martedì 9 febbraio 2010

aperture


"Anche in Trentino 1.056 ore di scuola"

Dalmaso esclude riduzioni "Non meno della Gelmini"



di L. Patruno, l'adige, 9 febbraio 2010




«Il tempo scuola per gli studenti trentini sarà uguale a quello definito a livello nazionale». Lo ha detto ieri l'assessore provinciale all'istruzione Marta Dalmaso ai consiglieri del Pd, Margherita Gogo, Sara Ferrari e Bruno Do-rigatti, che si sono presentati alla riunione del gruppo consiliare con un elenco di sette obiezioni- richieste dì modifica della riforma trentina della scuola superiore.
La prima di queste era proprio l'osservazione che «gli studenti trentini non possono fare meno scuola degli altri». Il monte ore previsto dalla riforma Gelmini è maggiore di quello locale, perché il ministero ha imposto che si tratti (ad esempio per gli istituti tecnici) di 1056 ore, mentre la proposta trentina è di 990.
«Marta - spiega al termine Sara Ferrari - ha condiviso questa nostra richiesta e ha assicurato che anche se si dovesse fissare l'ora di 50 minuti il tempo scuola totale sarà uguale a quello nazionale, quindi o si faranno 32 lezioni da 60 minuti per 33 settimane o 34 lezioni da 50 minuti per 35 settimane». Altro punto su cui i tre consiglieri del Pd più critici sulla riforma della scuola hanno ottenuto soddisfazione riguarda le lezioni di laboratorio negli istituti tecnici, che non saranno inferiori - ha promesso Dalmaso - a quelle previste dalla Gelmini.
Ferrari, Cogo e Dorigatti hanno infatti ricordato all'assessore che non si capirebbero dei dagli «alla luce delle disponibilità economiche dell'autonomia trentina e degli investimenti fatti negli ultimi anni dalla Provincia sull'innovazione dei laboratori». Anche per quanto riguarda la flessibilità organizzativa e l'autonomia delle istituzioni scolastiche, l'assessore ha detto che in Trentino non saranno inferiori a quelle nazionali, anche se a Roma si gioca sulla distinzione tra autonomia (20%) e flessibilità entro il biennio (30%) degli istituti invece di fare un calcolo complessivo.
L'assessóre all'istruzione ha detto comunque ai consiglieri del Pd che prima di fare modifiche alla sua riforma dovrà attendere il testo definitivo del regolamento approvato in consiglio dei ministri, che sarà a disposizione nei prossimi giorni.
Un punto su cui non si sono registrate significative aperture è quello che riguarda la soppressione degli istituti professionali che l'assessore Dalmaso è decisa a confermare soprattutto dopo aver ottenuto il quinto anno per la formazione professionale. 
«L'istruzione professionale - hanno scritto nel loro documento Dorigatti, Cogo e Ferrari - è un tipo di offerta formativa che non viene eliminata sul territorio nazionale e quindi non deve esserlo nemmeno in Trentino». E si chiedono: «Se la formazione professionale, provinciale e paritaria, con il quinto anno, si propone di diventare alternativa alla istruzione professionale, quali percorsi nuovi vengono offerti? Quali saranno i meccanismi di reclutamento del personale innovativi? Quale la gestione pubblica di quei percorsi e di quella gestione? Chiediamo garanzie che non si stia chiudendo la scuola pubblica in favore di quella privata».
I tre consiglieri provinciali del Pd chiedono anche che siano garantite tutte le articolazioni proposte dal nazionale per quanto riguarda gli istituti tecnici economici e che venga salvaguardata l'esistenza del liceo tecnologico. Si esprime preoccupazione infine perla scomparsa del diploma di istruzione professionale socio-sanitario fino ad oggi fornito dall'istituto don Milani a Rovereto, considerato che nella proposta di soppressione degli istituti professionali si perde questa specifica offerta formativa dal territorio trentino. Cogo, Ferrari e Dorigatti chiedono dunque all'assessore se questo istituto professionale può essere trasformato in istituto tecnico con articolazione biotecnologie sanitarie. 

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