mercoledì 27 gennaio 2010
…Benvenuti a teatro!
Benvenuti Siore e Siori…
…Benvenuti a teatro!
Questa sera, la premiata compagnia del Consiglio Provinciale, rappresenterà per voi l’ennesimo atto di questa tragicommedia dell’orrore
che continuano a chiamare
“riforma della scuola”
Non c’è teatro dell’assurdo che sia riuscito ad immaginare una così assurda confusione: se a Roma la destra è autrice di una riforma che il centrosinistra contesta, qui a Trento gli attori si scambiano i ruoli ed è la destra a respingere la riforma proposta dal centrosinistra.
Niente di strano, per carità… se non si trattasse tuttavia della stessa identica riforma, studiata e confezionata dal medesimo gruppo di sedicenti esperti, ispirata alla medesima filosofia della mediocrità e realizzata con il medesimo metodo autoritario.
Questa riforma, nella sua variante finanziariamente più drastica (Roma) e in quella didatticamente più pericolosa (Trento), è esattamente la stessa riforma, che segue due canali e due velocità ma che è destinata a intrecciarsi, magari nel giro di qualche anno.
I segnali che si tratti di una riforma politicamente condivisa dai due schieramenti sono evidenti.
Il sospetto che tanto gli uni, quanto gli altri stiano giocando i loro giochi col nostro lavoro, il nostro stipendio, la nostra dignità e il nostro futuro è ben più di un sospetto.
Ma se la trama è deludente il finale è scontato: la discussione di stasera non produrrà nessuna riflessione sulla scuola, nessun passo avanti verso la democrazia e nemmeno sposterà un solo voto. Soltanto chiacchiere!
Noi siamo stanchi di questo spettacolo!
siamo qui per smascherare le mascherine,
per far vedere ancora una volta che
la scuola vera è lasciata fuori dal palazzo,
la scuola vera è lasciata fuori dal palazzo,
esclusa dalla discussione
e ridotta al rango di pedina da sacrificare sulla loro scacchiera.
Ma se loro ci vogliono zitti,
noi abbiamo ancora abbastanza voce per ricordare che
la scuola siamo noi!
Gli Stati Generali della Scuola Trentina
martedì 26 gennaio 2010
Contro la Dalmaso, ma non certo con la Lega!
Domani alle 20 il Consiglio Provinciale, riunito in seduta straordinaria, discuterà la mozione di sfiducia all'assessore Dalmaso presentata dal gruppo della Lega Nord e, contestualmente, la richiesta di sospensione della delibera 2220 (Lega Nord e PDL). La maggioranza, PD compreso, si presenterà compatto alla votazione, "a difesa" della Dalmaso e della sua riforma.
Nell'invitare tutti gli aderenti agli Stati Generali della Scuola Trentina a partecipare al presidio che si terrà fuori dall'aula del Consiglio, e volendo evitare qualunque strumentalizzazione di tipo politico, specifichiamo però quanto segue:
- la nostra presenza ha un'unica ragione: poter dire la nostra, ancora una volta (e in presenza degli organi di stampa) contro l'approvazione di una riforma che continuiamo a ritenere sbagliata nel metodo e nel merito;
- questo non significa però, in alcun modo, che gli SGST appoggino la posizione di un partito - la Lega Nord, e il PDL nel suo insieme - che mentre a Trento, per bieco calcolo politico, protesta contro la riforma targata centrosinistra, a Roma sostiene convintamente la riforma Gelmini/Tremonti!
Ci vediamo domani alle 20 davanti al palazzo della Provincia
AG e NZ
sabato 23 gennaio 2010
Responsabilità: ognuno si prenda le sue!
Folgaria, Trento, 23 gennaio 2010
Onorevole Bersani,
in veste di portavoce degli Stati Generali della Scuola Trentina, ci permettiamo di consegnarLe una breve rassegna stampa, che abbiamo preparato per darLe modo, se ancora non lo avesse fatto, di aggiornarsi su quanto il Suo partito sta facendo nella nostra provincia.
