lunedì 4 novembre 2013

servono i corsi online


«Abilitazione, servono i corsi online»

La richiesta alla Provincia dei 1.136 precari

di Zenone Sovilla, L'adige 2 novembre 2013


«Al presidente Alberto Pacher abbiamo detto che l'attivazione di corsi online è l'unica soluzione per assicurare il diritto alla formazione di 1.136 insegnanti precari senza mettere in crisi l'organizzazione nelle scuole trentine».Alessandra Decarli , rappresentante degli Stati generali della scuola - Fenalt, descrive il percorso atteso dai docenti cui la Provincia ha negato il diritto a usufruire dei permessi straordinari di studio (le 150 ore) per partecipare ai percorsi abilitanti speciali (Pas) cui si sono iscritti. Sulla vicenda, cui si erano interessati anche inconsiglieri Sara Ferrari (Pd) e Claudio Civettini (Lega Nord), Pacher, interpellato dall'Adige dieci giorni fa, aveva assicurato l'impegno a individuare presto una via di uscita per garantire l'accesso ai corsi, che per i precari sono un tassello fondamentale per consolidare la graduatoria e sperare di arrivare prima o poi alla stabilità contrattuale.
«Il presidente della Provincia - spiega Decarli - ci ha anticipato che la giunta adotterà un provvedimento venerdì prossimo, nell'ultima seduta della legislatura. Noi chiediamo che sia una decisione utile concretamente a tutti i 1.136 insegnanti coinvolti, non un provvedimento parziale e poco più che cosmetico. In altre parole, non va nemmeno considerata l'ipotesi di declinare in un certo modo norme del tutto obsolete per concedere le 150 ore solo alla piccola minoranza che ha ottenuto una cattedra annuale fino al 31 agosto 2014, cioè poche decine di noi, perché per gli altri il contratto finisce prima. Coerentemente con le direttive ministeriali, disattese solo in Trentino, la frequenza dei Pas va invece assicurata a tutti: attivare corsi a distanza è l'unico modo per farlo senza provocare un terremoto organizzativo nelle classi. Oggi sarebbe impossibile, non avendolo programmato mesi fa, dare continuità all'insegnamento, se 1.136 maestri e professori fossero assenti ogni i venerdì e sabato per due anni. Per molti, oltretutto, i corsi si tengono fuori sede, negli atenei di Bolzano, Padova, Bologna, Milano».
La rappresentante dei precari ricorda che qualche ateneo italiano ha già programmato alcuni corsi online, in sintonia con gli enti locali. «D'altra parte - osserva - perché mai costringere i 25 mila iscritti ai Pas a girovagare, se si possono scegliere modalità molto meno dispendiose? Si risparmia in termini di tempo, denaro e disagio per tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dagli studenti. Dalla nostra Provincia ora ci attendiamo innanzitutto che riaffermi il nostro diritto alle 150 ore di permesso, procastini il termine dell'11 novembre per la presentazione delle relative domande e concordi con le università un piano operativo per l'accesso telematico ai Pas. Siamo lavoratori a tempo pieno, non supplenti dell'ultimo minuto. Abbiamo famiglia, non siamo alle prime armi e la maggior parte ha alle spalle almeno dieci anni di insegnamento precario nelle scuole trentine (il requisito per iscriversi ai Pas è di soli tre anni). Soprattutto per la scuola primaria, la situazione è surreale: non viene indetto un concorso dal 1998, nessuna Ssis dal 2004, nessun corso riservato, nessun Tfa ordinario, niente concorsone. Anche per questo poter seguire i Pas è particolarmente importante».
Per quanto riguarda la fruizione dei permessi se i corsi si terranno a distanza, Decarli spiega che si possono concordare procedure per conciliare le esigenze di studio e quelle degli istituti, ad esempio prevedendo la fruizione di un pacchetto settimanale, facilmente gestibile da chi deve programmare le sostituzioni in classe. Insomma, combinato il pasticcio, ci sono tutti i margini per riparare e venerdì ci attendiamo buone notizie».
«Il presidente della Provincia - spiega Decarli - ci ha anticipato che la giunta adotterà un provvedimento venerdì prossimo, nell'ultima seduta della legislatura. Noi chiediamo che sia una decisione utile concretamente a tutti i 1.136 insegnanti coinvolti, non un provvedimento parziale e poco più che cosmetico. In altre parole, non va nemmeno considerata l'ipotesi di declinare in un certo modo norme del tutto obsolete per concedere le 150 ore solo alla piccola minoranza che ha ottenuto una cattedra annuale fino al 31 agosto 2014, cioè poche decine di noi, perché per gli altri il contratto finisce prima. Coerentemente con le direttive ministeriali, disattese solo in Trentino, la frequenza dei Pas va invece assicurata a tutti: attivare corsi a distanza è l'unico modo per farlo senza provocare un terremoto organizzativo nelle classi. Oggi sarebbe impossibile, non avendolo programmato mesi fa, dare continuità all'insegnamento, se 1.136 maestri e professori fossero assenti ogni i venerdì e sabato per due anni. Per molti, oltretutto, i corsi si tengono fuori sede, negli atenei di Bolzano, Padova, Bologna, Milano».La rappresentante dei precari ricorda che qualche ateneo italiano ha già programmato alcuni corsi online, in sintonia con gli enti locali. «D'altra parte - osserva - perché mai costringere i 25 mila iscritti ai Pas a girovagare, se si possono scegliere modalità molto meno dispendiose? Si risparmia in termini di tempo, denaro e disagio per tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dagli studenti. Dalla nostra Provincia ora ci attendiamo innanzitutto che riaffermi il nostro diritto alle 150 ore di permesso, procastini il termine dell'11 novembre per la presentazione delle relative domande e concordi con le università un piano operativo per l'accesso telematico ai Pas. Siamo lavoratori a tempo pieno, non supplenti dell'ultimo minuto. Abbiamo famiglia, non siamo alle prime armi e la maggior parte ha alle spalle almeno dieci anni di insegnamento precario nelle scuole trentine (il requisito per iscriversi ai Pas è di soli tre anni). Soprattutto per la scuola primaria, la situazione è surreale: non viene indetto un concorso dal 1998, nessuna Ssis dal 2004, nessun corso riservato, nessun Tfa ordinario, niente concorsone. Anche per questo poter seguire i Pas è particolarmente importante».Per quanto riguarda la fruizione dei permessi se i corsi si terranno a distanza, Decarli spiega che si possono concordare procedure per conciliare le esigenze di studio e quelle degli istituti, ad esempio prevedendo la fruizione di un pacchetto settimanale, facilmente gestibile da chi deve programmare le sostituzioni in classe. Insomma, combinato il pasticcio, ci sono tutti i margini per riparare e venerdì ci attendiamo buone notizie».

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