sabato 4 settembre 2010

Dalmaso si smentisce da sola


L'adige, 4 settembre 2010

"I precari non hanno nessuna garanzia, non c’è nemmeno bisogno di licenziarli: sono fantasmi, utili quando servono, inesistenti quando non servono più". Ancora: "I soldi quindi ci sono, il problema è come si decide di spenderli. La verità è che i tagli sulla scuola pubblica servono a finanziare quella privata". Alessandro Genovese e Nicola Zuin (foto) sono due docenti precari. Ma soprattutto sono i fondatori degli Stati Generali, che dall'omonimo blog su internet hanno dato parecchio filo da torcere a Piazza Dante in questi mesi di polemiche sulla riorganizzazione della scuola in Trentino e a livello nazionale. L'intervista rilasciata dall'Assessore Marta Dalmaso e pubblicata ieri dall'Adige l'hanno letta con attenzione. Ed ora replicano punto su punto.
L'assessore Marta Dalmaso sostiene che i tagli sono stati perfino arginati, rispetto al modello Gelmini. E, in ogni caso, quei 35 esuberi non sono affatto definitivi. Che numeri avete in mano voi? E come sono stati calcolati?
L’assessore ha ripetuto per mesi che non ci sarebbe stato nessun taglio. Quindi anche soltanto uno sarebbe un taglio in più di quanto da lei garantito. Inoltre Dalmaso, con quei 35, intende i perdenti posto tra il personale di ruolo. A questi vanno aggiunte le 60 cattedre in meno, rispetto allo scorso anno, assegnate ai precari. Il che equivale, calcolando gli spezzoni di cattedra, ad almeno 75 posti di lavoro. Per fare il conto, basta confrontare i dati relativi alle supplenze assegnate lo scorso anno con quelli di quest’anno. Sul nostro blog è disponibile una tabella che illustra i dati completi.
Che effetto ha sui precari della scuola trentina l'«iniziativa innovativa» provinciale?
Secondo l’assessore in Trentino “siamo attorno al 93 per cento della copertura sulle cattedre” con personale di ruolo (L’Adige, 22 agosto 2010). Ma i dati disponibili sul sito della Provincia la smentiscono: per l’anno scolastico 2009/10 le cattedre coperte da insegnanti precari ammontavano al 19 per cento: 1429 precari su 7058 docenti. E per le superiori la percentuale sale al 20,5. L’iniziativa innovativa, con la riduzione del personale che determina, getta su questo esercito di persone ulteriore incertezza. I precari non hanno nessuna garanzia, non c’è nemmeno bisogno di licenziarli: sono fantasmi, utili quando servono, inesistenti quando non servono più.
Soldi, dice l'assessore, non ce ne sono. Cosa rispondete?
Dalmaso attribuisce il problema a “questo contesto nazionale”, in cui “non è possibile assicurare rinnovi contrattuali a singoli comparti del pubblico impiego”, ma è troppo facile scaricare le responsabilità su Roma. Lo stesso giorno in cui si annunciava la fumata nera nelle trattative con i sindacati, la stampa dava notizia dell’ennesimo stanziamento, di oltre 12 milioni di euro, alla formazione professionale, in Trentino sostanzialmente privata. I soldi quindi ci sono, il problema è come si decide di spenderli. La verità è che i tagli sulla scuola pubblica servono a finanziare quella privata.
L'assessore ha motivato le scelte politiche fatte dicendo che sono per il bene della scuola. Immagino non siate d'accordo...
L’eliminazione degli istituti professionali, l’aumento del numero di studenti per classe, la riduzione del tempo scuola, la precarizzazione dei docenti, l’abbassamento del livello formativo, l’introduzione di una logica aziendale: questa è la sostanza della sua «iniziativa innovativa», dove sta il bene della scuola?
I docenti che hanno aderito agli Stati Generali (a proposito, quanti siete?) si sentono ben rappresentati dalle parti sociali?
La grande attenzione suscitata dagli Stati Generali è sintomo di un diffuso malcontento nei confronti dei sindacati, sulle cui ragioni sarebbe ora di interrogarsi. Quanto ai numeri, noi non facciamo tessere, e quindi stabilire quanti siamo effettivamente è difficile. Certo è che il mondo della scuola ha appoggiato in modo massiccio le nostre azioni di lotta. Lo dimostrano le 700 firme raccolte dalle nostre mozioni contro l’iniziativa innovativa, i quasi 1600 insegnanti (il 75%) che hanno condiviso la proposta degli Stati Generali in occasione del voto sulle ore da 50 o 60 minuti, e pure il fatto che le nostre magliette rosse di protesta sono andate esaurite in poche ore.
Quali sono le vostre richieste?
Da mesi denunciamo gli intenti nascosti di questa riforma della scuola e la falsità dei dati utilizzati per giustificarla. Abbiamo avanzato proposte concrete e alternative, ma il Palazzo ha sempre fatto finta di niente. Chiediamo che l’assessore Dalmaso si renda disponibile a un dibattito pubblico in cui confrontarci.
J.V.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grandi! Chiari, concisi, precisi!

Tamerlano ha detto...

Sintetici,molto chiari,avete replicato,colpo su colpo,alle falsità della Dalmaso.Bravi!