martedì 28 settembre 2010

la parola ai lavoratori!

Il piano di riordino della scuola secondaria trentina, la cosiddetta Riforma Dalmaso, concretizzatosi nell'"iniziativa innovativa" sancita dalla Delibera di Giunta n. 533 del 16 marzo 2010, stabilisce in 50 minuti le unità orarie per il personale docente delle scuole ed istituti di istruzione elementare e secondaria della P.A.T. 

Tale definizione oraria determina l’obbligo, per gli insegnanti, di recuperare un certo numero di ore annue, senza prevedere alcuna integrazione salariale. Ad oggi esiste solo un'ipotesi di accordo sulle modalità e sui criteri che dovrebbero regolare questo recupero. 

In vista della sottoscrizione di un accordo definitivo tra PAT e Organizzazioni Sindacali sulle modalità di utilizzo delle ore di recupero, gli Stati Generali della Scuola Trentina ritengono improrogabile una consultazione dei lavoratori della scuola: per questo, invitano le OO.SS. che li rappresentano a promuovere un referendum, nel quale i docenti possano finalmente esprimere il loro parere e far sentire la loro voce non soltanto in merito all'ipotesi di accordo, ma sull’iniziativa innovativa nel suo complesso.

Ulteriori dettagli verranno forniti nel corso della conferenza stampa che gli Stati Generali convocano per domani, mercoledì 29 settembre, alle ore 15.00, presso la Sala Commissioni n.2 del Palazzo del Consiglio Regionale, in Piazza Dante a Trento.


Gli Stati Generali della Scuola Trentina

venerdì 17 settembre 2010

il troppo stroppia

In questi giorni, nelle nostre scuole si stanno discutendo le forme e i modi per distribuire le ore da recuperare derivanti dai dieci minuti di differenza tra le ore contrattuali (18 da 60 minuti) e le unità orarie "imposte" dall'iniziativa innovativa targata Dalmaso (18 unità da 50 minuti).

A scanso di equivoci, visto che in molti casi vengono proposte dai dirigenti "interpretazioni" che finiscono con l'aumentare il monte ore totale da recuperare, ricordiamo che, stando all'ipotesi di accordo siglata da CGIL Gilda e CISL:

1. Le ore da recuperare sono 70.
3. Di queste 70, 4 ore si aggiungono alle 20 di aggiornamento (ex art..26)
4. altre 6 ore sono riservate per la programmazione
5. le rimanenti 60 ore vanno svolte in attività con gli studenti
6. queste ultime 60 "ore" sono in realtà da intendersi come "unità orarie da 50 minuti"

Soprattutto non dimentichiamo che quello siglato dai sindacati (ma non tutti) è solo un'ipotesi di accordo, non un accordo e tanto meno un contratto!!!!

domenica 12 settembre 2010

io, prof precario nella scuola triste

il trentino, 10 settembre 2010

Caro direttore, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico vorrei raccontarle una storia. Vera. C’è un professore trentino, precario, che ha poco più di trent’anni. Possiede due lauree e una specializzazione. E’ inoltre abilitato alla professione e in nove anni si è trovato a insegnare a molte persone: dai figli disperati della Trento bene dei centri di recupero anni scolastici, fino ai liceali di alta montagna. Pur di rispettare la continuità didattica e non penalizzare la “sua” classe, qualche anno fa ha rinunciato ad una cattedra che gli avrebbe consentito di fare un balzo in avanti in graduatoria. Perché crede che il rispetto verso gli studenti valga più dell’interesse economico personale. In questi anni non ha mai ricevuto un richiamo, a fronte di molti complimenti. Ma adesso ha minime possibilità di lavorare.
Quel professore, se incontrasse il governatore Dellai e l’assessore Dalmaso, chiederebbe loro quale presunzione li abbia portati a spacciare per “riforma scolastica” qualche misera norma che alla fine ha soltanto tagliato ore e cattedre e che non ha minimamente scalfito l’impianto vecchio e vetusto della scuola. Chiederebbe loro, inoltre, se si sentono orgogliosi di essere complici di una scuola che assomiglia sempre più ad centro di rieducazione, dove ci si stringe quasi in trenta in una classe e dove è difficile lavorare sulla qualità, perché per farlo bisognerebbe spendere e non tagliare sul personale.
Quel professore, se incontrasse i rappresentanti sindacali, chiederebbe loro perché abbiano abbandonato i precari al loro destino e perché non si siano mai impegnati per costruire un sistema che privilegi il merito, invece della piatta anzianità.
Quel professore, se incontrasse i propri colleghi di ruolo, chiederebbe loro cosa li porti, come avidi sciacalli, ad accettare carichi di orari superiori alla norma, penalizzando di fatto i precari, per poi piangere lacrime di coccodrillo e stringere mani di circostanza.
Quel professore, se incontrasse alcuni colleghi precari, chiederebbe loro per quale ragione si prestino a pagare corsi farsa di (presunto) aggiornamento, solo per avere qualche punto in più in graduatoria e condannare all’inferno chi, eticamente, non accetta di comprarsi i titoli.
Quel professore, se incontrasse i genitori degli studenti, chiederebbe loro per quale motivo non facciano obiezione di coscienza, rifiutandosi di iscrivere i propri figli ad una scuola che tira a campare, che non investe nella qualità (umana), ma è lasciata tristemente al suo destino.
Quel professore, se incontrasse il cosiddetto uomo della strada, gli chiederebbe conto del suo qualunquismo per cui gli insegnanti sono tutti dei “fancazzisti” e lo inviterebbe a riflettere che i danni di un sistema scolastico precario alla fine li paga lui, tramite i suoi figli.
Quel professore, se incontrasse alcuni giovani appena diplomatisi e desiderosi di iscriversi all’università, chiederebbe loro se valga la pena studiare in un Paese che non merita gente acculturata, ma solo utili idioti.
Quel professore, se incontrasse i suoi vecchi studenti, non porrebbe loro alcuna domanda. Anzi, li inviterebbe a farne, e tante. Finché qualcuno non risponderà.
Quel professore, come tanti altri, rischia di non poter più svolgere il lavoro per cui si è preparato e nel quale riesce bene, perché, da noi, i meriti non contano e i soldi si investono soltanto nei mattoni degli amici o dei grandi elettori.
Quel professore (che sono io) ha ancora una domanda da rivolgere a tutti: è giusto?