Sicuramente saprà che l'Assessore Provinciale all’Istruzione Marta Dalmaso si appresta a varare, in tutta fretta, sotto la pressione del Presidente Lorenzo Dellai, una riforma scolastica che ricalca, anticipa e per certi versi peggiora la legge che a Roma sta preparando la coppia Gelmini-Tremonti e che - a Roma - sta incontrando la giusta opposizione del Suo Partito.
A Roma il PD si oppone a ciò che qui il PD propone!
Questa riforma cancellerà, assieme all'intero settore dell'istruzione professionale di Stato, decine di indirizzi di studio, modificherà i quadri orari e il calendario scolastico, riducendo la libertà di scelta della famiglie, provocando di fatto il licenziamento di centinaia di precari, abbassando drasticamente il livello dell'offerta formativa e regalando per converso su un piatto d'argento enormi vantaggi economici e politici al settore dell'educazione privata.
Questa riforma è stata preparata nel chiuso delle stanze del Ministero e della Provincia da uno stesso gruppo di consulenti che con la scuola non hanno nulla a che fare, se non per la loro pervicace volontà di svuotarne i fondamenti costituzionali di laicità e democrazia.
Questa riforma sta ora per essere imposta a docenti, studenti e famiglie, che la vivono come una minaccia e che inutilmente stanno facendo di tutto per farsi ascoltare, chiedendo che venga sospesa e ripensata con il contributo fattivo di tutti i soggetti reali che la scuola la vivono ogni giorno.
Persino i sindacati, che pur nelle prime fasi dell'iter si erano mostrati favorevoli, ora chiedono di sospendere la riforma, avendo capito il grave pericolo che rappresenta per la scuola, per l'autonomia e per la democrazia.
Questa riforma è una sciagura per la scuola e quindi per la società intera:
il PD trentino, il Suo partito, si sta assumendo una responsabilità gravissima!
il PD trentino, il Suo partito, si sta assumendo una responsabilità gravissima!
La invitiamo perciò a prendere esplicita posizione in proposito:
i tempi sono stretti, quindi, se entro qualche giorno non si pronuncerà pubblicamente e chiaramente, rivolgendo al segretario provinciale del Partito Democratico Michele Nicoletti, al capogruppo consiliare Luca Zeni e all'Assessore Marta Dalmaso l'invito a rivedere la loro determinazione alla luce delle richieste e delle proposte che salgono dalla società e dalla scuola, saremo costretti a trarne le dovute conseguenze e a considerare le belle parole del Suo partito come menzogne.
Come sa bene, una parte importante del mondo della scuola ha riposto e ripone nel Partito Democratico le sue speranze e la sua fiducia: non le tradisca, perché sarebbe l'ultima volta.
Gli Stati Generali della Scuola Trentina
http://scuolatrentina.blogspot.com
http://scuolatrentina.blogspot.com
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L'Adige – 24 gennaio 2010
Consegnato a Bersani il documento degli Stati generali della scuola con la richiesta di stoppare la delibera: «Non tradisca la fiducia nel Pd»
Ma all'interno del partito la discussione è aperta
Mercoledì il gruppo consiliare del Pd voterà in modo compatto per respingere la mozione di sfiducia all'assessore Dalmaso presentata dal centrodestra e anche per dire no al rinvio della riforma. Anche i consiglieri dissidenti, Sara Ferrari, Margherita Cogo e Bruno Dorigatti, dovrebbero allinearsi alle decisioni del partito. «Anche perché - spiega Ferrari - le mozioni dell'opposizione sono strumentali e non le voteremmo in ogni caso». Tutti rimangono però fermi su posizioni di critica per la fretta con cui si vuole arrivare alla riforma, dando l'idea di passare sulla testa degli insegnanti e degli studenti. Ieri nella riunione del coordinamento la discussione è stata animata e la partita rimane comunque ancora aperta. Molto dipenderà dai regolamenti che la Gelmini porterà venerdì in consiglio dei ministri. A quel punto si riaprirà anche nel partito una fase di confronto.
