domenica 21 marzo 2010

tragedia greca

I due figli di Edipo si accordarono per spartirsi l'eredità paterna: per i primi anni avrebbe regnato Eteocle, poi sarebbe venuto il turno di Polinice, che nel frattempo si allontanò da Tebe, finendo per diventare il Re di un'altra città.
Allo scadere del termine fissato, Eteocle rifiutò però di rispettare i patti. Così Polinice mosse guerra alla città natale.
Nella battaglia i fratelli si uccisero reciprocamente.
Il governo provvisorio fu affidato a Creonte, lo zio, che decise di rispettare le leggi degli dei della polis e seppellire con tutti gli onori Eteocle, perché difensore della città (sebbene traditore dei patti) e di lasciare agli avvoltoi il corpo di Polinice che la città aveva attaccato (sebbene per rivendicare il suo diritto).
Antigone, sorella dei due morti, non poteva accettare questa soluzione perché, se pure rispettava la legge della città, contraddiceva la giustizia degli dei familiari e sotterranei, che invece non poteva giustificare differenze tra i fratelli: inutilmente cercò di convincere Creonte e poi tramò di seppellire di nascosto e contro la legge anche Polinice. 
Antigone fece una brutta fine. E pure Creonte.
Chi si salvò fu solo Ismene, la quarta sorella che, nella consapevolezza della tragica alternativa, decise di non fare nulla, né aiutare la sorella, né assecondare la scelta dello zio.
Si salvò: ma restò sola in mezzo ai morti.

I particolari non me li ricordo, e non sono neanche sicuro che le cose andarono proprio così, ma facciamo finta. Mi pare che la nostra situazione sia molto simile: assecondare una legge ingiusta o rifiutarla in nome di un'altra divinità - familiare e sotterranea - o ancora chiudere gli occhi. 
Votiamo lezioni da 60 minuti per dire NO al ricatto della dalmaso (di fatto però realizzando quel ricatto e sottoscrivendo con la mano alzata il licenziamento di 200 colleghi)
Oppure votiamo lezioni da 50 minuti, nel nobile tentativo di rimanere compatti e solidali, con l'idealistica e ambiziosa (probabilmente illusoria) fiducia nel buon senso dell'amministrazione che ci permetterà di utilizzare i recuperi orari per costruire una scuola migliore
Oppure, come Ismene, sappiamo bene che le ore da 50 minuti non garantiscono nulla, che probabilmente sono solo un primo passo verso il potenziamento delle cattedre a 20 ore settimanali e che l'amministrazione non ha nessun reale interesse a migliorare la qualità della scuola... e tuttavia non ce la sentiamo di licenziare i nostri colleghi più deboli. Così ci asteniamo e lasciamo che la guerra faccia i suoi morti.

Sul forum la discussione è aperta. Chi vuole proporre riflessioni da pubblicare sul blog può mandare una mail con esplicite intenzioni.

buona domenica.
nz

PS: se nel frattempo volete leggervi la delibera... eccola qui

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