n = N x 18/24,
con n=nuovo numero docenti (a 24 ore) e N=numero docenti attuale (a 18 ore).
In pratica si tratta di una riduzione del personale del 25%.
Risulterebbe in esubero pure il 5% dei colleghi di ruolo.
Visto che ci sono consiglierei a Olezzo e allegra brigata di licenziarne un altro 5%, per far posto ai giovani che - poverini - faticano a trovar lavoro e ancor piú a inserirsi nel mondo della scuola.
La fondazione Agnelli, ben prima dello scoppio della crisi attuale, riteneva necessaria una riduzione del numero dei docenti in Italia (vedi http://www.fga.it/uploads/media/Fondazione_Agnelli_-_Anticipazione_ricerca_insegnanti._Demografia_e_pensionamenti.Finale.pdf), anche se, nelle sua insipienza, non aveva pensato alla possibilitá di una bella soluzione finale. In effetti occorreva che i tecnici andassero al governo, ché dalle fondazioni si fanno dei gran begli studi, ma si incide poco e, talvolta, ci si lascia andare a qualche problematizzazione di troppo.
Cito dal rapporto: "La prima è la necessità di rallentare in modo sostanziale o, addirittura, sospendere l’immissione in ruolo dei precari, che dal 2001 a oggi è stata pari a oltre 200.000 unità, più di ogni altro settore produttivo. Si tratterebbe di una scelta socialmente e politicamente complessa nei confronti di chi è in attesa della posizione di ruolo da molti anni, in media più di dieci."
Quando si dice che la crisi pone nuovi problemi si dice una mezza veritá: in qualche caso, infatti, risolve quelli vecchi.
LB
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