giovedì 25 marzo 2010

culinaria

La riforma della scuola trentina è giunta quindi alla frutta.
L’abominevole pasto che ci è stato cucinato è stato tutto quanto scodellato. Ci si aspetta che venga digerito, sia pure con qualche mal di pancia. In fondo, si pensa, i professori sono di bocca buona: quante volte ce l’hanno passata quella risposta buttata lì senza studio? e poi i professori si fanno infinocchiare facilmente: quante volte ce la siamo cavata facendogliela sotto il naso? – Così la pensano, evidentemente, i cuochi e il maître (e la cameriera di sala) del ristorante Trentino, ricordandosi forse della loro personale esperienza scolastica.
Credo però che ci sia un limite alla digeribilità. E la pancia dei professori è già satura da molto tempo (per il resto la vostra immaginazione può ispirarsi alla verìdica caricatura del professore che Antonio Albanese ci ha offerto poco tempo fa, a puntate, in televisione).
Ora dovrebbero essere le singole scuole, e prima di tutto i docenti stessi, a decidere se le lezioni saranno di 50 minuti (formato trentino, a scartamento ridotto) o di 60 minuti (formato standard, nazionale). Così scrivono i giornali. Così dichiarano l’oste e l’ostessa.
Ma non è vero.
Oggi abbiamo potuto leggere la delibera della Giunta Provinciale di martedì 16. E sapete cosa vi si legge? Che siamo obbligati a fare i minuti di lezione che hanno deciso a piazza Dante. Ogni settimana in ogni classe faccio tre lezioni di storia. Ora la Giunta ha stabilito che queste lezioni devono essere di 50 minuti. E siccome tre lezioni settimanali così ritagliate durano 2 ore e 30 minuti, la Giunta mi obbliga a non fare di più di quelle due ore e mezza, anche se la mia scuola scegliesse lezioni da 60 minuti. La cosa ridicola è che si pretende che si studi anche la storia trentina: gliela faccio volentieri! – nella mezz’ora che mi tolgono.
Io e tutti i miei studenti preferiremmo avere lezioni da 60 minuti come nel resto d’Italia, e il nostro monte ore attuale di storia di 99 ore, come nel resto d’Italia. Se i miei colleghi ed io scegliessimo in collegio di fare le lezioni da 60 minuti, la delibera di martedì ci obbligherebbe comunque ad un monte ore annuale di storia ridotto a 85 ore. Così è per tutte le materie.
Volevamo lavorare di più e meglio, con più tempo in classe per correggere i compiti, per dare risposta alle esigenze degli studenti e sostenere i più deboli, tutti assieme nel lavoro comune. Oltre a “far lezione”. Invece, anche se scegliamo i 60 minuti, ci tolgono via le ore di scuola. Se invece scegliamo “di aderire all’iniziativa innovativa” (così scrivono!) della Giunta, allora ci tolgono comunque il tempo scuola e i ragazzi deboli vengono trattati a parte, nelle ore di terapia individuale del pomeriggio (così gli portiamo via anche il tempo per studiare).
La delibera del settembre 2009, espressamente richiamata a fondamento dell’ultima di martedì, diceva che “il monte ore annuale medio dovrà risultare non inferiore a 930 ore nei licei”. Nei quadri orari deliberati adesso risulta invece di 924 ore per il liceo classico e di 907 per lo scientifico. Nei quadri orari nazionali è di 970 ore per il classico e 950 per lo scientifico. L’orco e l’orchessa si sono mangiati una fetta di scuola.
Non credo che l’autonomia provinciale rispetto alla scuola secondaria si estenda fino a poter ridurre l’orario scolastico nazionale. Può integrare, modificare in parte, non ridurre. Non può togliere agli studenti trentini ore e ore di lezione pensando di restituirgliele a minuti sotto forma di sportelli, recuperi, progettini e progettuccoli pomeridiani. Non può impedire alle scuole trentine che lo vorranno, di difendere la dignità dello studio e della scuola, offrendo alle famiglie e ai giovani quello che viene offerto nel resto del Paese (e a Bolzano).
Al Trentino non serve una scuola a scartamento ridotto.
Non servono nemmeno politici a scartamento ridotto, del resto, minutaglia che ti conta i minuti di lavoro mentre ti porta via le ore da sotto i piedi.
E la scuola non ha bisogno di sindacati servi dei padroni a scartamento ridotto.
Per quel che mi riguarda, prima che mi tolgano anche i binari, domani prendo il treno per Bolzano. Voi trentini, invece, ricordatevi di non prenotare le vacanze per i primi di settembre dell’anno prossimo. La Giunta non ve lo dice a parole, ma è scritto nei numeri della riforma: si dovrà fare una settimana di scuola in più.
Andrea

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