniere, disagio, informatica.

nb: Tutti gli importi sono L O R D I !!!!

venerdì 22 ottobre 2010

incontriamoci

I colleghi del Galilei hanno organizzato un incontro 
per fare il punto della situazione
e per valutare le possibili prossime mosse.

Sono invitati tutti i docenti interessati.

ci vediamo mercoledì 27 ottobre, 
alle ore 14.30 
nella sala grigia del liceo Galilei, 
Via Bolognini, Trento

sabato 16 ottobre 2010

la dignità è un bene comune

Il modo in cui l'iniziativa innovativa è stata imposta a tutte le scuole, prima ancora che i suoi contenuti, ha costituito un esplicito assalto alla  dignità professionale dei docenti, i quali - in larghissima maggioranza - si erano espressi negativamente, votando per le ore da 60 o rifiutandosi di votare una falsa alternativa. 
L'accordo con la PAT siglato dai sindacati (CGIL e CISL) - relativo alle modalità di recupero delle 70 ore che derivano dalle unità orarie da 50 minuti - è un ulteriore segnale della esplicita volontà di approfittare della nostra disponibilità.
L'assordante silenzio delle OO.SS. di fronte alla proposta degli Stati Generali di verificare  con un referendum la corrispondenza tra la loro scelta e la volontà dei lavoratori dimostra, senza ulteriori margini di dubbio, che la spaccatura tra la scuola reale e la scuola rappresentata dalle istituzioni è definitiva e insanabile.
Si tratta ora perciò di trovare tutti i modi possibili per rivendicare la nostra dignità, per denunciare il vergognoso smantellamento della scuola pubblica, per sottrarsi concretamente all'umiliazione che ci vorrebbero imporre.

Una possibilità l'hanno individuata i colleghi del Galilei, che si sono impegnati a non organizzare - per quest'anno - viaggi d'istruzione con pernottamento o iniziative che superino i tetti orari che ci vengono riconosciuti.
Infatti, a fronte di un pignolo conteggio dei minuti di recupero svolto in attività didattiche o simili, l'accordo OO.SS.-PAT prevede di riconoscere forfettariamente solo fino a un massimo di 4 ore al giorno per i viaggi di istruzione (art. 2 comma 2). Una proposta effettivamente inaccettabile.

L'iniziativa ha subito raccolto l'adesione di molti docenti del Galilei e si è rapidamente estesa ad altre scuole: Da Vinci, Curie, Russell, Pilati, Guetti... e ci auguriamo possa coinvolgere tutte le scuole della provincia.
Diffondete l'iniziativa nelle vostre scuole, sensibilizzate i colleghi, parlatene nei consigli di classe, al momento della programmazione e chiedete di inserire la lettura di un documento all'ordine del giorno del prossimo collegio docenti. Raccogliete quante più adesioni possibili. Teneteci informati.


Qui potete trovare il documento redatto al Galilei, da utilizzare o modificare secondo le esigenze.
(https://docs.google.com/document/edit?id=1V8FqR5g9i0ZnjSYCMSNW9G-9ky9uXaxKwWkieTY15Os&hl=it&authkey=CLPZ8YcD)

Qui abbiamo preparato una versione più sintetica, da far leggere ai colleghi più pigri.
(https://docs.google.com/document/edit?id=1l0-YJ3YMSnSBDPmoEJ_nBgRnE5_vLWo4Ms12KO0bBJU&hl=it&authkey=CMLj998P)

Alcuni colleghi hanno sollevato il problema "morale" nei confronti degli studenti: parlatene anche a loro, spiegate loro come stanno le cose... capiranno, perché, a differenza di chi ci vorrebbe rappresentare... gli studenti ci rispettano.

Teneteci informati.
SGST

martedì 28 settembre 2010

la parola ai lavoratori!

Il piano di riordino della scuola secondaria trentina, la cosiddetta Riforma Dalmaso, concretizzatosi nell'"iniziativa innovativa" sancita dalla Delibera di Giunta n. 533 del 16 marzo 2010, stabilisce in 50 minuti le unità orarie per il personale docente delle scuole ed istituti di istruzione elementare e secondaria della P.A.T. 

Tale definizione oraria determina l’obbligo, per gli insegnanti, di recuperare un certo numero di ore annue, senza prevedere alcuna integrazione salariale. Ad oggi esiste solo un'ipotesi di accordo sulle modalità e sui criteri che dovrebbero regolare questo recupero. 

