domenica 6 marzo 2011

La differenza tra cemento e apprendimento

A pagina 20 de l'Adige di oggi trovate un articolo sul piano straordinario per l'edilizia scolastica: le nostre critiche e il nostro sdegno vengono contrapposte alla felicità della CGIL, contenta per come la Giunta ha rispettato gli impegni presi.

Ecco il pezzo come l'avevamo scritto noi:


380 milioni di euro in sette anni per le nostre scuole. Meglio: per l’edilizia scolastica. Meglio ancora: per l’edilizia! Ecco, il vero significato del piano straordinario varato in questi giorni dalla Giunta Provinciale l’ha espresso chiaramente il Presidente Dellai, che sottolinea l’effetto di “stimolo per le aziende edili Trentine”.  Nulla di male, intendiamoci, è probabilmente doveroso, da parte di un’amministrazione pubblica, intervenire a sostegno di un settore in difficoltà. D’altronde lo si sta facendo per l’agricoltura, per l’industria, per la finanza, per il turismo, perché dunque non farlo anche per l’edilizia? Forse decenni di abnorme spesa pubblica (dagli appalti per le grandi opere, agli incentivi per l’edilizia privata) che hanno prodotto una devastante cementificazione del nostro territorio,  non sono bastati a saziare i protagonisti del settore. Forse sarebbe interessante scommettere sui nomi di chi si aggiudicherà gli appalti che deriveranno da questo piano straordinario e magari, ottimisticamente, sperare che non saranno i soliti. O forse sarebbe ora di riflettere sulle prospettive di un’economia che non sopravviverebbe senza i milioni di euro dei contribuenti.  Forse.
Sicuramente, però, non si può accettare la retorica con cui questa Giunta - l’Assessore Dalmaso in primis - pretende di mascherare di didattica e di apprendimento la finanza del mattone e del cemento
Nell’indagine che Legambiente ha pubblicato proprio in queste settimane (“Ecosistema scuola 2011. XI Rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi”) la nostra Provincia risulta meritoriamente al primo posto nella classifica della qualità dell’edilizia scolastica riferita agli istituti superiori (al secondo, dopo Prato, per le scuole materne, primarie e secondarie di primo grado): un’indagine che tiene conto di molti fattori, dalle strutture degli edifici ai servizi offerti, dai rischi ambientali all’adeguatezza e alla sicurezza degli ambienti, fino alla spesa media per la manutenzione ordinaria e straordinaria. C’è allora da domandarsi se è proprio una priorità del sistema formativo provinciale, questo piano straordinario per l’edilizia scolastica? Quali grandi innovazioni pedagogiche e didattiche avrebbe introdotto la tanto discussa riforma Dalmaso, da richiedere un così pesante investimento per costruire, demolire, ristrutturare, fabbricare, interrare e traslocare? Con quale dignità, in nome della crisi, questa Giunta continua a chiedere sacrifici a studenti e docenti, per poi elargire generosamente ai magnati provinciali del calcestruzzo? Il numero di studenti per classe è in costante crescita, rendendo sempre più difficile una didattica di qualità, ma consentendo un significativo taglio di personale; più di un quarto degli insegnanti delle nostre scuole superiori ha un contratto a tempo determinato, a discapito della continuità didattica, ma a vantaggio delle finanze provinciali che risparmiano sugli scatti di anzianità; l’intera “iniziativa innovativa” dell’Assessore Dalmaso, d’altro canto, è retta dall’imperativo categorico di risparmiare sui costi del personale; senza contare che il fondo d’istituto a disposizione dei dirigenti per finanziare attività e progetti è in costante diminuzione da anni.
Mentre parla di innovazione, ricerca e futuro, questa Giunta lega i piedi della nostra Provincia al cemento del passato: anziché stimolare lo sviluppo di un nuovo modello economico e sociale capace di farci navigare sicuri verso il mondo che ci aspetta, rischia di farci affogare nel pantano delle vecchie logiche clientelari.
Nicola Zuin e Alessandro Genovese

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