Ed ecco il nostro comunicato, schematico, ma diretto:
1) La retribuzione dei dirigenti
2 milioni 280mila euro: è la cifra complessiva erogata dalla Pat ai Dirigenti scolastici come «retribuzione di posizione», ovvero un trattamento economico «correlato alle funzioni assegnate e alle connesse responsabilità», un’integrazione allo stipendio base (tra i 50 e i 60mila euro lordi l’anno, netto mensile 3500-4300) che può arrivare fino a 34mila euro lordi annui per ciascun dirigente. Non è l’equivalente di un “premio di produzione”, ma sta nel contratto, è automatico, non lo si percepisce grazie a particolari meriti o risultati ottenuti, ma soltanto per il fatto di dirigere una scuola. E la cifra percepita varia in base a vari fattori: numeri di alunni, complessità e dimensioni della scuola ecc.
2) Il risparmio sui docenti precari
Da quest'anno scolastico, tutti i docenti nominati dai presidi avranno il contratto in scadenza non al 30 ma all’11 giugno (ovvero non fino al termine delle attività didattiche, ma delle lezioni). Ogni insegnante ci rimetterà la "retribuzione professionale docenti" (170 euro lordi al mese) e la "flessibilità", per un totale di circa 2500 euro lordi l’anno.
Se contiamo che i docenti con contratto di questo tipo quest'anno arrivano a 730, i conti sono presto fatti: 2500 per 730 = la Pat risparma 1 milione e 800mila euro l’anno (senza contare i giorni di stipendio risparmiati dal 1 al 12 settembre, i mancati scatti di anzianità...).
3) I danni per le scuole
Una politica all'insegna dei tagli comporta necessariamente delle conseguenze negative. E a pagare non sono soltanto i docenti, ma anche - e soprattutto - gli studenti. L'attuale regime di "risparmio" di risorse subito dalla scuola trentina - sia con il ricorso sistematico a insegnanti precari (pari al 20% del totale), sia con l'effettiva riduzione dei fondi erogati ai singoli istituti - comporta infatti:
- studenti senza insegnanti ben oltre l’inizio delle lezioni
- perdità di continuità didattica
- mancanza di fondi per il sostegno agli alunni disabili (le risorse stanziate non sono diminuite, ma sono aumentati i casi di alunni con disabilità, senza un'adeguata copertura)
- riduzione (o eliminazione) dei corsi di recupero per le carenze formative
- riduzione del tempo pieno alle primarie
- aumento del numero di alunni per classe (con inevitabile peggioramento della qualità dell'insegnamento)
4) Qualche considerazione
Mancano le risorse, “la coperta è corta”, "è finita l'epoca delle vacche grasse": i dirigenti non fanno che ripeterlo. Ma non per tutti e non in ogni caso, evidentemente. Quegli stessi dirigenti che percepiscono fino a 34mila euro annui di “bonus”, in collegio docenti dichiarano che l’Amministrazione non ha più risorse, che bisogna risparmiare, ottimizzare, razionalizzare. E allora: il tempo dei docenti viene conteggiato al minuto secondo, molteplici attività non sono retribuite ma fatte rientrare nel tempo “dovuto” (vedi recuperi 70 ore), si suggeriscono (o impongono) tagli a progetti e attività.
I dirigenti vivono così una situazione paradossale e contraddittoria: da un lato, appaiono costretti a inventarsi modalità e strategie per “fare le nozze con i fichi secchi”, per gestire al meglio la scuola in un regime di risorse ridotte rispetto al passato; dall’altro, godono in prima persona dei "benefit" che l’Amministrazione ha deciso di riservare loro. Una sorta di scambio, insomma: io ti pago bene (molto meglio dei docenti!), tu però, in cambio, ti dai da fare per arrangiarti con le risorse che ti do (e non disturbi il manovratore).
Appare evidente che il "mantra" predicato da tutti - anche la scuola trentina deve fare i conti con la crisi - è un clamoroso falso, e che la verità è un'altra (la solita): i soldi ci sono eccome, ma la Provincia ritiene che sia più vantaggioso e proficuo investirli sullo stipendio dei dirigenti (resi così docili e obbedienti), o sulla "innovazione tecnologica" (tablet, lavagne interrative...), che fa tanto "scuola all'avanguardia", anziché su docenti e studenti; che - fino a prova contraria - sono (o dovrebbero essere) gli autentici "protagonisti" della scuola.
Noi, come sindacato, denunciamo questa vergognosa gestione dell'istruzione in Trentino, e chiediamo - anche in vista della stesura del prossimo bilancio provinciale - un confronto serio con l'Amministrazione su precarietà e investimenti. Le risorse ci sono, basta dirottarle dove servono e su chi realmente ne ha bisogno!!
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