lunedì 4 novembre 2013
SGST: Il sindacato dentro la scuola
E' uscito in questi giorni il nuovo numero di Fenalt informa.
Qui sotto riportiamo l'articolo dedicato a SGST
SGST: Il sindacato dentro la scuola
Una ricerca dell'Ocse pubblicata in questi giorni (http://skills.oecd.org/OECD_Skills_Outlook_2013.pdf) ha mostrato che l'Italia è in fondo alla classifica che misura in 24 paesi le competenze degli adulti (tra i 16 e i 65 anni di età): non senza raccapriccio, vi si legge che il 70% degli italiani adulti non possiede le competenze linguistiche e di calcolo ritenute il minimo necessario per interagire in modo efficace nei contesti di vita e di lavoro.Basterebbe solo questo per capire quale fondamentale funzione sia chiamata a svolgere la scuola e quindi quale gravissimo spreco di energie e opportunità produca lo sfacelo in cui è ridotta la nostra scuola. Invece, a Trento come a Roma, ministri e assessori di ogni colore politico continuano a cantare le lodi del sistema, proprio mentre lo smantellano a colpi di riforme demenziali e soprattutto abbattendo sulla scuola pubblica la pesantissima scure dei tagli. Nella nostra Provincia, SGST-Fenalt continua a denunciare la pericolosità di questa deriva, innanzitutto rifiutando la logica aziendale che impone i tagli e ispira le cosiddette "riforme". E' fondamentale comprendere che si tratta di una battaglia culturale decisiva, non di una banale questione di bilancio: la scuola non può essere trattata alla stregua di un qualsiasi altro capitolo di spesa, perché la scuola è il luogo dove la cittadinanza, la libertà e l'uguaglianza assumono la loro forma più concreta attraverso l'educazione al pensiero critico e la costruzione dei valori collettivi. La scuola è il luogo dove la Costituzione si realizza. E' in questa prospettiva che deve essere letto anche il senso della battaglia più propriamente sindacale, che SGST-Fenalt conduce avanzando una proposta articolata e concreta per restituire alla scuola dignità ed efficacia, a partire dalla difesa della dignità degli insegnanti.La lotta contro il precariato è centrale e decisiva: di fatto, la scuola pubblica oggi funziona solo grazie allo sfruttamento illegittimo dei lavoratori precari, reso possibile da un decreto della Ministra Gelmini che pretende di escludere il settore dell'Istruzione dalle normative europee che prevedono l'assunzione a tempo indeterminato in caso di reiterazione di contratti a tempo determinato. SGST-Fenalt, al pari di altre organizzazioni, sta portando avanti un ricorso presso il Tribunale del Lavoro per ottenere il rispetto della norma, ma non si accontenta dell'azione giudiziaria: la difesa dei diritti di questi lavoratori invisibili è una questione politica. Per questo chiediamo innanzitutto che sia fatta chiarezza sui numeri. Grazie all'azione di SGST-Fenalt oggi è finalmente chiaro a tutti che in Provincia di Trento il precariato non è il marginale 4% sbandierato dall'Assessore, bensì un fenomeno impressionante che si attesta intorno al 25% degli insegnanti attivi.In particolare nell'ultimo anno, ci siamo impegnati per costruire un fronte comune tra le associazioni e organizzazioni dei precari, contrastando quella logica del dividi et impera che finora ha consentito a politica e sindacati di agire indisturbati e di difendere solo i privilegi. Ora i precari trentini sanno che c'è un solo sindacato che difende concretamente i loro interessi: gli Stati Generali della Scuola Trentina - Fenalt chiedono l'assunzione su tutti i posti disponibili sull'organico di fatto e l'apertura immediata di un tavolo tecnico (che coinvolga tutte le parti in causa) per la soluzione definitiva del problema del precariato attraverso un piano pluriennale di assorbimento delle graduatorie.Da sempre gli Stati Generali della scuola trentina hanno voluto proporsi come un sindacato diverso, capace di superare le logiche obsolete, e spesso compromesse, del sistema di rappresentanza sindacale così come è