... manifesta il proprio dissenso nei confronti delle politiche del governo Monti-Profumo.
Questo è il documento presentato all'Istituto di Borgo Valsugana nel collegio docenti di venerdì scorso e sottoscritto - per ora - da 41 docenti:
Comunicato dei docenti dell’Istituto di Istruzione “A. Degasperi”
Borgo
Valsugana
I sottoscritti docenti
dell’Istituto di Istruzione “Alcide Degasperi” di Borgo Valsugana si associano
alla protesta di molte scuole d’Italia
e, come già fatto dai colleghi dei licei “L. Da Vinci” di Trento e “A.
Maffei” di Riva del Garda, esprimono grave preoccupazione, indignazione e
profondo dissenso nei confronti delle scelte politiche gravemente punitive
della Scuola Pubblica messe in atto dal Ministro dell’Istruzione Profumo e, più
in generale, dal Governo presieduto dal professor Monti.
L’operato del Governo
sembra caratterizzato da tagli di risorse consistenti, attuati in forme diverse
e non sempre trasparenti, oltre che da una esplicita e pressante svalutazione
della professionalità degli insegnanti e della libertà di insegnamento. Una
dimostrazione evidente di tale atteggiamento la si è avuta con la recente
proposta del Ministro dell’Istruzione Profumo, che intendeva imporre, senza consultazione né trattativa e in spregio al
Contratto Nazionale di Lavoro, un aumento di 6 ore di insegnamento settimanale
a parità di retribuzione. Nonostante le rassicurazioni provenienti da più
parti, secondo le quali tale proposta non verrà accolta nella legge di
Stabilità attualmente in discussione in Parlamento, si ritiene doveroso
ricordare quanto segue:
per gli insegnanti della
scuola secondaria (medie e superiori) il contratto nazionale in vigore articola
esplicitamente gli obblighi di lavoro in attività di insegnamento in classe
(le famose 18 ore alla settimana di lavoro) e attività funzionali
all'insegnamento. La parte principale di
queste attività funzionali all'insegnamento consiste in adempimenti
individuali (preparazione delle lezioni e
delle esercitazioni, correzione degli elaborati, rapporti dell'insegnante con
le famiglie) e collegiali (scrutini, esami); per quest’ultime non è
quantificato un tempo di lavoro preciso, il quale però da calcoli
approssimativi (arrotondati per difetto) assomma a non meno di 18 ore
settimanali. Sono inoltre esplicitamente previste dal contratto altre
attività funzionali all'insegnamento (partecipazione a collegio docenti,
consigli di classe, dipartimenti, programmazione didattica, verifiche,
informazione delle famiglie ecc.), per le quali è fissato un tetto di 80 ore
annue, pari a circa 2 ore a settimana. Le attività funzionali all’insegnamento
sono svolte in gran parte in orario pomeridiano e costituiscono la componente
più considerevole del lavoro settimanale di un docente. In ogni caso il monte ore
complessivo reale risulta perfettamente equivalente ad un orario settimanale
medio di un qualsiasi altro impiegato italiano.
L’ipotesi del ministro Profumo rivela un’assoluta
ignoranza di cosa significhi realmente insegnare sia in termini di preparazione
delle lezioni che di lavoro con gli studenti. Soprattutto rivela l’incapacità
di investire sul futuro del Paese: nell’Europa che vorremmo prendere a modello,
in tempi di crisi si investe di più nella scuola. In Italia invece proprio
sulla scuola si vuole risparmiare, in
una maniera tale che impedirà agli insegnanti di tenere ancora in piedi un
sistema di istruzione già privo delle risorse di cui gode altrove. Questo
ulteriore aggravio di lavoro ridurrebbe in maniera irrimediabile la qualità
dell’attività didattica, in termini di tempi di preparazione delle lezioni e di
correzione di temi e prove.
In particolare, si
manifesta netta contrarietà ai seguenti provvedimenti all’ordine del giorno
dell’agenda politica:
·
Il D.D.L. L.953 ex Aprea: progetto di riforma sostanziale degli organi
collegiali che restringe gli spazi di democrazia avviando all’autonomia
statutaria di ciascuna scuola. Questa prospettiva mette in discussione il
sistema nazionale pubblico dell’istruzione aumentando l’influenza di soggetti
esterni che, in ragione della loro capacità di finanziamento esterno,
influenzeranno pesantemente il Piano dell’Offerta Formativa;
·
Il Decreto di Stabilità che si propone tagli economici ingenti ed
immediati, anche se non specifica come, dato che il consistente aumento
unilaterale delle ore di lezione frontale degli insegnanti della scuola
secondaria di primo e secondo grado (da 18 a 24 ore) sembra momentaneamente
accantonato;
Si denuncia
inoltre la recente rottura del tavolo di trattativa tra Miur e Organizzazioni
Sindacali, che ha ulteriormente congelato il pagamento degli scatti di
anzianità. Se questo può essere compreso in una contingenza di grave difficoltà
come quella che stiamo vivendo, non può essere in nessun modo accettato nel
momento in cui si preveda contestualmente lo stanziamento di più di 200 milioni
di euro per il comparto della scuola privata.
I
sottoscritti docenti si impegnano quindi a mantenersi vigili sui prossimi
sviluppi delle azioni di governo e, se necessario, a esprimere il proprio
dissenso mediante atti concreti e forme di protesta (didattica essenziale,
astensione da incarichi non obbligatori, mobilitazione sui media), in
difesa della Scuola Pubblica come Istituzione fondamentale per uno Stato che
voglia immaginarsi civile, moderno e con qualche speranza di futuro.
Borgo Valsugana
9 novembre 2012
Sottoscritto e firmato da 46 docenti