Spett.le
Consiglio della Provincia Autonoma di Trento
Alla Cortese Attenzione di tutti i Consiglieri
e di tutti i Capigruppo
Trento, 28 settembre 2012
La nostra mobilitazione nasce da una sincera preoccupazione per l’evidente peggioramento della qualità della scuola trentina: nonostante le trionfali affermazioni dell’Amministrazione, la nostra scuola, vista e vissuta dal di dentro, si rivela sempre più incapace e impotente di fronte alle tante sfide educative che è chiamata ad affrontare.
E’ chiaro a tutti che a pagare il prezzo più alto di tale deriva sono gli studenti e le famiglie e che perciò, in prospettiva, è l’intera società trentina a perdere l’occasione di attivare le sue forze più vitali.
Per poter sperare di invertire la rotta è indispensabile ridefinire le priorità e ripensare gli obiettivi che si vogliono perseguire.
Garantire la continuità didattica dev’essere la prima preoccupazione di una buona Amministrazione: ciò significa innanzitutto affrontare - e finalmente risolvere - il problema del precariato. Non è più accettabile continuare a sottomettere a miserevoli ragioni di risparmio economico la qualità dell’insegnamento da un lato e la dignità umana e professionale dei docenti dall’altro. E’ necessario ridiscutere subito i criteri con cui vengono calcolati i posti disponibili, creando le condizioni per poter stabilizzare tutti quegli insegnanti che da anni permettono alla scuola trentina di funzionare, ma sempre con contratti a tempo determinato, senza alcuna garanzia per il proprio futuro.
Questo tema - ne siamo consapevoli - si intreccia inevitabilmente con quelli della selezione, formazione e valutazione dei docenti: riteniamo doveroso che l’Amministrazione, anziché inseguire il miraggio di modelli di tipo aziendalista, si apra a un confronto serio e costruttivo con il mondo della scuola, a partire dagli insegnanti, che saranno i primi a trarre vantaggio da un sistema realmente capace di valorizzare meriti, capacità e motivazioni.
Non ignoriamo che i bilanci dell’amministrazione abbiano necessità di essere ridotti e che “la coperta sia corta”, come ci viene continuamente ripetuto. Riteniamo, tuttavia, che in una società civile questioni come il diritto allo studio, i fondi per il sostegno agli alunni disabili, l’attenzione ai nuovi bisogni educativi, non possano essere trattate alla stregua di semplici “voci di bilancio”. Chiediamo che la gestione delle risorse della scuola sia resa più trasparente e vogliamo poter contribuire all’individuazione dei capitoli di spesa su cui effettivamente si può risparmiare e di quelli che invece rappresentano investimenti strategici irrinuniciabili.
Per la loro stessa natura, questi problemi possono trovare soluzioni efficaci soltanto attraverso una discussione il più possibile aperta e costruttiva: non di certo negli incontri (più o meno tecnici) tenuti al chiuso degli uffici dell’Amministrazione. E’ tempo che la politica recuperi lo spirito originario della propria missione, restituendo ai cittadini la centralità e il ruolo che la democrazia riconosce loro. A maggior ragione dev’essere questo il tratto che definisce l’identità di un territorio come il nostro, che gode di quell’inestimabile opportunità rappresentata dall’Autonomia.
Noi siamo insegnanti, studenti, genitori e cittadini: siamo venuti qui, Signori Consiglieri, per chiederVi di impegnarVi formalmente a rendere possibile questo dialogo.
Siamo preoccupati per la nostra scuola e questa volta non ci accontenteremo di promesse e parole di circostanza: ritorneremo, finché non avremo ottenuto risposte concrete.
Gli Stati Generali della Scuola Trentina-Fenalt
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