incarnato dai confederali. Un sindacato diverso perché fatto dagli insegnanti e con gli insegnanti, dentro la scuola, tra gli studenti, senza deleghe né apparati, lontano dalle dinamiche del potere. Quelle dinamiche che troppo spesso hanno condotto a decisioni scellerate, inseguendo un compromesso inevitabilmente sempre più al ribasso, con un unico esito possibile: danneggiare i lavoratori, i loro diritti e i loro interessi.Troppo spesso ci siamo sentiti ripetere che, quando si è al tavolo delle trattative, non ci si può illudere di fare i ‘duri e puri’ e bisogna ‘portare a casa’ dei risultati. Ebbene: i risultati, per la scuola trentina, sono sotto gli occhi di tutti. L’accordo sul taglio di 8,5 milioni di euro all’istruzione pubblica, per gran parte operati sul personale docente e Ata, tanto per fare un esempio; o la beffa del Foreg, ‘spacciato’ come una straordinaria opportunità e rivelatosi, invece, l’ennesimo pastrocchio a vantaggio di pochi; o, ancora, l’appoggio incondizionato, da parte delle sigle confederali e in particolare della Cgil, alle nuove modalità di reclutamento (a cominciare dal vergognoso ‘concorsone’ indetto da Profumo, per finire con i Tfa e, oggi, i Pas), che altro non sono che un modo per spillare migliaia di euro ad aspiranti insegnanti, illudendoli di poter avere un futuro stabile nella scuola quando invece, se la politica non cambierà rotta, potranno al massimo aspirare a essere precari a vita.Non sono questi, i ‘risultati’ che ci aspettiamo. Per questo, stanchi di tante vuote promesse, poco più di un anno fa abbiamo deciso di diventare un sindacato. Per riempire quel gigantesco vuoto lasciato da chi, anno dopo anno, tessera dopo tessera, si è dimenticato della ragione per cui è nato, del mandato che gli era stato affidato, preferendo lasciarsi irretire da altre prospettive e lasciandosi invischiare in pratiche che, oggi, sono purtroppo diventate consuetudine. Non siamo più disposti ad accettare che le decisioni riguardanti i lavoratori si prendano dentro le ‘segrete stanze’ del potere, tra un caffè e una pacca sulle spalle, lontani da occhi indiscreti, anziché a viso aperto, nelle assemblee; ci siamo stufati della retorica di chi, a parole, millanta di difendere gli interessi dei precari e poi, nei fatti, non solo non muove un dito, ma anzi, firma accordi che li indeboliscono ulteriormente; non tolleriamo più la disinformazione sistematica, la difesa dei privilegi e dei diritti acquisiti, che ha finito per demotivare anche molti di quegli insegnanti – e ce ne sono! – che credono ancora nel loro mestiere e si dannano l’anima ogni giorno per farlo al meglio.È contro queste consuetudini, contro queste modo distorto di fare sindacato, che Sgst-Fenalt si batte e continuerà a battersi, come ha sempre fatto: alla luce del sole, nelle aule scolastiche e per le strade, con voce sempre decisa e mai ipocrita o equivoca.Una sfida, questa, difficile, che richiede pazienza e tempi lunghi, ma di cui si cominciano a vedere i primi risultati tangibili: la base degli iscritti si sta consolidando, il consenso attorno a noi cresce di giorno in giorno e, a conferma di ciò, possiamo annunciare con grande soddisfazione che uno dei movimenti di insegnanti precari più attivi negli ultimi tempi, che agiva sotto la sigla “Gruppo precari3fascia-AdidaTN” ha deciso di entrare in Sgst-Fenalt, nella convinzione che unire le forze sia il solo modo per tentare di vincere la nostra battaglia.Molti progetti, inoltre, sono pronti a partire: dalla campagna di tesseramento a un corso di formazione sindacale per i nostri rappresentanti, fino alla ricerca di forme sempre più incisive ed efficaci di lotta e di ‘controinformazione’.Senza dimenticare che, a breve, avremo una nuova Giunta e nuovi interlocutori politici. Speriamo più seri dei loro predecessori e, soprattutto, più sensibili alle problematiche della scuola e di chi la vive ogni giorno.
NZ e AG
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