Mattia Maistri

martedì 7 settembre 2010

la scuola delle meraviglie

Conferenza stampa di inizio anno, stamattina in Piazza Dante: l'Assessore Dalmaso snocciola una raffica di dati che illustrano una scuola organizzata, ricca, rinnovata e scintillante. Certo, ammette Dalmaso, i cambiamenti comportano sempre qualche momento di criticità, ma bisogna crederci e guardare avanti con fiducia ed entusiasmo. Questo il succo. Condito da generosi riferimenti alle eccellenze, all'inclusione, alla valorizzazione del merito di studenti e docenti, alle risorse tecnologiche, al primato trentino, alla maggiore chiarezza del sistema riordinato, all'attenzione per i nostri ragazzi, alle competenze di cittadinanza, al patto formativo con le famiglie. E poi qualità come se piovesse, competenze, formazione, ricerca, eccetera eccetera, eccetera.
3,5% di aumento medio del bilancio provinciale per la scuola negli ultimi 5 anni
724 milioni di euro (il 17% dell'intero bilancio provinciale) destinati alla scuola
60% delle aule attrezzate con lavagne multimediali
70.000 studenti
12 classi in più rispetto allo scorso anno
9 nuovi dirigenti (che Dellai vuole ri-chiamare presidi per legge!)
96,32% dell'organico di diritto costituito da personale di ruolo
250 posti di lavoro salvati rispetto al modello Gelmini
90% delle graduatorie esaurite
....
Ma quando gli Stati Generali hanno ricordato che i conti non tornano e che, per esempio, 5811 docenti di ruolo su 7591 totali non fanno il 96%, bensì 73%... il Presidente ha bloccato subito l'Assessore e ha fatto rispondere il solerte dott. Renna, che ha spiegato che questi sono parametri nazionali e che si devono calcolare le cattedre, non gli spezzoni. Allora abbiamo insistito: "sono posti di lavoro, cioè lavoratori: persone!" Ma il Presidente si era ormai scocciato: "Ci sono altre domande?"
Certo! Una riforma contestata dalla stragrande maggioranza del mondo della scuola, da un'ampia fetta della società civile, rifiutata da una parte significativa delle parti sociali, una riforma fatta a colpi di delibere notturne e conchiusi di Giunta, che non ha mai coinvolto il Consiglio Provinciale, una riforma su cui pendono una serie di ricorsi al TAR, al Consiglio di Stato, al Presidente della Repubblica e alla Corte di Giustizia Europea... una riforma così non è segno di una evidente debolezza politica? Anzi, di una clamorosa sconfitta politica. Dellai ha definito tutto questo "proteste pretestuose e montate ad arte". Secondo lui la Giunta ha utilizzato gli strumenti appropriati e ha fatto un ottimo lavoro e di nuovo qualità, merito, eccellenze, didattica, competenze e attenzione per i nostri ragazzi e qualità e risorse e qualità e formazione eccetera, eccetera, eccetera...

nz e ag

per chi vuole godersi il video degli interventi di Dellai e Dalmaso:
  clicca qui