In vista della sottoscrizione di un accordo definitivo tra PAT e Organizzazioni Sindacali sulle modalità di utilizzo delle ore di recupero, gli Stati Generali della Scuola Trentina ritengono improrogabile una consultazione dei lavoratori della scuola: per questo, invitano le OO.SS. che li rappresentano a promuovere un referendum, nel quale i docenti possano finalmente esprimere il loro parere e far sentire la loro voce non soltanto in merito all'ipotesi di accordo, ma sull’iniziativa innovativa nel suo complesso.

Ulteriori dettagli verranno forniti nel corso della conferenza stampa che gli Stati Generali convocano per domani, mercoledì 29 settembre, alle ore 15.00, presso la Sala Commissioni n.2 del Palazzo del Consiglio Regionale, in Piazza Dante a Trento.


Gli Stati Generali della Scuola Trentina

venerdì 17 settembre 2010

il troppo stroppia

In questi giorni, nelle nostre scuole si stanno discutendo le forme e i modi per distribuire le ore da recuperare derivanti dai dieci minuti di differenza tra le ore contrattuali (18 da 60 minuti) e le unità orarie "imposte" dall'iniziativa innovativa targata Dalmaso (18 unità da 50 minuti).

A scanso di equivoci, visto che in molti casi vengono proposte dai dirigenti "interpretazioni" che finiscono con l'aumentare il monte ore totale da recuperare, ricordiamo che, stando all'ipotesi di accordo siglata da CGIL Gilda e CISL:

1. Le ore da recuperare sono 70.
3. Di queste 70, 4 ore si aggiungono alle 20 di aggiornamento (ex art..26)
4. altre 6 ore sono riservate per la programmazione
5. le rimanenti 60 ore vanno svolte in attività con gli studenti
6. queste ultime 60 "ore" sono in realtà da intendersi come "unità orarie da 50 minuti"

Soprattutto non dimentichiamo che quello siglato dai sindacati (ma non tutti) è solo un'ipotesi di accordo, non un accordo e tanto meno un contratto!!!!

domenica 12 settembre 2010

io, prof precario nella scuola triste

il trentino, 10 settembre 2010

Caro direttore, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico vorrei raccontarle una storia. Vera. C’è un professore trentino, precario, che ha poco più di trent’anni. Possiede due lauree e una specializzazione. E’ inoltre abilitato alla professione e in nove anni si è trovato a insegnare a molte persone: dai figli disperati della Trento bene dei centri di recupero anni scolastici, fino ai liceali di alta montagna. Pur di rispettare la continuità didattica e non penalizzare la “sua” classe, qualche anno fa ha rinunciato ad una cattedra che gli avrebbe consentito di fare un balzo in avanti in graduatoria. Perché crede che il rispetto verso gli studenti valga più dell’interesse economico personale. In questi anni non ha mai ricevuto un richiamo, a fronte di molti complimenti. Ma adesso ha minime possibilità di lavorare.
Quel professore, se incontrasse il governatore Dellai e l’assessore Dalmaso, chiederebbe loro quale presunzione li abbia portati a spacciare per “riforma scolastica” qualche misera norma che alla fine ha soltanto tagliato ore e cattedre e che non ha minimamente scalfito l’impianto vecchio e vetusto della scuola. Chiederebbe loro, inoltre, se si sentono orgogliosi di essere complici di una scuola che assomiglia sempre più ad centro di rieducazione, dove ci si stringe quasi in trenta in una classe e dove è difficile lavorare sulla qualità, perché per farlo bisognerebbe spendere e non tagliare sul personale.
Quel professore, se incontrasse i rappresentanti sindacali, chiederebbe loro perché abbiano abbandonato i precari al loro destino e perché non si siano mai impegnati per costruire un sistema che privilegi il merito, invece della piatta anzianità.
Quel professore, se incontrasse i propri colleghi di ruolo, chiederebbe loro cosa li porti, come avidi sciacalli, ad accettare carichi di orari superiori alla norma, penalizzando di fatto i precari, per poi piangere lacrime di coccodrillo e stringere mani di circostanza.
Quel professore, se incontrasse alcuni colleghi precari, chiederebbe loro per quale ragione si prestino a pagare corsi farsa di (presunto) aggiornamento, solo per avere qualche punto in più in graduatoria e condannare all’inferno chi, eticamente, non accetta di comprarsi i titoli.
Quel professore, se incontrasse i genitori degli studenti, chiederebbe loro per quale motivo non facciano obiezione di coscienza, rifiutandosi di iscrivere i propri figli ad una scuola che tira a campare, che non investe nella qualità (umana), ma è lasciata tristemente al suo destino.
Quel professore, se incontrasse il cosiddetto uomo della strada, gli chiederebbe conto del suo qualunquismo per cui gli insegnanti sono tutti dei “fancazzisti” e lo inviterebbe a riflettere che i danni di un sistema scolastico precario alla fine li paga lui, tramite i suoi figli.
Quel professore, se incontrasse alcuni giovani appena diplomatisi e desiderosi di iscriversi all’università, chiederebbe loro se valga la pena studiare in un Paese che non merita gente acculturata, ma solo utili idioti.
Quel professore, se incontrasse i suoi vecchi studenti, non porrebbe loro alcuna domanda. Anzi, li inviterebbe a farne, e tante. Finché qualcuno non risponderà.
Quel professore, come tanti altri, rischia di non poter più svolgere il lavoro per cui si è preparato e nel quale riesce bene, perché, da noi, i meriti non contano e i soldi si investono soltanto nei mattoni degli amici o dei grandi elettori.
Quel professore (che sono io) ha ancora una domanda da rivolgere a tutti: è giusto?