La riforma sarà oggetto domani di una specifica riunione della maggioranza in consiglio provinciale, da cui dovrebbe arrivare il via libera. Anche se nei giorni scorsi il capogruppo dell'Upt, Giorgio Lunelli, non aveva nascosto la sua preoccupazione per la mancanza di certezze.
Ieri intanto Alessandro Genovese e Nicola Zuin, portavoce degli Stati generali della scuola trentina, sono saliti a Folgaria per consegnare un dossier al segretario nazionale Pierluigi Bersani, invitandolo a prendere posizione pubblicamente per stoppare la Dalmaso. "Una parte importante del mondo della scuola - scrivono - ripone nel Pd la sua fiducia: non la tradisca perché sarebbe l'ultima volta".
mercoledì 20 gennaio 2010
ex justa causa!
Ci permettiamo di sfruttare il meritevole lavoro fatto sul sito del Liceo Galilei, che raccoglie una rassegna stampa completa relativa alla riforma Dalmaso, al suo iter e alla crescente opposizione che è andata raccogliendo.
Ringraziando le autrici e sperando che la massima diffusione delle informazioni produca la consapevolezza e la mobilitazione necessarie, ci scusiamo per il piccolo furto... è per una buona causa!
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La scuola, il Pd e il cerino in mano
L'adige, 19/01/2010 08:27 Gentile Direttore, sabato pomeriggio ero all'incontro degli Stati Generali della Scuola Trentina. Vorrei commentare alcuni episodi accaduti all'interno dell'assemblea stessa. Si è dato grande enfasi alla presenza della consigliera Sara Ferrari, che ha dichiarato frequentare l'assemblea come docente di una scuola secondaria e non in qualità di politica. Ha caldeggiato la nascita di un movimento unitario di docenti - quale gli stati generali della scuola trentina - in grado di dialogare, anche attraverso proposte sulla scuola, con l'amministrazione. Il ricordo delle sue scelte di voto all'interno del consiglio provinciale ha infervorato l'assemblea presente in sala sabato, che ha cavalcato l'onda emotiva dello sfogo personale. Comprensibile, poiché troppe volte il partito democratico e il mondo politico in generale, si è dimostrato incapace di ascoltare le reali motivazioni della protesta che in questi mesi si è sollevata da parte del mondo della scuola. Agli inizi di ottobre, con alcuni colleghi, mi sono recata ad un appuntamento ottenuto con il consigliere provinciale Alberto Pacher, avente lo scopo di attivare un confronto con il principale partito presente nella coalizione di maggioranza. Ci sentivamo titolati a farlo, visto che il numero consistente di voti ottenuti da Pacher e dal Pd, provenivano anche dal mondo della scuola. La sensazione di spiacevole distanza da ciò che era stato votato a maggioranza dalla Giunta l'11 settembre, Giunta presieduta dallo stesso Pacher, ci ha pervaso dal primo scambio di battute. Le sue affermazioni successive, apparse sul giornale, che lo vedevano evocare esempi di strategia militare come modalità politica, hanno scavato solchi profondi tra i rappresentanti politici e il popolo che li ha eletti. Credo che il Pd locale pagherà un conto molto salato per questo scollamento grave con la cittadinanza. Ma la mia speranza è che paghino soprattutto coloro che si sono nascosti in questo periodo, coloro che hanno disertato le assemblee del partito organizzate per sentire le ragioni dell'assessore e valutare le linee politiche da tenere, e non coloro che hanno sofferto le loro alzate di mano, coloro che in questi mesi hanno dedicato tempo per cercare di capire e di confrontarsi con il mondo della scuola, coloro che partecipano comunque alle assemblee cercando di portare contributi alla discussione. Lo scollamento non è solo politico ma anche sindacale. I rappresentanti dei sindacati si siederanno tra poco ai tavoli delle concertazioni sindacali con l'assessorato dell'istruzione, ma si siederanno quasi a titolo personale, forti solo della delega