Vi aggiorno sulle Riunioni di indirizzo del linguistico e dello scientifico di oggi. Questo è quello che ho capito io. Su cosa voteranno i Collegi Docenti quando arriverà il momento di scegliere tra le ore da 50' e le ore da 60'? La situazione futura non è chiara e nemmeno quella presente (volutamente)? Partiamo dal principio: anzitutto non votiamo se aderire alla riforma Dalmaso o alla riforma Gelmini (che, paradosso dei paradossi, alla fine dei conti potrebbe essere la soluzione "meno peggio"). Per decreto, la riforma Gelmini in Trentino non prende piede. Allora che votiamo? Votiamo se aderire alla riforma Dalmaso (50 minuti) o se non aderire (60 minuti). Che differenza c'è? Se aderiamo alla riforma Dalmaso, aderiamo al nuovo quadro orario di lezioni da 50 minuti che rispetto alla riforma Gelmini non presenza a mio avviso sostanziali cambiamenti eccetto le lezioni da 60'. Se non aderiamo, implicitamente rinunciamo alle lezioni da 50' e aderiamo al quadro orario proposto dalla PAT di lezioni di 60', che NON E' il quadro orario della Gelmini, ma un obbrobrio ancora peggiore (sic!) che (volutamente?) indica solo il monte ore annuale di lezione, che a sua volta risulta essere indivisibile per 34 (settimane). Un esempio: la seconda opzione prevede per la materia di storia 57 ore (di 60') annuali nelle classi quinte; il che significa 1,67 ore a settimana. Come fare? La PAT passa la patata bollente agli Istituti. Davvero dei geni. Perchè 50'? E' la soluzione "meno peggio": - dal punto di vista didattico: permette corsi di recupero e laboratori pomeridiani che non pesano alle casse degli Istituti, essendo il "recupero" dei 10' di lezione. - dal punto di vista della salvaguardia dei posti di lavoro: le ore da 60' comportano una notevole riduzione delle ore di lezione, quindi delle cattedre, quindi degli organici. Da noi è stato fatto il calcolo che salterebbero 10/11 cattedre. Inoltre le ore da 60' non prevedono recupero dei docenti: quindi i corsi di recupero e di approfondimento sarebbero interamente pagati dal Fondo di Istituto che però, col venir meno delle cattedre, automaticamente sarebbe diminuito. Quindi, si prospetterebbe un intervento finanziario di enti esterni (famiglie? Confindustri? Cobas del latte? Vescovado?) per poter ampliare l'offerta formativo, ovvero mantenerla così come è e non diminuirla. Ultima cosa: le ore da 60' obbligano i docenti e gli studenti a rientri pomeridiani (non si potranno fare tutte le lezioni durante la mattina) e non colpiranno solamente i "precari", ma anche chi è di ruolo, poiché la diminuzione delle cattedre riguarda tutte le materie. Qualcuno (chissà chi) vorrebbe trarre vantaggio da questa situazione per opporre precari e docenti di ruolo e fare (anzi, far fare) tagli indiscriminati: dobbiamo stare attenti a non cadere in questo tranello. Dobbiamo lottare insieme ed essere solidali. Ricordatevi che chi è sicuro oggi, non è detto che lo sia domani: la vicenda degli insegnati di diritto-economia dovrebbe insegnare qualcosa. Lorenzo |
venerdì 19 marzo 2010
nel frattempo... a cavalese
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4 commenti:
Su L'Adige di oggi ho letto della presa di posizione della UIL Scuola rispetto all’iniziativa di innovazione. Loro consigliano l'astensione da parte dei collegi docenti, in modo da ricadere "d'ufficio" nell'iniziativa innovativa dei 50', senza per questo avvallare il progetto di riforma.
Quindi, se ho capito correttamente, Lorenzo si sbaglia: non è vero che, in caso di nostro "silenzio" si ricada nel “progetto Gelmini”, ma nel “progetto Dalmaso”.
Ieri ho inviato un commento che in qualche modo si avvicinava alla proposta UIL che ho letto oggi, ma non riesco a vedere dove è finito… Per cui riporto qui di seguito uno stralcio: se il collegio docenti riuscisse a
deliberare di non esprimersi rispetto alla proposta di "iniziativa innovativa", magari denunciando che si tratta di un puro e semplice ricatto (come avete giustamente evidenziato), non è che, per effetto del comma 8 della delibera, si rientrerebbe comunque nel medesimo regime nel quale si finisce votando per i 50 minuti?
Leggendo la delibera ho inteso che se il collegio si esprime per i 60 minuti (cioè non aderisce alla "iniziativa innovativa") c'è un taglio immediato di posti; viceversa se aderisce (cioè vota per i 50 minuti), forse si salva qualche posto (ma - in qualche misura - avvalla le scellerate scelte della nostra mitica ex-collega).
Cosa accadrebbe se, invece, si votasse un documento nel quale il collegio dichiara di non scegliere nessuna delle due opzioni? Cito dalla delibera: "qualora l’istituzione scolastica non deliberi entro il 20 aprile 2010 se aderire o meno all’iniziativa innovativa prevista dalla presente deliberazione,(...) presso l’istituzione scolastica si applica l’iniziativa innovativa prevista dal punto 1)".
In realtà, più che a una mancata deliberazione, pensavo a una deliberazione nella quale si delibera di non deliberare (!!!) e si denunciano i misfatti di questa improvvisata innovazione tutta imperniata sui tagli alle
risorse...
Insomma - scusate se insisto - che male ci sarebbe se si riuscisse a convincere il collegio a votare un documento di astensione e critica alla riforma?