Mattia Maistri

martedì 7 settembre 2010

la scuola delle meraviglie

Conferenza stampa di inizio anno, stamattina in Piazza Dante: l'Assessore Dalmaso snocciola una raffica di dati che illustrano una scuola organizzata, ricca, rinnovata e scintillante. Certo, ammette Dalmaso, i cambiamenti comportano sempre qualche momento di criticità, ma bisogna crederci e guardare avanti con fiducia ed entusiasmo. Questo il succo. Condito da generosi riferimenti alle eccellenze, all'inclusione, alla valorizzazione del merito di studenti e docenti, alle risorse tecnologiche, al primato trentino, alla maggiore chiarezza del sistema riordinato, all'attenzione per i nostri ragazzi, alle competenze di cittadinanza, al patto formativo con le famiglie. E poi qualità come se piovesse, competenze, formazione, ricerca, eccetera eccetera, eccetera.
3,5% di aumento medio del bilancio provinciale per la scuola negli ultimi 5 anni
724 milioni di euro (il 17% dell'intero bilancio provinciale) destinati alla scuola
60% delle aule attrezzate con lavagne multimediali
70.000 studenti
12 classi in più rispetto allo scorso anno
9 nuovi dirigenti (che Dellai vuole ri-chiamare presidi per legge!)
96,32% dell'organico di diritto costituito da personale di ruolo
250 posti di lavoro salvati rispetto al modello Gelmini
90% delle graduatorie esaurite
....
Ma quando gli Stati Generali hanno ricordato che i conti non tornano e che, per esempio, 5811 docenti di ruolo su 7591 totali non fanno il 96%, bensì 73%... il Presidente ha bloccato subito l'Assessore e ha fatto rispondere il solerte dott. Renna, che ha spiegato che questi sono parametri nazionali e che si devono calcolare le cattedre, non gli spezzoni. Allora abbiamo insistito: "sono posti di lavoro, cioè lavoratori: persone!" Ma il Presidente si era ormai scocciato: "Ci sono altre domande?"
Certo! Una riforma contestata dalla stragrande maggioranza del mondo della scuola, da un'ampia fetta della società civile, rifiutata da una parte significativa delle parti sociali, una riforma fatta a colpi di delibere notturne e conchiusi di Giunta, che non ha mai coinvolto il Consiglio Provinciale, una riforma su cui pendono una serie di ricorsi al TAR, al Consiglio di Stato, al Presidente della Repubblica e alla Corte di Giustizia Europea... una riforma così non è segno di una evidente debolezza politica? Anzi, di una clamorosa sconfitta politica. Dellai ha definito tutto questo "proteste pretestuose e montate ad arte". Secondo lui la Giunta ha utilizzato gli strumenti appropriati e ha fatto un ottimo lavoro e di nuovo qualità, merito, eccellenze, didattica, competenze e attenzione per i nostri ragazzi e qualità e risorse e qualità e formazione eccetera, eccetera, eccetera...