che spetterebbe loro se rappresentassero ancora qualcuno, visto l'esodo di molti dalle associazioni sindacali, ree di non aver saputo né informare né affiancare i docenti in questo periodo di transizione. Paola Bosco - Insegnante di Chimica alle Iti Buonarroti La contrastata riforma sulla scuola trentina lascerà sul campo molte vittime, e tra queste il Partito democratico che se ne è fatto convinto alfiere. L'Upt, infatti, il partito di Dellai, ha già scaricato la riforma e - come si può leggere nelle cronache di Trento a pagina 18 - per bocca del capogruppo in consiglio provinciale Giorgio Lunelli, ne ha preso le distanze facendola ricadere tutta sulle spalle del Pd. Lunelli ha fiutato che lo scontento è generale, non solo nel mondo della scuola ma anche fra le famiglie. E pubblicamente ha individuato nell'assessore del Pd Marta Dalmaso il capro espiatorio. Per carità, lodevole che un partito sostenga il suo assessore quando tutti gli sparano contro. Ma che questo avvenga senza che mai il partito abbia discusso prima la riforma, perché se l'è trovata già pronta da ingoiare, questo è già più opinabile, e indica come il partito sia totalmente privo di leadership e di bussola di navigazione. Gli assessori Pd in giunta votano a favore della riforma. I consiglieri del partito come Bruno Dorigatti e l'assessore regionale Margherita Cogo sono contrari. Gli altri sono spariti dalla circolazione, appena fiutato che la questione scotta e si rischia di rimanerci con il cerino in mano. Il segretario del Pd, Michele Nicoletti, ha organizzato una giornata di studio sulla riforma per fine mese, quando - dichiarazioni di Lorenzo Dellai al forum dell'Adige, affiancato da Marta Dalmaso - la riforma è già approvata, l'iter avviato e a settembre gli studenti se la troveranno sui banchi, già operativa. In sostanza si discute ciò che Dellai ha già deciso e sta attuando. A che serve, Dio solo lo sa. Forse a ripulirsi la coscienza per non averne discusso prima della decisione in giunta. Che il Pd pagherà cara questa sconfitta politica, è evidente a tutti, in primo luogo agli stessi dirigenti e consiglieri del partito, che vengono fischiati alle assemblee pubbliche. Del resto, l'Upt l'ha già detto: se si fa la riforma, è perché la voluta il Pd («Noi siamo per il rinvio»). Chissà con che faccia i dirigenti del Pd lo spiegheranno al mondo della scuola, primo bacino elettorale del partito. Si faranno dare una mano dal sindacato, che con i propri iscritti al riguardo non s'è mai confrontato in questi mesi, evidentemente convinto che sia un optional. Gli stessi che a Roma contestano la riforma Gelmini - Pd e sindacati - sono quelli che a Trento la portano avanti, nella versione nostrana. Quando si dice i paradossi della vita. p.giovanetti@ladige.it |
martedì 19 gennaio 2010
10 sì e 10 no
Stati Generali della scuola Trentina:
sottoponiamo alla vostra lettura e discussione
la bozza dei 10 sì e 10 no
presentata all'assemblea del 16 gennaio
presentata all'assemblea del 16 gennaio
1. Sì ad una diminuzione del tempo complessivo degli orari di lezione ma senza scendere sotto il tetto previsto dai quadri orari nazionali e con la garanzia dell’attivazione degli ambiti di autonomia previsti, per legge, alle Istituzioni Scolastiche.
2. Sì alla possibilità, sulla base di una scelta VOLONTARIA e NON OBBLIGATORIA da parte dei docenti, di accedere ad una valutazione da affiancare all’obsoleto criterio di retribuzione economica basata unicamente sull'anzianità.
3. Sì al plurilinguismo nell’arco dell’intero percorso di studio affrontato, col mantenimento dell'inglese come prima lingua e l’affiancamento di una seconda lingua comunitaria che famiglie e studenti potranno scegliere .
4. Sì ad un intervento di analisi scientifica e di investimento economico circa il fenomeno del “disagio mentale professionale” come peraltro previsto dai D.L.81/08 e 106/09.