Aggiungo un atro contributo (sabato 20 marzo 2010 sarò da me personalmente ricordato come il giorno delle cause perse...). Penso di stamparlo e distribuirlo ai colleghi prima delle imminenti riunioni. Ovviamente a titolo personale. Se qualcuno legge è pregato di dirmi se ci sono errori di interpretazione/conteggio. Grazie
MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA PER CHI SCEGLIE DI NON ADERIRE ALL’INIZIATIVA INNOVATIVA E DI VOTARE PER I 60 MINUTI
(ma anche per gli altri)
ESTRATTO DAL VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
N. 533 DEL 16 MARZO 2010
Oggetto: Discipline obbligatorie e quantificazione oraria di insegnamento delle stesse per i percorsi del secondo ciclo di istruzione per l'anno scolastico 2010-2011. Iniziativa innovativa ai sensi dell'articolo 57 della legge provinciale n. 5 del 2006.
“6. di stabilire, in attuazione dell’articolo 57 della legge provinciale sulla scuola, che qualora l’istituzione scolastica del secondo ciclo di istruzione decida di non aderire all’iniziativa innovativa dell’ordinamento prevista dal punto 1):
a) presso l’istituzione, senza necessità di alcun provvedimento della stessa, si applicano le discipline obbligatorie e la quantificazione oraria annuale di insegnamento delle stesse:
a.1) per le classi del primo anno dei percorsi, quelle definite dall’iniziativa innovativa prevista dagli allegati 1.1 - Licei, 1.2 - Istituti professionali e 1.3 - Istituti tecnici;
a.2) per le classi degli anni successivi al primo, ad esaurimento quelle degli attuali percorsi in atto;
b) resta fermo che per tutte le classi la quantificazione di insegnamento delle discipline obbligatorie è ripartita in unità orarie di lezione aventi la durata pari a sessanta minuti - fatta salva l’autonomia riconosciuta dal decreto del Presidente della Giunta provinciale n. 13-12/Leg. del 1999 - e resta fermo che i limiti massimi per la flessibilità oraria per la definizione dei propri piani di studio sono quelli stabiliti dai regolamenti statali rispettivamente per i licei, per gli istituti tecnici e per gli istituti professionali;
c) in sede di determinazione degli organici spettanti a queste istituzioni scolastiche si dovrà tenere conto della quantificazione oraria settimanale delle discipline obbligatorie, approvata dall’istituzione nella sua autonomia in attuazione delle lettere a) e b), verificando il tempo scuola effettivamente prestato, ciò al fine di rispettare quanto stabilito dall’articolo 5, comma 3, lettera a), secondo periodo , del decreto del Presidente della Giunta provinciale n. 13-12/Leg del 1999”
Provo a tradurre, tentando una proiezione per il prossimo anno per un I.T.:
• Classe prima “tecnologico”: Dalmaso prevede 992 ore/anno, cioè 992/34 = 29 ore/settimana. (per effetto del precedente punto b)
• Classe seconda ITI (oggi 34 periodi –cfr. precedente a.2): 34*50/60 = 28 ore/settimana (per effetto del precedente punto b)
• E così via per le altre classi…. (il discorso non cambia, nella sostanza, neppure nei licei…)
Tre conseguenze immediate:
1. Non si capisce dove si troveranno le risorse per le supplenze brevi, le sorveglianze, le ore alternative all’IRC e le numerose altre iniziative di supporto all’offerta formativa;
2. C’è una forte (e immediata) contrazione dell’organico.
Calcolando gli effetti in un istituto tecnico di sei sezioni “complete” (30 classi):
a. proposta 50’: 6*35+24*34=1026 periodi 1026/18 = 57 “cattedre”
b. proposta 60’: 6*29+24*28=846 ore 846/18 = 47 “cattedre”
Cioè si perdono 10 “cattedre”. Dal prossimo settembre.
3. i collegi docenti dovrebbero stabilire a chi assegnare le 28/29 ore a settimana (non sono più 34/35!!! – cfr precedente punto c). In effetti una bella “guerra” tra colleghi è quello che manca….
E’ UN RICATTO BELLO E BUONO!!!
E SE, INVECE, VOTASSIMO UN BEL
DOCUMENTO DI DENUNCIA DEI MISFATTI?
Forse non sono stato chiaro (impeto dell'incavolatura), del resto la "cosa" (come la chiamerebbe qualcuno) è quasi incomprensibile. Brevemente, il Collegio Docenti dell'Istituto ha 3 possibilità:
1) Aderire ai 50' (con conseguenze quelle che ho scritto)
2) Non aderire ai 50' e aderire ai 60' (con conseguenze quelle che ho scritto: NON RIFORMA GELMINI 60', ma RIFORMA DALMASO 60' (da la Gelmini non appare)
3) Non aderire ai 50' e neppure ai 60'. Il che significa che a settembre (?) verrebbe imposto dalla PAT "QUALCOSA" di cui non si sa nulla, ma che sicuramente taglierebbe i costi.
E' così oppure in questa immensità di scenari ve ne sono altri?
Grazie per i chiarimenti, sinceramente ne ho (abbiamo) bisogno...
Lorenzo
Io ho capito che nell'ipotesi 3 (astensione) si sa dove si va a finire eccome: pari pari nella "ricetta Dalmaso", come nell'ipotesi 1. Con la differenza che si tratterebbe di una terapia coatta... Dettaglio che non considero insignificante
ps ma che bel modo di passare questa domenica uggiosa (ma che sapore ha la mia vita mal spesa?) boohh
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