nz e ag

per chi vuole godersi il video degli interventi di Dellai e Dalmaso:
  clicca qui

sabato 4 settembre 2010

Dalmaso si smentisce da sola


L'adige, 4 settembre 2010

"I precari non hanno nessuna garanzia, non c’è nemmeno bisogno di licenziarli: sono fantasmi, utili quando servono, inesistenti quando non servono più". Ancora: "I soldi quindi ci sono, il problema è come si decide di spenderli. La verità è che i tagli sulla scuola pubblica servono a finanziare quella privata". Alessandro Genovese e Nicola Zuin (foto) sono due docenti precari. Ma soprattutto sono i fondatori degli Stati Generali, che dall'omonimo blog su internet hanno dato parecchio filo da torcere a Piazza Dante in questi mesi di polemiche sulla riorganizzazione della scuola in Trentino e a livello nazionale. L'intervista rilasciata dall'Assessore Marta Dalmaso e pubblicata ieri dall'Adige l'hanno letta con attenzione. Ed ora replicano punto su punto.
L'assessore Marta Dalmaso sostiene che i tagli sono stati perfino arginati, rispetto al modello Gelmini. E, in ogni caso, quei 35 esuberi non sono affatto definitivi. Che numeri avete in mano voi? E come sono stati calcolati?
L’assessore ha ripetuto per mesi che non ci sarebbe stato nessun taglio. Quindi anche soltanto uno sarebbe un taglio in più di quanto da lei garantito. Inoltre Dalmaso, con quei 35, intende i perdenti posto tra il personale di ruolo. A questi vanno aggiunte le 60 cattedre in meno, rispetto allo scorso anno, assegnate ai precari. Il che equivale, calcolando gli spezzoni di cattedra, ad almeno 75 posti di lavoro. Per fare il conto, basta confrontare i dati relativi alle supplenze assegnate lo scorso anno con quelli di quest’anno. Sul nostro blog è disponibile una tabella che illustra i dati completi.
Che effetto ha sui precari della scuola trentina l'«iniziativa innovativa» provinciale?
Secondo l’assessore in Trentino “siamo attorno al 93 per cento della copertura sulle cattedre” con personale di ruolo (L’Adige, 22 agosto 2010). Ma i dati disponibili sul sito della Provincia la smentiscono: per l’anno scolastico 2009/10 le cattedre coperte da insegnanti precari ammontavano al 19 per cento: 1429 precari su 7058 docenti. E per le superiori la percentuale sale al 20,5. L’iniziativa innovativa, con la riduzione del personale che determina, getta su questo esercito di persone ulteriore incertezza. I precari non hanno nessuna garanzia, non c’è nemmeno bisogno di licenziarli: sono fantasmi, utili quando servono, inesistenti quando non servono più.
Soldi, dice l'assessore, non ce ne sono. Cosa rispondete?
Dalmaso attribuisce il problema a “questo contesto nazionale”, in cui “non è possibile assicurare rinnovi contrattuali a singoli comparti del pubblico impiego”, ma è troppo facile scaricare le responsabilità su Roma. Lo stesso giorno in cui si annunciava la fumata nera nelle trattative con i sindacati, la stampa dava notizia dell’ennesimo stanziamento, di oltre 12 milioni di euro, alla formazione professionale, in Trentino sostanzialmente privata. I soldi quindi ci sono, il problema è come si decide di spenderli. La verità è che i tagli sulla scuola pubblica servono a finanziare quella privata.
L'assessore ha motivato le scelte politiche fatte dicendo che sono per il bene della scuola. Immagino non siate d'accordo...
L’eliminazione degli istituti professionali, l’aumento del numero di studenti per classe, la riduzione del tempo scuola, la precarizzazione dei docenti, l’abbassamento del livello formativo, l’introduzione di una logica aziendale: questa è la sostanza della sua «iniziativa innovativa», dove sta il bene della scuola?
I docenti che hanno aderito agli Stati Generali (a proposito, quanti siete?) si sentono ben rappresentati dalle parti sociali?
La grande attenzione suscitata dagli Stati Generali è sintomo di un diffuso malcontento nei confronti dei sindacati, sulle cui ragioni sarebbe ora di interrogarsi. Quanto ai numeri, noi non facciamo tessere, e quindi stabilire quanti siamo effettivamente è difficile. Certo è che il mondo della scuola ha appoggiato in modo massiccio le nostre azioni di lotta. Lo dimostrano le 700 firme raccolte dalle nostre mozioni contro l’iniziativa innovativa, i quasi 1600 insegnanti (il 75%) che hanno condiviso la proposta degli Stati Generali in occasione del voto sulle ore da 50 o 60 minuti, e pure il fatto che le nostre magliette rosse di protesta sono andate esaurite in poche ore.
Quali sono le vostre richieste?
Da mesi denunciamo gli intenti nascosti di questa riforma della scuola e la falsità dei dati utilizzati per giustificarla. Abbiamo avanzato proposte concrete e alternative, ma il Palazzo ha sempre fatto finta di niente. Chiediamo che l’assessore Dalmaso si renda disponibile a un dibattito pubblico in cui confrontarci.
J.V.

giovedì 2 settembre 2010

numeri

Ecco i primi risultati della Riforma Dalmaso.