sabato 4 settembre 2010

Dalmaso si smentisce da sola


L'adige, 4 settembre 2010

"I precari non hanno nessuna garanzia, non c’è nemmeno bisogno di licenziarli: sono fantasmi, utili quando servono, inesistenti quando non servono più". Ancora: "I soldi quindi ci sono, il problema è come si decide di spenderli. La verità è che i tagli sulla scuola pubblica servono a finanziare quella privata". Alessandro Genovese e Nicola Zuin (foto) sono due docenti precari. Ma soprattutto sono i fondatori degli Stati Generali, che dall'omonimo blog su internet hanno dato parecchio filo da torcere a Piazza Dante in questi mesi di polemiche sulla riorganizzazione della scuola in Trentino e a livello nazionale. L'intervista rilasciata dall'Assessore Marta Dalmaso e pubblicata ieri dall'Adige l'hanno letta con attenzione. Ed ora replicano punto su punto.
L'assessore Marta Dalmaso sostiene che i tagli sono stati perfino arginati, rispetto al modello Gelmini. E, in ogni caso, quei 35 esuberi non sono affatto definitivi. Che numeri avete in mano voi? E come sono stati calcolati?
L’assessore ha ripetuto per mesi che non ci sarebbe stato nessun taglio. Quindi anche soltanto uno sarebbe un taglio in più di quanto da lei garantito. Inoltre Dalmaso, con quei 35, intende i perdenti posto tra il personale di ruolo. A questi vanno aggiunte le 60 cattedre in meno, rispetto allo scorso anno, assegnate ai precari. Il che equivale, calcolando gli spezzoni di cattedra, ad almeno 75 posti di lavoro. Per fare il conto, basta confrontare i dati relativi alle supplenze assegnate lo scorso anno con quelli di quest’anno. Sul nostro blog è disponibile una tabella che illustra i dati completi.
Che effetto ha sui precari della scuola trentina l'«iniziativa innovativa» provinciale?
Secondo l’assessore in Trentino “siamo attorno al 93 per cento della copertura sulle cattedre” con personale di ruolo (L’Adige, 22 agosto 2010). Ma i dati disponibili sul sito della Provincia la smentiscono: per l’anno scolastico 2009/10 le cattedre coperte da insegnanti precari ammontavano al 19 per cento: 1429 precari su 7058 docenti. E per le superiori la percentuale sale al 20,5. L’iniziativa innovativa, con la riduzione del personale che determina, getta su questo esercito di persone ulteriore incertezza. I precari non hanno nessuna garanzia, non c’è nemmeno bisogno di licenziarli: sono fantasmi, utili quando servono, inesistenti quando non servono più.
Soldi, dice l'assessore, non ce ne sono. Cosa rispondete?
Dalmaso attribuisce il problema a “questo contesto nazionale”, in cui “non è possibile assicurare rinnovi contrattuali a singoli comparti del pubblico impiego”, ma è troppo facile scaricare le responsabilità su Roma. Lo stesso giorno in cui si annunciava la fumata nera nelle trattative con i sindacati, la stampa dava notizia dell’ennesimo stanziamento, di oltre 12 milioni di euro, alla formazione professionale, in Trentino sostanzialmente privata. I soldi quindi ci sono, il problema è come si decide di spenderli. La verità è che i tagli sulla scuola pubblica servono a finanziare quella privata.
L'assessore ha motivato le scelte politiche fatte dicendo che sono per il bene della scuola. Immagino non siate d'accordo...
L’eliminazione degli istituti professionali, l’aumento del numero di studenti per classe, la riduzione del tempo scuola, la precarizzazione dei docenti, l’abbassamento del livello formativo, l’introduzione di una logica aziendale: questa è la sostanza della sua «iniziativa innovativa», dove sta il bene della scuola?
I docenti che hanno aderito agli Stati Generali (a proposito, quanti siete?) si sentono ben rappresentati dalle parti sociali?
La grande attenzione suscitata dagli Stati Generali è sintomo di un diffuso malcontento nei confronti dei sindacati, sulle cui ragioni sarebbe ora di interrogarsi. Quanto ai numeri, noi non facciamo tessere, e quindi stabilire quanti siamo effettivamente è difficile. Certo è che il mondo della scuola ha appoggiato in modo massiccio le nostre azioni di lotta. Lo dimostrano le 700 firme raccolte dalle nostre mozioni contro l’iniziativa innovativa, i quasi 1600 insegnanti (il 75%) che hanno condiviso la proposta degli Stati Generali in occasione del voto sulle ore da 50 o 60 minuti, e pure il fatto che le nostre magliette rosse di protesta sono andate esaurite in poche ore.
Quali sono le vostre richieste?
Da mesi denunciamo gli intenti nascosti di questa riforma della scuola e la falsità dei dati utilizzati per giustificarla. Abbiamo avanzato proposte concrete e alternative, ma il Palazzo ha sempre fatto finta di niente. Chiediamo che l’assessore Dalmaso si renda disponibile a un dibattito pubblico in cui confrontarci.
J.V.

giovedì 2 settembre 2010

numeri

Ecco i primi risultati della Riforma Dalmaso.

Quest'anno, in Sovrintendenza, sono state assegnate CINQUANTANOVE CATTEDRE IN MENO.

In questo calcolo sono stati sommati anche gli spezzoni, per cui i POSTI DI LAVORO TAGLIATI sono molti di più: SETTANTACINQUE, OTTANTA?

giudicate voi stessi

Risultati parziali, sicuramente. Ma se il buongiorno si vede dal mattino....

riduzione illegittima

 Secondo il parere del CNPI:i decreti interministeriali che prevedono la riduzione dell'orario annuale nei tecnici enei professionali sono illgittimi