5. Sì a Conferenze Territoriali (come previsto anche dalla legge quadro provinciale n.5 dello 07/08/2006) che realizzino una reale partecipazione di studenti, genitori, docenti, dirigenti, personale della scuola, amministrazioni locali, ”attori sociali” e categorie economiche del territorio alla scelta e alla dislocazione degli indirizzi di studio più consoni e adeguati alle esigenze della comunità Trentina.
6. Sì allo sviluppo di un serio e articolato “progetto di orientamento” che colleghi, efficacemente e realmente, le scuole secondarie di vario grado e sia capace di garantire a studenti e famiglie maggiori elementi di valutazione nella scelta degli indirizzi di studio, dei percorsi universitari e delle attività di lavoro (in merito si consultino gli atti dell’XI Congresso Nazionale di “Orientamento alla scelta” Padova-18-19/06/2009).
7. Sì alla creazione di una Agenzia dell’Istruzione capace di una competente e efficace governance del Sistema di Istruzione, Formazione e Ricerca in Trentino attraverso l’apporto di tecnici altamente qualificati e una struttura di dirigenti sottratta a nomine di natura esclusivamente partitica.
8. Sì alla tutela, alla qualificazione ed a una rigorosa rendicontazione degli investimenti nel settore strategico della scuola e della ricerca universitaria esercitando, laddove possibile, tutti gli sforzi e tutte le sinergie utili a recuperare risorse economiche ovvero a far convergere verso il settore pubblico economie aggiuntive, ad esempio derivanti da spese opinabili ed onerose. (In merito quasi infinite sono le possibilità di non disperdere in tanti rivoli le risorse dei contribuenti: dalla possibilità di mettere un tetto di reddito al buono che finanzia ,attualmente “senza limiti di reddito”, l’iscrizione alle scuole paritarie; a contributi concessi ad università della Toscana ?400.000 euro, a soggiorni in California ? 300.000 euro; alla miriade di gemellaggi che oramai davvero non si rifiutano a nessuno! 900.000 euro etc.etc.
9. Sì ad un programma di “formazione continua” del personale docente realizzato assieme all’Università di Trento e a tutti gli altri centri di ricerca capaci di stipulare intese volte a qualificare, ri-orientare ed aggiornare l’offerta formativa della scuola Trentina e ad istituire una consolidata e qualificata “collaborazione tra soggetti pubblici e privati” capace di “mantenere alto il livello di apprendimento degli studenti”. Al contempo finanziare “attività di formazione dei docenti” ed “ottenere una capacità profonda di comprensione e riflessione critica” in particolare “nel campo scientifico e tecnologico”. ( Citazioni e obiettivi sono tratti da Educare per innovare,il programma che il Presidente Obama e il Ministro per l’educazione Duncan hanno reso operativo negli USA per le Istituzioni scolastiche attraverso fondi pubblici e privati a seguito dei “risultati non entusiasmanti nelle prove di matematica, scienze e tecnologia PISA-2006 e NAEP-2009”).
10. Sì ad una intesa relativa al calendario scolastico tale però da non stravolgerlo ma capace di una mediazione alta e sensibile ad esigenze didattiche, organizzazione del tempo-scuola, problemi economici e gestionali delle famiglie. (In sintesi si ritiene possibile anticipare l’inizio e posticipare il termine dell’anno scolastico di un periodo complessivo massimo di 10 giorni da suddividere in 2 unità di 4-6 o 5-5 giorni a due specifiche condizioni: 1) inserire 2 periodi di finestra tecnica nell’anno scolastico da destinare ad affrontare le “carenze cognitive” degli studenti e realizzare altre attività didattiche. 2) Inserire 2 periodi di vacanza situati rispettivamente fine ottobre - inizio novembre e fine febbraio-inizio marzo.