Quest'anno, in Sovrintendenza, sono state assegnate CINQUANTANOVE CATTEDRE IN MENO.

In questo calcolo sono stati sommati anche gli spezzoni, per cui i POSTI DI LAVORO TAGLIATI sono molti di più: SETTANTACINQUE, OTTANTA?

giudicate voi stessi

Risultati parziali, sicuramente. Ma se il buongiorno si vede dal mattino....

riduzione illegittima

 Secondo il parere del CNPI:i decreti interministeriali che prevedono la riduzione dell'orario annuale nei tecnici enei professionali sono illgittimi

giovedì 26 agosto 2010

Cahier de doléances

L'anno scolastico non è ancora cominciato e già i motivi per denunciare la totale disorganizzazione del sistema trentino si affastellano: il caos delle graduatorie, i ricorsi che bloccano le convocazioni, le cattedre che appaiono e scompaiono, la scandalosa assenza di trasparenza nell'amministrazione, l'imbarazzante incapacità dell'assessorato di rispondere alle domande e alle esigenze di docenti, presidi, segreterie e studenti, la preoccupante navigazione a vista dei massimi dirigenti della sovrintendenza, la vuotezza desolante dei proclami dei superpagati consulenti, la criminosa incertezza del diritto che proietta un'ombra letale su tutto il sistema...

Tutto questo continua a ricadere sulla testa degli studenti, dei docenti, dei presidi: è la scuola reale che continua a pagare il caro prezzo dei danni provocati da chi fa della scuola soltanto strumento di clientelari logiche di potere e di miopi politiche di risparmio.

Gli Stati Generali denunciano da mesi la gravità di questa situazione e intendono continuare a smascherare le responsabilità di questo premeditato assassinio della scuola pubblica.

Inizia l'anno scolastico: 

parte l'operazione 

Cahier de doléances

Raccontateci le ingiustizie di cui siete vittime, le pratiche poco chiare di cui vi siete accorti, i conti che non tornano, i favori agli amici degli amici, le incongruenze, le contraddizioni, le carenze, gli abusi, gli sprechi.

Lasciate un commento a questo post o mandate una mail a scuola.trentina@gmail.com

Presenteremo il conto... e chi rompe dovrà pagare i danni!


SGST

lunedì 23 agosto 2010

fantasmi


Che i precari siano dei fantasmi... purtroppo lo sapevamo. Ma che anche le cattedre siano della stessa ectoplasmica sostanza ci sorprende: dove sono finite tutte le cattedre che erano disponibili qualche giorno fa e ora non ci sono più?

Sulla 037, per esempio, a fronte di qualche cattedra nuova (Cles, Borgo), si sono infatti smaterializzate troppe cattedre rispetto ai quadri pubblicati (2 al Prati, 2 a Tione, 1 a Pozza, 1 a Mezzolombardo, 14 ore a Rovereto, il DaVinci passa da 22 ore a 13): sono stati due soli, infatti, i passaggi di ruolo e due le riconferme annuali (Tione e Pozza) e  non ci risultano movimenti da altra provincia su questa classe di concorso.

Ci sono altri casi simili?
Qualcuno sa risolvere il mistero?

AIUTOOOO i FANTASMI!

domenica 22 agosto 2010

diecimila

Il blog degli Stati Generali 
della Scuola Trentina 
ha superato oggi
 la soglia dei diecimila clik!

grazie a tutti!
avanti così.

paragoni impropri: rifacciamo i conti?



