lunedì 12 novembre 2012

Anche il "Degasperi"...

... manifesta il proprio dissenso nei confronti delle politiche del governo Monti-Profumo.
Questo è il documento presentato all'Istituto di Borgo Valsugana nel collegio docenti di venerdì scorso e sottoscritto - per ora - da 41 docenti:


Comunicato dei docenti dell’Istituto di Istruzione “A. Degasperi”
Borgo Valsugana

I sottoscritti docenti dell’Istituto di Istruzione “Alcide Degasperi” di Borgo Valsugana si associano alla protesta di molte scuole d’Italia  e, come già fatto dai colleghi dei licei “L. Da Vinci” di Trento e “A. Maffei” di Riva del Garda, esprimono grave preoccupazione, indignazione e profondo dissenso nei confronti delle scelte politiche gravemente punitive della Scuola Pubblica messe in atto dal Ministro dell’Istruzione Profumo e, più in generale, dal Governo presieduto dal professor Monti.
L’operato del Governo sembra caratterizzato da tagli di risorse consistenti, attuati in forme diverse e non sempre trasparenti, oltre che da una esplicita e pressante svalutazione della professionalità degli insegnanti e della libertà di insegnamento. Una dimostrazione evidente di tale atteggiamento la si è avuta con la recente proposta del Ministro dell’Istruzione Profumo, che intendeva imporre, senza consultazione né trattativa e in spregio al Contratto Nazionale di Lavoro, un aumento di 6 ore di insegnamento settimanale a parità di retribuzione. Nonostante le rassicurazioni provenienti da più parti, secondo le quali tale proposta non verrà accolta nella legge di Stabilità attualmente in discussione in Parlamento, si ritiene doveroso ricordare quanto segue:
per gli insegnanti della scuola secondaria (medie e superiori) il contratto nazionale in vigore articola esplicitamente gli obblighi di lavoro in attività di insegnamento in classe (le famose 18 ore alla settimana di lavoro) e attività funzionali all'insegnamento. La parte principale di queste attività funzionali all'insegnamento consiste in adempimenti individuali (preparazione delle lezioni e delle esercitazioni, correzione degli elaborati, rapporti dell'insegnante con le famiglie) e collegiali (scrutini, esami); per quest’ultime non è quantificato un tempo di lavoro preciso, il quale però da calcoli approssimativi (arrotondati per difetto) assomma a non meno di 18 ore settimanali. Sono inoltre esplicitamente previste dal contratto altre attività funzionali all'insegnamento (partecipazione a collegio docenti, consigli di classe, dipartimenti, programmazione didattica, verifiche, informazione delle famiglie ecc.), per le quali è fissato un tetto di 80 ore annue, pari a circa 2 ore a settimana. Le attività funzionali all’insegnamento sono svolte in gran parte in orario pomeridiano e costituiscono la componente più considerevole del lavoro settimanale di un docente. In ogni caso il monte ore complessivo reale risulta perfettamente equivalente ad un orario settimanale medio di un qualsiasi altro impiegato italiano.
L’ipotesi del ministro Profumo rivela un’assoluta ignoranza di cosa significhi realmente insegnare sia in termini di preparazione delle lezioni che di lavoro con gli studenti. Soprattutto rivela l’incapacità di investire sul futuro del Paese: nell’Europa che vorremmo prendere a modello, in tempi di crisi si investe di più nella scuola. In Italia invece proprio sulla scuola si vuole risparmiare, in una maniera tale che impedirà agli insegnanti di tenere ancora in piedi un sistema di istruzione già privo delle risorse di cui gode altrove. Questo ulteriore aggravio di lavoro ridurrebbe in maniera irrimediabile la qualità dell’attività didattica, in termini di tempi di preparazione delle lezioni e di correzione di temi e prove.
In particolare, si manifesta netta contrarietà ai seguenti provvedimenti all’ordine del giorno dell’agenda politica:
·        Il D.D.L. L.953 ex Aprea: progetto di riforma sostanziale degli organi collegiali che restringe gli spazi di democrazia avviando all’autonomia statutaria di ciascuna scuola. Questa prospettiva mette in discussione il sistema nazionale pubblico dell’istruzione aumentando l’influenza di soggetti esterni che, in ragione della loro capacità di finanziamento esterno, influenzeranno pesantemente il Piano dell’Offerta Formativa;
·        Il Decreto di Stabilità che si propone tagli economici ingenti ed immediati, anche se non specifica come, dato che il consistente aumento unilaterale delle ore di lezione frontale degli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado (da 18 a 24 ore) sembra momentaneamente accantonato;
Si denuncia inoltre la recente rottura del tavolo di trattativa tra Miur e Organizzazioni Sindacali, che ha ulteriormente congelato il pagamento degli scatti di anzianità. Se questo può essere compreso in una contingenza di grave difficoltà come quella che stiamo vivendo, non può essere in nessun modo accettato nel momento in cui si preveda contestualmente lo stanziamento di più di 200 milioni di euro per il comparto della scuola privata.
I sottoscritti docenti si impegnano quindi a mantenersi vigili sui prossimi sviluppi delle azioni di governo e, se necessario, a esprimere il proprio dissenso mediante atti concreti e forme di protesta (didattica essenziale, astensione da incarichi non obbligatori, mobilitazione sui media), in difesa della Scuola Pubblica come Istituzione fondamentale per uno Stato che voglia immaginarsi civile, moderno e con qualche speranza di futuro.
Borgo Valsugana
9 novembre 2012

Sottoscritto e firmato da 46 docenti

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