1. No alla soppressione degli IPC: un regalo ad un settore privato “pericolosamente vicino…”all’ assessore Dalmaso e una possibilità di scelta in meno per studenti e famiglie proprio quando i dati ISTAT segnalano un aumento del fenomeno della dispersione scolastica in Trentino (+16%)
2. No all’introduzione di un biennio unitario e al continuo procastinarsi delle scelte da parte di famiglie e studenti. E’ piuttosto necessario aiutare a costruire una scelta ponderata con una seria politica di orientamento e un maggior dialogo tra differenti ordini di scuole,meglio se in rete tra loro. Nel secondo biennio, fatalmente, si riprodurrebbero problemi di continuità e, in questo caso “bisognerebbe cambiare Istituto” (Prof.ssa Franca Zappini-Presidente ANP-Trentino). Oltre a ciò, un biennio comune farebbe scendere ancora i livelli d’istruzione medi e generali peggiorando la già grave situazione dei futuri studenti universitari (come analiticamente ed esaurientemente spiegato dalla Conferenza dei Rettori Universitari nell’ultimo appello diramato agli organi d’informazione)
3. No all’abolizione del plurilinguismo e dell’opzionalità nella scelta di lingue di ambito comunitario
(si veda,in merito, il Trattato di Lisbona che individua nell’apprendimento delle lingue comunitarie un primo ed indispensabile elemento di integrazione sovranazionale).
4. No alla confisca dell’autonomia scolastica agli Istituti che ne detengono,ai sensi della normativa vigente,piena titolarità.(si veda,al proposito, la dichiarazione del Presidente della VII Commissione della Camera dei deputati on.le Valentina Aprea, che garantisce l’intangibilità di tale prerogativa e le dichiarazioni, apparse sulla stampa, del Presidente ANP-Trentino, prof.ssa Franca Zappini
5. No Alla cancellazione di fatto dei docenti precari dalla scuola Trentina e alla creazione di un numero imprecisato di sovrannumerari tra i docenti di ruolo. I precari, a differenza di altre categorie di lavoratori, non dispongono di alcun tipo di ammortizzatore sociale e rappresentano il presente e il futuro della nostra scuola. Sono stati formati e selezionati dall'amministrazione, sono stati per anni essenziali per coprire le carenze strutturali del sistema d’istruzione della nostra provincia: pensare di espellerli dal mondo del lavoro significa non investire nel domani dell’istruzione; ritenere che possiamo privarci di loro è, strategicamente stupido ed eticamente vergognoso.
6. No Alla sostanziale sparizione dei corsi serali dal panorama dell’offerta formativa provinciale. Rappresentano l’unica reale possibilità di riqualificare i lavoratori in età adulta.Realizzano progetti concreti di “educazione e formazione lungo l’intero arco della vita”.Si prendono cura di studenti spesso ai margini del nostro sistema di formazione,di soggetti talvolta più fragili,in altri casi portatori di dis-abilità.Realizzano, con qualità e professionalità, interventi volti all’integrazione,recupero e successo formativo di persone che, sovente, hanno abbandonato la scuola.
7. No Ad ore di 50 minuti decise dalla Giunta Provinciale esclusivamente per fare cassa,nella totale assenza di un qualsiasi credibile progetto avente finalità di natura pedagogico-didattica.L’utilizzo della flessibilità del tempo-scuola è,all’interno del panorama normativo italiano,da sempre e per legge,un mezzo atto a raggiungere uno scopo educativo prefissato ,non un fine da perseguire per sé.
8. No alla creazione del più grande “soggetto privato provinciale”d’Italia grazie alla sistematica sottrazione di fondi alla scuola pubblica,ad un crescente impiego di risorse per un insieme di enti che assumono per chiamata,che scelgono di costituire sedi solo in grosse entità urbane e usufruiscono di lobby capaci di proporre,in parlamento,modifiche “ad hoc” alle norme nazionali.
9. No Ad una presunta razionalizzazione delle strutture della scuola senza un approfondito e informato confronto con studenti,famiglie,dirigenti e personale docente e non docente delle Istituzioni pubbliche in oggetto.
10. No Al varo di misure per la scuola nei mesi che dovrebbero essere dedicati a scegliere e ad orientare.
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