Scuola e convocazioni, pressing della Cgil
TRENTO - «Se la necessità è quella di coprire il maggior numero di posti possibile con personale a tempo indeterminato, occorre ridurre il numero di cattedre disponibili temporaneamente che, ad oggi, risulta essere ancora inspiegabilmente troppo elevato. Ciò è testimoniato anche dal fatto che nelle graduatorie di ogni ordine e grado si trovano precari con quindici o venti anni di servizio alle spalle». L'appello è della Cgil. Che chiede alla Provincia di regolarizzare con contratti a tempo indeterminato la posizione dei precari «storici». Quegli insegnanti, cioè, che da anni prestano servizio nel mondo della scuola trentina con contratti a scadenza. E la Provincia? «L'amministrazione si è presa l'impegno di analizzare tale situazione e di dare una risposta entro qualche mese», fa sapere ancora la Cgil nella nota datata 18 agosto e pubblicata sul sito internet della confederazione sindacale. Anche i precari degli Stati Generali della scuola trentina, giusto tre giorni fa, sono intervenuti sull'argomento: «È notizia di questi giorni che in Italia ci saranno 10mila nuove assunzioni: pochissime, se si pensa che due anni fa furono 50mila. Ma almeno è qualcosa, rispetto al Trentino: infatti nella ricca autonomia nostrana non ci sarà nessuna immissione in ruolo quest'anno. Come mai signora Dalmaso?», chiedevano gli Stati Generali che per mesi hanno denunciato tagli alle cattedre. «Qualcosa si è mosso a livello nazionale perché si partiva da un livello di copertura dei posti in organico molto più basso di quello che c'è in Trentino, dove siamo attorno al 93% della copertura sulle cattedre - dice l'assessore provinciale all'Istruzione Marta Dalmaso -. Per cui non si facciano paragoni di questo tipo perché sono veramente impropri». 
J.V.
(Articolo completo sull'Adige in edicola)



sabato 21 agosto 2010

onda rossa




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oppure manda una mail a scuola.trentina@gmail.com

caos

Assegnazione cattedre, a scuola è un vero caos

TRENTO - La mattinata negli uffici ai piani alti dell'assessorato all'Istruzione, ieri, è stata parecchio intensa. Anzi, frenetica. Nel giro di 24 ore, sul tavolo della dirigente del Servizio risorse umane Maurizia Zadra, è arrivata la notizia che presso gli uffici del Tar erano stati depositati tre ricorsi (uno il 18, uno il 19 ed uno il 20 di agosto) che rischiavano di bloccare le convocazioni dei docenti che sono cominciate proprio ieri mattina all'assessorato all'Istruzione in via Gilli. Dove si assegnavano incarichi a tempo determinato (le immissioni in ruolo a tempo indeterminato sono bloccate per la questione legata ai punteggi di continuità).
I ricorsi sono stati promossi da tre insegnanti che a vario titolo contestano di essere stati penalizzati in graduatoria dalla mancata attribuzione di punteggi derivanti dalla frequentazione della Siss, la Scuola per l'abilitazione all'insegnamento. Ricorsi che il presidente del Tar facente funzione, Alma Chiettini, ha accolto emettendo poi tre decreti di urgenza, l'ultimo dei quali è arrivato in assessorato ieri poco dopo mezzogiorno.
«Il Tar ha accolto un'istanza di una docente intimandoci di rivedere la graduatoria. Ci sono poi altri due ricorsi pendenti su cui stiamo aspettando una decisione e quindi abbiamo preferito sospendere le convocazioni per riaggiornarci nel pomeriggio, alle 14 e 30», aveva dichiarato ieri mattina Maurizia Zadra. Il rischio era quello di dover rimandare le convocazioni a data da destinarsi, perché la posizione dei tre ricorrenti in graduatoria - dice il Tar - andava rivista. Infatti i tre docenti sono stati inseriti nuovamente in lista ma con il punteggio riformulato sulla base delle indicazioni del Tribunale, e le convocazioni sono quindi andate avanti (quasi) normalmente nel pomeriggio. Rimane quindi valido il calendario per le convocazioni disponibile su www.vivoscuola.it. 
Jacopo Valenti
(Articolo completo sull'Adige in edicola)

venerdì 20 agosto 2010

rattoppi

aggiustate le graduatorie come disposto dal TAR, restituendo ai ricorrenti quanto evidentemente sottratto, oggi pomeriggio si sono svolte le operazioni di assegnazione delle cattedre previste per stamattina. Rimando al sito del TAR di Trento per i dettagli dei ricorsi e dei dispositivi che ne sono seguiti.

A quanto pare il calendario delle prossime convocazioni non dovrebbe subire variazioni...
...almeno speriamo.

Dunque tutto come prima: quadri disponibilità col contagocce, cattedre fantasma sui tabelloni, la questione dei passaggi di ruolo ancora da chiarire, eccetera eccetera eccetera.

saluti
nz

Sospese le convocazioni!!!!!!

