martedì 16 novembre 2010

cara assessora

(pubblichiamo qui la lettera aperta all'Assessore che abbiamo spedito all'Adige venerdì scorso, ma che l'Adige non ha ritenuto di pubblicare)

Gentile Assessore Dalmaso,


gli Stati Generali della Scuola Trentina hanno aderito all'iniziativa promossa dai colleghi del Galilei e rapidamente diffusasi in molte scuole della nostra provincia, perché è perfettamente in linea con i principi e le proposte, che da mesi ispirano i nostri tentativi di contribuire alla costruzione una scuola migliore.

Ridotta in estrema sintesi, essa consiste nel tentativo di rendere evidenti le tante contraddizioni create dalla Sua “iniziativa innovativa”, facendo leva su uno degli aspetti più sensibili di tutto l'impianto. Siamo lontanissimi dalla mera rivendicazione salariale.

Nello specifico, come Lei sa bene, i viaggi di istruzione con pernottamento non costituiscono alcun diritto per gli studenti e tanto meno alcun obbligo per i docenti: sono solo una delle possibili attività che un consiglio di classe può valutare utili alla crescita degli studenti. Questo va detto a chiare lettere, per sgombrare il campo da ogni illazione sull'irresponsabilità dei docenti e sulla loro inadempienza. Da sempre si approfitta, invece, della disponibilità e dell'incoscienza dei docenti, per dare seguito a una tradizione ormai consolidata, ma sempre più spesso messa in discussione proprio sul piano della sua valenza didattica, oltre che dell'opportunità economica e sociale. Se è vero, come Lei ha affermato su queste pagine, che i fondi per i viaggi di istruzione non sono diminuiti, le chiediamo quanta parte, di questi fondi, serve a remunerare il lavoro degli accompagnatori e a coprire i rischi connessi alla grande responsabilità che essi si assumono. I soldi non sono cambiati, ma è cambiato tutto il resto: non si possono usare due pesi e due misure. Chi ne fa una questione di soldi non sono i docenti, che chiedono semplicemente e doverosamente il riconoscimento di tutto il lavoro prestato: è invece l'Amministrazione, con la complicità dei sindacati, a voler conteggiare a proprio vantaggio il singolo minuto delle prestazioni dei docenti, salvo poi arrotondare forfettariamente a quattro su ventiquattro, le ore impiegate per accompagnare gli studenti in gita.

Come Lei ha prontamente intuito, l'iniziativa delle gite ha lo scopo di rimettere in discussione, fin dalle premesse, una “iniziativa innovativa” che la Giunta Provinciale ha voluto imporre alla scuola trentina senza farla discutere in Consiglio Provinciale, senza voler ascoltare le critiche costruttive che la scuola ha avanzato, senza valutare le conseguenze concrete che le scelte politiche avrebbero prodotto sul funzionamento delle nostre scuole.

Non c'è nessuna strumentalizzazione degli studenti, da parte nostra. Chi strumentalizza i ragazzi è chi da un lato continua a ripetere di voler “mettere lo studente al centro”, ma dall'altro livella verso il basso la qualità della didattica in cambio di una minor selettività (leggi "meritocrazia") dei percorsi formativi, sposta importanti quote dei finanziamenti dalla scuola pubblica verso l'istruzione privata, riduce il tempo scuola e aumenta il numero di studenti per classe, affrontando così il problema dei precari, semplicemente tagliando il numero delle cattedre. Chi strumentalizza i ragazzi è chi accusa i docenti di essere interessati solo ai soldi, cercando demagogicamente il facile consenso della vulgata che giudica gli insegnanti privilegiati, strapagati, fannulloni, con tre mesi di ferie e le gite gratis.

E' bastata una lettera degli studenti Perché Lei mostrasse subito la Sua disponibilità ad incontrarli, mentre è da un anno che rifiuta sistematicamente di incontrare noi docenti: vogliamo fissare un appuntamento?

Cordialmente,

Gli Stati Generali della Scuola Trentina

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