venerdì 27 febbraio 2015

Sotto mentite spoglie

«Clil», corso di lingua
riservato ai «prediletti»
L'accusa degli «Stati generali»: è un sistema
di arruolamento per chiamata dei dirigenti

daniele battistel

Scorciatoie concesse a qualcuno, negate ad altri. Il fatto che in ambito lavorativo qualcuno venga facilitato a svantaggio di altri è sempre negativo e disidicevole, sorattutto se il datore di lavoro è l'ente pubblico. Ancora di più se l'ambito è quello scolastico dove gli insegnanti, oltre alle nozioni scentifiche, ai ragazzi dovrebbero fornire anche un esempio di correttezza.
Eppure è questo che contestano gli insegnanti aderenti agli «Stati generali della scuola trentina», il sindacato dei docenti legato alla Fenalt.
Tutto nasce da un paio di circolari della Provincia che informano che nelle prossime ore partirà uno speciale corso di formazione di 75 ore per l'insegnamento «Clil» in inglese alle elementari. L'obiettivo è di formare docenti in grado di insegnare la loro materia nella lingua di Shakespeare all'interno del progetto «trilinguismo» su cui il governatore Ugo Rossi pare aver investito il successo (o meno) della sua presidenza.
Leggendo le carte, il primo dato che balza all'occhio è che per partecipare al corso pare non siano richieste particolari competenze linguistiche. O meglio, il livello di inglese necessario è un B2, anche se non serve la certificazione delle scuole di lingua autorizzate a rilasciare i «diplomi»: per attestare le capacità linguistiche basterà un colloquio preliminare.
Veniamo agli altri criteri. Anzi, no. Altri criteri non ce ne sono. Sono i dirigenti scolastici a decidere chi tra i docenti interessati potrà partecipare al corso. I presidi, per altro, avranno vita facile in quanto i maestri che hanno presentato domanda sono pochi. Come mai? Semplice: la maggior parte degli insegnanti - accusano gli Stati generali - ignorava l'esistenza del corso. La circolare Iprase che dava indicazioni era infatti del 19 febbraio e le iscrizioni si chiudevano il 24: 6 giorni, di cui due di week end.
«Ci sfugge qualcosa o siamo di fronte alla realizzazione sotto mentite spoglie di un sistema di arruolamento per chiamata diretta?» attacca sul sito degli Stati generali il portavoce Alessandro Genovese. Che poi aggiunge: «Che cosa ne penseranno i colleghi che si sono sorbiti i corsi universitari da 20 crediti, seminari intensivi estivi, tre tesine e certificazione C1 e che ancora non sanno di che morte dovranno morire?».
Già perché il corso della Provincia (30 ore di lezione, 30 di studio online e 15 di studio individuale) darà ai partecipanti la certezza di venir inseriti in un albo particolare da cui le scuole pescheranno per coprire le cattedre e un lavoro sicuro per tre anni.
«Per noi - accusa Marco Bottesi, esponente degli Stati generali ed insegnante rimasto escluso dal corso a favore di un'altra collega - è sbagliato che nel settrore pubblico si vada avanti con chiamate dirette, seppure mascherate».
«In tutto questo - conclude Genovese - va sottolineata anche la complicità dei sindacati confederali che, non solo sono rimasti sempre in silenzio, ma che chiaramente stanno appoggiando il progetto Clil andando nelle scuole per promuoverlo assieme a Rossi».

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