Stamattina, dopo due ore di attesa snervante, i colleghi precari convocati per l'assegnazione delle cattedre si sono sentiti dire che, a causa di ben tre ricorsi contro le graduatorie, le operazioni di assegnazione sono sospese, in attesa di capire come risolvere la situazione.

L'ennesima brutta figura dell'amministrazione dimostra ancora una volta che questo sistema è disastroso, inutile e dannoso per i docenti, per gli studenti e per le scuole.

L'appuntamento è per le 14.30: i dirigenti hanno promesso che saranno in grado di dire come procederanno e quando e come sarà possibile riprendere le operazioni.

Noi ci saremo: con le nostre magliette e la nostra denuncia. Vi aspettiamo!

nz e ag

Una maglietta rossa contro la precarietà

Su l'Adige di oggi, a pag 25 un servizio sulla nostra iniziativa delle magliette.

ecco qui il testo originale:


Sono in corso presso la Sovrintendenza scolastica, le convocazioni per le assunzioni a tempo determinato: anche quest'anno, a pochi giorni dall'inizio delle lezioni, il sistema scolastico - nazionale e trentino – ricorre alla paziente disponibilità dei precari per coprire la cronica carenza di personale. 

In uno stanzone di via Gilli, centinaia di docenti aspettano il proprio turno, sperando di poter accedere a una delle cattedre disponibili: da anni partecipano a questa sorta di mercato del bestiame, rassegnati, disgustati, incazzati, animati dalla speranza di vedere riconosciuta con un'assunzione a tempo indeterminato, un giorno chissà quando, la loro dignità professionale e umana.

E' notizia di questi giorni che in Italia ci saranno 10.000 nuove assunzioni: pochissime, se si pensa che due anni fa furono 50.000. Una goccia nel mare, se si pensa ai 300.000 precari e agli 80.000 posti vacanti. Ma almeno è qualcosa, rispetto al Trentino: infatti nella ricca autonomia nostrana non ci sarà nessuna immissione in ruolo quest'anno. Come mai Signora Dalmaso? Forse che l'Assessore ha finalmente capito che la sua riforma produrrà nei prossimi anni un drastico ridimensionamento del personale della scuola? O è ancora convinta del contrario e si vuole soltanto togliere un sassolino dalla scarpa nei confronti dei docenti che hanno criticato la sua iniziativa innovativa? 

La scusa ufficiale è quella dell'incertezza gettata sulle graduatorie dalla sentenza del TAR di Trento, che ha giustamente bocciato il provvedimento con cui la Giunta voleva attribuire ben 40 punti di bonus a chiunque avesse insegnato in Trentino (anche nelle scuole private e paritarie) per tre anni consecutivi: un sistema spacciato per garanzia della continuità didattica, ma evidentemente architettato soltanto per favorire gli amici degli amici, in barba alla Costituzione della Repubblica.

L'impasse non ha tuttavia bloccato ben 16 “passaggi di ruolo”, (i trasferimenti di docenti già di ruolo, da un ordine di scuola o da una classe di concorso ad un'altra): secondo la normativa vigente, tuttavia, questi passaggi non possono superare il 25% delle nuove assunzioni. Dunque l'Assessore, per rispettare la Legge, dovrebbe dirci quando assumerà i 48 precari che ne hanno così acquisito il diritto.
Sullo sfondo di questa scena tragica resta un panorama deprimente, punteggiato da questioni di assoluto rilievo, alle quali, da anni, il Ministero, come la Giunta, fingono di rispondere con tanti bei discorsi sulla meritocrazia e sulla centralità della scuola, di fatto invece seguendo una politica che ha ulteriormente impoverito la scuola pubblica, abbassato il livello della preparazione degli studenti, umiliato e precarizzato il lavoro degli insegnanti.
Gli Stati Generali della Scuola Trentina continuano a denunciare questa situazione, assurda da qualsiasi punto di vista, scientifico, pedagogico, economico e sociale: per manifestare il profondo dissenso nei confronti di questa miope politica scolastica stanno distribuendo le loro magliette rosse, da cui un fantasma arrabbiato ricorda che “L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Non sulla precarietà”. Dalmaso, se ci sei, batti un colpo!

Nicola Zuin e Alessandro Genovese – Stati Generali della Scuola Trentina


(se ne parla anche al TG di TCA)

mercoledì 18 agosto 2010

prenota la tua maglietta rossa


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venerdì 13 agosto 2010

giovedì 12 agosto 2010

Magliette

Eccole!
sono arrivate le magliette degli Stati Generali! Rosse fiammanti e incazzate com'è giusto.

Prenotate subito la vostra.

sabato 7 agosto 2010

equilibrio precario: NO alle cattedre con più di 18 ore!!!

"da il fatto quotidiano, blog di Luciano Lanza
Unicobas scuola chiama alla mobilitazione contro la riforma Gelmini


La prossima lotta di docenti di ruolo e precari delle scuole superiori


Lo scorso anno scolastico è stata la volta delle Elementari e delle Medie. Il governo delle “tre i” ha tagliato decine di migliaia di cattedre e posti di ausiliari ed amministrativi, facendo quasi sparire il bilinguismo e l’informatica dalla Secondaria di primo grado. Con la medesima operazione il ministro unico Giulio Tremonti e la sua squadra d’appoggio hanno mandato in tilt quella che l’Ocse considerava (per qualità) la sesta scuola del pianeta, la Primaria italiana, ridotta a non avere più copresenze (per il recupero dello svantaggio) fra i docenti, «spalmati» anche su dieci classi (alla faccia del «maestro prevalente») e con un tempo pieno residuale snaturato nella sua tradizionale unitarietà didattica e in quantità non confacente alle crescenti richieste delle famiglie. E dai tempi di Letizia Moratti il programma di storia in quinta elementare si ferma alla fine dell’impero romano, per rimanere due-tre anni sull’età delle caverne… Vagli poi a parlare della giornata della memoria! Il tutto grazie anche a un centro-sinistra che ha colpevolmente lasciato intonse le modifiche retrive della prime cervellotiche avances berlusconiane sull’organizzazione nazionale dell’educazione. Ma era solo l’inizio.


Da settembre la scuola vivrà gli effetti della «riforma» Gelmini anche nell’istruzione secondaria superiore. L’impianto è costruito sull’ennesimo, spaventoso minimalismo culturale: il monte ore verrà ridotto ovunque, il liceo Scientifico prevalente sarà privo del latino, gli istituti Tecnici subiranno la drastica riduzione del lavoro di laboratorio, i Professionali s’avviano a diventare copie (regionalizzate) dei centri di formazione sottoposti ai non certo disinteressati diktat dell’impresa; l’ultimo anno d’obbligo potrà essere svolto nell’apprendistato; per «riciclare» gli insegnanti in esubero, le classi di concorso sono state riviste e molte materie importanti verranno coperte da personale privo di titolo specifico.

Ma non saranno soltanto docenti, programmi e alunni a farne le spese: è il momento del sacrificio dei 60 mila precari che hanno occupato sinora quelle cattedre vacanti sulle quali non s’era proceduto a collocare (come di dovere) personale stabile. Siamo arrivati alla soluzione finale. Gli insegnanti «a tempo determinato» non solo dovranno dire addio a ogni speranza d’assunzione: quest’anno solo pochissimi di loro godranno persino del «canonico» incarico annuale. Infatti, come se non bastasse, gli Uffici scolastici provinciali offriranno per lo più cattedre a 24 ore, sia al personale di ruolo sia agli incaricati annuali, infischiandosene del limite del contratto nazionale di lavoro fissato a 18.

Per questi motivi il PUMA (Precari Unicobas Movimento Autogestito), a partire dalle convocazioni di fine agosto, intraprende una campagna nazionale di rifiuto delle cattedre superiori a 18 ore, coinvolgendo sia i docenti di ruolo sia gli insegnanti precari.

In particolare, i precari costruiranno un fronte comune (che l’Unicobas auspica s’allarghi a tutti i coordinamenti e le sigle sindacali che non accettano la manovra). Accetteranno le cattedre più consone e, nel caso in cui superino le 18 ore, rivendicheranno il diritto, sancito dall’articolo 28 del contratto nazionale, a non svolgere un orario maggiorato di insegnamento (retribuito peraltro con una mancia!). Nessuno può obbligare i lavoratori della scuola, che siano precari o di ruolo, a forme di straordinario obbligatorio, e l’opzione zero sulle ore aggiuntive verrà garantita dall’opera di patrocinio degli uffici legali del sindacato.

In questo modo gli Uffici scolastici provinciali saranno costretti a chiedere al ministero dell’Istruzione un’integrazione di organico, si libereranno altri posti per i colleghi rimasti senza lavoro e, riaprendo dall’inizio dell’anno scolastico il fronte del dissenso, si avranno maggiori garanzie per il futuro della scuola pubblica.

Stefano d’Errico (segretario nazionale dell’Unicobas Scuola)